NO AL COLPO DI PALAZZO.NO AL GOVERNO DEL PRESIDENTE.NO AL NEOLIBERALISMO
ILLUSTRAZIONE ALLUSIVA: "EPPUR SI MUOVE"
Galileo di fronte al Sant'Uffizio, dipinto di Joseph Nicolas Robert Fleury
-NOTA SUL CORRIERE DELLA SERA:
l'evento 2015
L'impegno di Letta: «Nomineremo subito un commissario unico per Expo»
Il premier: «Presto sarò a Milano per presentare il decreto e lanciare l’ultimo miglio di questo evento strategico»
Enrico Letta (LaPresse)
L'Expo milanese del 2015 al centro dell'attenzione del nuovo governo. Ne ha parlato il premier Enrico Letta nel suo discorso per la fiducia alla Camera. «L'Italia e il made in Italy sono le miglior carte per valorizzare il nostro Paese - ha detto Letta -. Perciò tra i primi atti nomineremo un commissario unico per l'Expo, una grande occasione che non dobbiamo mancare». «Nei prossimi giorni sarò a Milano per presentare il decreto e lanciare l’ultimo miglio di questo evento strategico», ha aggiunto Letta.
Enrico Letta (LaPresse)
Padiglione Italia, i primi 5 classificati:
FOTOGRAFIE CANCELLATE
SALA - In tutta probabilità il commissario unico sarà l'attuale ad di Expo, Giuseppe Sala, mentre a questo punto dovrebbe sostanzialmente uscire di scena l'ex presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, che finora aveva ricoperto il ruolo di commissario straordinario.
PISAPIA - «Le parole su Expo del Premier Enrico Letta sono la migliore garanzia del suo impegno per favorire il successo di un evento decisivo e strategico, come è stato definito dallo stesso Letta, per l’intero Paese. Per questo lo ringrazio», ha scritto in una nota il sindaco di Milano Giuliano Pisapia. «La presenza a Milano di Enrico Letta nei prossimi giorni sarà l’occasione per ribadire insieme la volontà di collaborazione tra le diverse istituzioni per la buona riuscita di Expo 2015», aggiunge il sindaco, che ha rivolto parole di elogio anche al riferimento del premier alla sobrietà della politica e alla necessità di un allentamento del patto di stabilità interno «che oggi mette i Comuni in una drammatica condizione di difficoltà di bilancio».
L'Infopoint per Expo:
FOTOGRAFIE CANCELLATE
SALA - In tutta probabilità il commissario unico sarà l'attuale ad di Expo, Giuseppe Sala, mentre a questo punto dovrebbe sostanzialmente uscire di scena l'ex presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, che finora aveva ricoperto il ruolo di commissario straordinario.
PISAPIA - «Le parole su Expo del Premier Enrico Letta sono la migliore garanzia del suo impegno per favorire il successo di un evento decisivo e strategico, come è stato definito dallo stesso Letta, per l’intero Paese. Per questo lo ringrazio», ha scritto in una nota il sindaco di Milano Giuliano Pisapia. «La presenza a Milano di Enrico Letta nei prossimi giorni sarà l’occasione per ribadire insieme la volontà di collaborazione tra le diverse istituzioni per la buona riuscita di Expo 2015», aggiunge il sindaco, che ha rivolto parole di elogio anche al riferimento del premier alla sobrietà della politica e alla necessità di un allentamento del patto di stabilità interno «che oggi mette i Comuni in una drammatica condizione di difficoltà di bilancio».
L'Infopoint per Expo:
FOTOGRAFIE CANCELLATE
MARTINA - Il segretario e consigliere regionale del Pd Maurizio Martina plaude alla dichiarazioni del premier: «Gli impegni presi da Letta rappresentano una svolta necessaria per il futuro di Expo - dichiara Martina -. Accogliamo con grande soddisfazione la concretizzazione della scelta di nominare il Commissario unico. La volontà del nuovo governo di mettere tra i primi punti della sua agenda l'Expo ripropone la portata nazionale di questo evento quale grande strumento di rilancio per l'intero Paese».
29 aprile 2013 | 18:49© RIPRODUZIONE RISERVATA
CUA LEGGI DIRETTAMENTE LA NOTA;
http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_aprile_29/expo-letta-governo-nomina-commissario-straordinario-sala-formigoni-212895122213.shtml
REAZIONE:ENRICO LETTA E QUESTO "GOVERNO" NON SONO "NUOVA ERA",SONO NEMICI PER TANTO IN NOME DELLA "NUOVA ERA" E IN PROTESTA PER IL "GOLPE DI PALAZZO" IN ITALIA INVITO A TUTTI I SUOI OPERATORI,ALLE AZIENDE DELLE TELECOMUNICAZIONI ,A BOICOTEARE QUESTO EVENTO.
D'ALTRONDE SE QUESTO E' IL PRIMO PROVEDIMENTO DI QUESTO "GOVERNO" PARLA DI DUE COSE:DELLA PRIORITA CHE DA ALLA "INFILTRAZIONE" NELLA VISIONE DEL MONDO DELLA "NUOVA ERA",E DELLO SCARSO VOLO DI QUESTI "GOVERNANTI":UNA EXPO NON PUO ESSERE TUTTO A QUANTO ASPIRA UN GOVERNO INSERITO CON GRANDE BOATO, DICENDOCI CHE ERA UNA SVOLTA EPOCALE E NON SO QUANTE ALTRE CLICHE PROPAGNADISITI. QUELLO DEL TITOLO.NO AL NEOLIBERALISMO
VEDI PUBBLICAZIONE ORIGINALE DI QUESTO SCRITTO SUL BLOG:
http://blog.libero.it/CIANCIMINO/12067480.html
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6 MAGGIO 2013:BOICOTEARE L'EXPO MILANO 2015
-TITOLARE SUL CORRIERE DELLA SERA:
IL PREMIER A MILANO PER RILANCIARE L'EVENTO
L'arrivo a Milano «ABBIAMO Una fortuna: C'E Una SCADENZA: l'Italia Così Lavora meglio»
Reportime - Expo, Perchè Nessuno dice il Che Formigoni E incompatibile? A. Nerazzini
IL Commento - Dalla Scala all'Expo le delusioni milanesi
di Giangiacomo Schiavi
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IL Commento - Dalla Scala all'Expo le delusioni milanesi
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-E COSI SUL TITOLARE "LA REPUBBLICA":
Austerity e crescita, Letta da Rajoy
"Non è match contro Germania"
"A giugno scelte decisive per la ripresa"
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Il premier dal suo omologo spagnolo per discutere dei piani di rilancio dell'economia: "Onoreremo gli impegni, ma Ue sia operativa o perde credibilità". "Task force contro disoccupazione". Stamane incontro con i vertici dell'Expo 2015:"Mafia non entrerà"
Il governo ideale per gli italiani di ILVO DIAMANTI
E Bologna aumenta Imu
BLOG Professionalità all'Ambiente di V.GUALERZI
Il governo ideale per gli italiani di ILVO DIAMANTI
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REAZIONE:QUESTA NOTA DA CONTO DELL'IMPORTANZA CHE I SUOI NEMICI NEOLIBERALI ASSEGNANO ALLA NUOVA ERA:LA TECNOLOGIA DELLE TELECOMUNICAZIONI DELLA NUOVA ERA NON DA DA MANGIARE AI CORVI,DOMANI TI SCIPERANNO GLI OCCHI.
ESSORTO NUOVAMENTE A TUTTI GLI OPERATORI AZIENDALI E AL PUBBLICO A BOICOTEARE QUESTA EXPO FIN CHE NON SI RSTITUISCA LA VOLONTA POPOLARE ESPRESSA NELL'ULTIMO VOTO UNIVERSALE E DEMOCRATICO CHE HA SANCITO IL TRIONFO DELLA VISIONE DEL MONDO DELLA NUOVA ERA E PORTATO A LIVELLO NAZIONALE L'ESSITO DEL VOTO DELL'AUTONIMIA SICILIANA CHE IL COLPO DI PALAZZO(CON LA COMPLICITA DEI TRANSFUGA ISOLANI NON ELETTI,E "IN ODORE DI MAFIA") HA STRONCATO.
PD:LA MIA SQUALIFICAZIONE DELLA FIERA DI BARCELLONA HA AVUTO EFETTI DEVASTANTI MALGRADO SIA STATA SPONSORIZZATA DAL PRESIDENTE USCENTE DI GOOGLE(NON DA GOOGLE),FIGURIMOCI QUESTA VOLTA:SPERO QUESTO APELLO ABBIA EFETTI PROPORZIONALMENTE ALL'ALTEZZA IN GRADO DI SCORAGGIARE I GOLPISTI.
VORREI AGGIUNGERE INOLTRE CHE GLI ACCORDI FATTI DAL COMUNE DI MILANO CON IL GOVERNO LETTA E IL PRESIDENTE DELLA REGIONE LOMBARDA,IL LEGHISTA MARONI CON LA NOMINA DI SALA COMISSARIO DELLA EXPO HANNO SNATURALIZZATO ASSOLUTAMENTE IL GRANDE TRIONFO DELLA NUOVA ERA A MILANO METTENDOLA IN MANO AL NEOLIBERALISMO.DA OGGI IN AVANTI DICHIARO IL COMUNE DI MILANO NON PIU RAPRESENTATIVO DELLA NUOVA ERA.
http://youtu.be/LnmiJhRiKNE
http://youtu.be/VbGiD5NP-FA
7 MAGGIO 2013:ATTUALIZAZZIONE
VEDI ANCHE CUA:
http://spaziorealedottciancimino.over-blog.com/-nova-era-europa-europa
7 MAGGIO 2013:ATTUALIZAZZIONE
VEDI ANCHE CUA:
http://spaziorealedottciancimino.over-blog.com/-nova-era-europa-europa
-APPENDICE(25 MAGGIO 2013):EXPO-MILANO,QUALCOSA SI MUOVE
-SU GOOGLE NEWS:
Giornale on-line della Fondazione Magna Carta
Tutte le News
24 Maggio 2013
La crisi colpisce anche la Scala di Milano. Ieri i vertici dell'ente lirico milanese se la sono presa con il Governo, chiedendo fonti, finanziamenti, altrimenti le attività sono a rischio. Attualmente, i fondi pubblici stanziati sono 43 milioni, su 116. A fronte di una stagione lirica di successo, la crisi morde anche La Scala che annuncia una riduzione delle opere in cartellone per il 2013. Da 13 a 10. Intanto, il direttore musicale, Barenboim, dice che nell'interregno del nuovo sovrintendente destinato a sostituire Lissner, la programmazione del teatro rischia la paralisi. Lissner intanto si congeda con un "Sostenere la Scala è sostenere il Paese", dicendo di aver mostrato come si fa teatro pubblico. Il sindaco di Milano ha comunque confermato il cambio della guardia e, nel suo ruolo di presidente del Cda, ha promesso che per luglio il nuovo sovrintendente sarà in azione. Secondo Pisapia, La Scala è una "eccellenza preziosissima in vista di Expo". Il prossimo dicembre, La Scala metterà in scena la Traviata di Verdi diretta da Daniele Gatti, nel bicentenario dalla nascita del grande musicista che fece l'Unità d'Italia. L'evento sarà trasmesso in diretta televisiva.
REAZIONE:LA SCALA PRESENTE(HO BUONI RICORDI DELLA GENTE DELLA SCALA,SONO STATI GENTILI CON ME,IL MIO SALUTO ONLINE)
.
-VEDI PUBBLICAZIONE ORIGINALE DI QUESTO SCRITTO SUL BLOG:
http://blog.libero.it/CIANCIMINO/12077864.html
REAZIONE:LA SCALA PRESENTE(HO BUONI RICORDI DELLA GENTE DELLA SCALA,SONO STATI GENTILI CON ME,IL MIO SALUTO ONLINE)
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7 LUGLIO 2013:NUOVA ERA PROVOCATA
-TITOLARI SUL CORRIERE DELLA SERA:
Napolitano: occasione per tutta l'Italia
Il Capo dello Stato e il premier Letta alla Villa Reale di Monza: mappa e orari
La rinascita di Villa Reale
di Riccardo Rosa
Corteo di antagonisti e «No Tav» di Federico Berni
Multimedia: video e foto
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Multimedia: video e foto
Attesi in 15 mila sull'isola
La Chiesa dei poveri guarda a Sud A. Riccardi
La «papamobile povera»
I preparativi per l'accoglienza
La visita:infografica
«No ai preti con l'auto di lusso»Video
La sindaca di Lampedusa: «Vogli i telegrammi di condoglianze dopo ogni annegato che mi viene consegnato» di P.PicaLa Chiesa dei poveri guarda a Sud A. Riccardi
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Video
REAZIONE:QUESTI DUE TITOLARI DEL NUOVO CORRIERE DELLA SERA SONO UNA PROVOCAZIONE ALLA NUOVA ERA E LA NUOVA ERA RACOGLIE IL GUANTO:
C'E' LA PALESE INTENZIONE DI AGGIUDICARE ALLA NUOVA ERA INTENZIONI PROSELITE :NON LE HA.LA NUOVA ERA,EGEMONICA IN TUTTO IL MONDO,SI SVILUPPA SU UNA REALTA CONCRETA E HA UNA SUA VISIONE DEL MONDO CHE ANCHE HA ESPRESSIONI POLITICHE SI,MA NON FA NESSUN PROSELITISMO NE AZIONE POLITICA O RELIGIOSA DA PARTE.NON OSTANTE NON RIFIUTA LE SUE RISPONSABILITA E IN QUESTO SENSO SUBITO VA DETTO CHE LA NUOVA ERA NON TRANSIGE CON CHI NEGA LA SUA ESSENZA E DISTRUGGE I SUOI FONDAMENTI SCINETIFICI,LA NUOVA ERA NON ENTRA IN PATTI CON IL NEOLIBERALIMO O ALTRE ORIENTAZIONI IDEOLOGICHE,FILOSOFICI,RELIGIOSI,ECC INCOMPATIBILI CON LA SUA ESSISTENZA,NON E' POSSIBILE E SAREBBE SUICIDA.
LA NUOVA ERA RIBADISCE IL SUO APELLO A BLOCCARE L'EXPO DI MILANO E NON SOLO,APELLA ANCHE HA BOICOTEARE OGNI IMPRENDIMENTO CHE NON SI ADEGUE ALLA SUA ESSENZA PER PARTE DEI PERSONERI DEL NEOLIBRALISMNO O LO STALINISMO COME SONO LETTA,NAPOLITANO E IL PAPATO.
RIBADISCO INOLTRE CHE SAREBBE UNA INESCUSABILE MOROSITA POLITCA PRETENDERE CHE IL SUCCESSO DI UN GOVERNO PUO DIPENDERE DI UNA EXPO.QUESTO GOVERNO E' ILLEGITIMO,E' UN GOVERNO DI PALAZZO VARATO FRA GALLI E MEZZE NOTTI A SPALLE DELLA VOLONTA POPOLARE LIBERRIMAMENTE ESPRESSA NEL VOTO POPOLARE DEMOCRATICO CHE NON E' STATO RISPETTATO,UN GOLPE NEOLIBERALE ANTI-NUOVA ERA INSOMMMA.E LA NUOVA ERA NON PUO ESSERE TRANSIGENTE CON TALE DETERMINATEZZA E FANATISMO DEI SUOI NEMICI.
IN QUESTO SENSO QUESTI TITOLARI DEL CORRIERE DELLA SERA SIGNIFICANO ANCHE UN CORRERE AI RIPARI,UN APRIRE L'OMBRELLO DI FRONTI AI FATTI DELLA TURCHIA IL BRASILE,LA GRECIA E L'EGITTO(MA ANCHE AL RIGUARDO DELL'EUROPA):SI PRENDA ATTO CHE NESSUNO PUO GOVERNARE CONTRO LA VOLONTA POPOLARE.RISPONDEREI CON UN DETTO SPAGNOLO:"QUANDO VEAS LAS BARBAS DE TU VECINO ARDER PON LAS TUYAS EN REMOJO".
E NON VORREI FINIRE SENZA FARLI PRESENTE A QUESTO GOVERNO ANCHE LE SUE RISPONSABILITA INTERNAZIONALI,PRIMA DI TUTTO CON LA ENORME COLETTIVITA ITALIANA ALL'ESTERO DA CUI DESSERTANDO A DIFENDERE LE SUE ISTITUZIONI ESTERI HA VENUITO A MENO NELLA DIFESA DELLA NOSTRA SOVRANITA E LI HA GETTATO NELLE ZAMPE DELLO STRANIERO DOVE RESTANO COME OSTAGGI:NON ESSISTE NESSUN MOTIVO NE POLITICO NE ECONOMICO O DI ALTRO SPAZIO PER LASCIARE GLI ITALIANI NEL DESTERRO LONTANI DELLA PATRIA SOTTOMESSI A REGIMI A VOLTE SELVAGGI E DESPOTE.
MA ANCHE LE SUE RISPONSABILITA NEI CONFRONTI DELLA COMUNITA DI PAESI CIVILIAZZATI,OCCIDENTALI E ALLEATI DOVE NON SEMPRE LO SI HA VISTO AGIRE "DALLA PARTE DELLA SOLUZIONE" DEI PROBLEMI.
AL PAPA:SE DAVERO VUOLE PORTARE GIOIA ALLE PERIFERIE E AI POVERI RINNUNCI SUBITO ALLE SUE AMBIZIONI DI POTERE E SE NE TORNI ALLA DIOCESI DEL VIRREINATO DEL RIO DE LA PLATA.HA LAVORO DA FARE, E COME.
AL CORRIERE DELLA SERA:E' STATO SEMPRE UN GIORNALE UFFICILISTA DI TUTTI I TEMPI E ADESSO HA CONSEGNATO IL PACHETTO AZIONARIO MAGGIORITARIO E A QUANTO SI VEDE L'ORIENTAMENTO GIORNALITICO AL NELIBERALISSIMO CLAN ELKAMAN CHE INOLTRE IN COMPLICITA CON GLI ESPONENTI NEOLIBERALI TRANSATLANTICI DELL'AMMINISTRAZIONE OBAMA HA PRESO ANCHE IL CONTROLLO DELLA FIAT SPIAZZANDO IL VECCHIO CLAN TORINESE DEGLI AGNELLI:ANCHE A LORO SONO INDIRIZZATE LE PAROLE DI SOPRA.
LA NUOVA ERA SI PRENDE LE SUE RISPONSABILITA E NON LI MANDA A DIRE. E LA NUOVA ERA PUO PRESCINDERE DI QUESTO GOVERNO "ITALIANO",DATO NON TRANSCURABILE.
APPENDICE:FENOMENOLOGIA DELLE PERIFERIE
"ALLE PERIFERIE E AI POVERI" HO DETTO SOPRA.NON SONO COSE IDENTICI.VEDI IO HO LA MIA RESIDENZA A CREBBIO,ABBADIA LARIANA IN PROVINCIA DI LECCO,LOMBARDIA DOVE PRESTO TORNERO PERO ADESSO MI TROVO MOMENTANEAMENTE IN MONTEVIDEO,URUGUAY SUDAMERICA NELLE CASE PATERNE E IO ABITO IN PERIFERIA.A PRESCIDERE DI 4 STRADE ALL'INTORNO,CIO'E' 400 METRI CUADRI DOVE VERSO GLI ANNI '50 SI HA FRAZIONATO UN TERRENO PER DARE POSTO ALL'IMMMIGRAZIONE ITALIANA CON LA PROMESSA DI UNA CITTA GIARDINO DOPO FRUSTRATA PER L'INCURIA DI TUTTE LE AUTORITA DI QUESTO PAESE,QUESTA E' UNA PERIFERIA RICCA IN SUDAMERICA,E NON SOLO.QUI RISIEDONO LE RICHE E ANTICHE FAMIGLIE DI QUESTO PAESE,I COSI DETTE OLIGARCHIE,CUI ABITABNO DA TEMPI IMMEMORIALI E ANCHE GLI IMMIGRANTI ITALIANI ED EUROPEI CHE HANNO FATTO FORTUNA.BASTA FARE UN GIRO A PIEDE O IN MACHINA PER COLON,LEZICA,MELILLA,AGUAS CORRIENTES,CERRILLOS,BARRA DE SANTA LUCIA,RINCON DEL COLORADO,LA BRUJAS,ECC PER FARSI UNA IDEA DI QUESTA VERITA:VEDRAI UNO STILE COLONIA EUROPEA CON STUPENDI CASA-GRANJA,STUPENDI CHALETS,MACHINE LUSSOSI,DONNE BELLE BEN VESTITE E DI ESSUBERANTE SALUTE FISICA.VEDRAI L'ARIA ESCLUSIVA DEL POSTO DOVE LE MASSE NON PASSEGGIANO PER STRADA NE DISTURBA IL FRASTUONO DEI CENTRI URBANI E SI RESPIRA UN SILENZIO,UN ORDINE E UN BENESSERE "ELITTISTA".VEDRAI PARCHI E GIARDINI DELIZIOSI,VEDRAI UN AEROPORTO PER PICCOLI VELIVOLI QUASI UN CLUB PRIVATO ED ESCLUSSIVO,INSOMMA VEDRAI L'ABBONDANZA E LA GIOIA DI VIVERE.PERO INSIEME VEDRA DEI TUGURI CHIAMATI CANTEGRIL,O FAVELAS IN BRASILE E VILLA MISERIA IN ARGENTINA DOVE LA VITA NON VALE NIENTE E NE ANCHE I MAIALI CI ABITEREBBERO.CASE DI LEGNO E CARTONE SENZA NESSUN SERVIZIO DI AQUA,LUCE E IGIENE SANITARIA.
LA PAROLA PERIFERIA IN SUDAMERICA HA UNA CATTIVISSIMA STAMPA PERCHE HA PASSATO A ESSERE SINONIMO DI POVERTA ED ESCLUSSIONE PERO CI SONO PERIFERIE E PERIFERIE E COSI INSIEME AL LUSSO E L'ABBONDANZA TROVERAI QUELLI POVERI EMIGRANTI INTERNI DELLE ZONE RURALI DEL "PROFONDO NORD" DELLE PAMPE CHE APRODANO IN CITTA ATTIRATI DEL BAGLIORI LUCICANTI DEI MIRAGGI URBANI IN CERCA DI OPPORTUNITA E FINISCONO INTRAPOLATI NELLA MISERIA INDEGNA DI QUESTE PERIFERIE:IN CITTA,NEL BORGO, NON CI ENTRERANNO MAI.
MA PERIFERIA SONO ANCHE NON SOLO QUESTA MA TUTTI I RICHI QUARTIERI ESCLUSSIVI DI QUESTI PAESI:CARRASCO,SHANGRILA,SOLIMAR,PIEDRAS BLANCAS,PEGNAROL VIEJO PER MENZIONARNI ALCUNI IN URUGUAY.
MA VEDI ANCHE QUELLI CHE IL PAPA SUDAMERICANO SI AZZARDA A CHIAMARE PERIFERIE COME SONO LE REGIONI DEL SUD DI ITALIA SONO I POSTI DOVE ROMA,LA LEGA NORD,IL PDL E TUTTI GLI ALTRI ATTINGONO PER NUTRIRE LE SUE "ARCHE DI NOE".
INSOMMA A QUALI PERIFERIE RIFERISCE IL PAPA?:L'ITALIA NON E' IL SUDAMERICA,COSI COME BUENOS AIRES NON E' IL GRAN BUENOS AIRES.(1)UN PAPA INADEGUATO E AMBIZIOSO.MISURE LE SUE PAROLE,E' DA BUON FORASTIERO.
(1)BUENOS AIRES E' IL CONO URBANO,LA CAPITALE FEDERALE,LA BUENOS AIRES PROPIAMENTE DETTA CHE TUTTI VOI CONOSCETE.IL COSI DETTO "GRAN BUENOS AIRES" E' LA CITTA DI BUENOS AIRES "ALLARGATA",L'ENORME PERIFERIA ABITATA DI MISERI SPOSIEDUTI,DI SOLITO INDIANI VENUTI DALLA CAMPAGNA(I COSI DETTI "CABECITAS NEGRAS"),CHE CIRCONDA IL CONO URBANO E LO RADOPPIA O TRIPLICA IN DIMENSIONE.CONOSCO BENE IL POSTO PERCHE NELLA ZONA "3 DE FEBRERO" HO LAVORATO COME MEDICO IN UNA CLINICA PSICHIATRICA(OSPIZIO GERIATRICO)PER UN ANNO.SO DI COSA PARLO
.VEDI LA PUBBLICAZIONE ORIGINALE DI QUESTO SCRITTO SUL BLOG:
-E LEGGE IL MIO SCRITTO SULLA CUA LA NOTA DELLA BBC "LE PERIFERIE DEL REGNO UNITO":
.........................................................................................
18 LUGLIO 2013:ATTUALIZAZIONE-LA NUOVA ERA E' SULLA VIA GIUSTA
-NOTA "LA REPUBBLICA":
La Finanza perquisisce l'associazione di Enrico Letta
Le Fiamme Gialle nella sede di VeDro, il thonk tank fondato dal premier per verificare la correttezza di una serie di finanziamenti effettuati dal Consorzio Venezia Nuova al centro di un'inchiesta della procura di Venezia
Lo lego dopo
VENEZIA - Ammonterebbero a diverse decine di migliaia di euro i finanziamenti che il Consorzio Venezia Nuova - al centro di un'inchiesta della Procura di Venezia - ha dato come sponsorizzazione al think tank 'VeDro' fondato da Enrico Letta. Lo si apprende da fonti vicine all'inchiesta. Gli uomini della Gdf stanno ora passando al setaccio conti e fatture per vedere se vi siano o meno irregolarità. Le sponsorizzazioni erano per il meeting estivo che l'associazione ha organizzato negli ultimi anni nella cittadina trentina di Dro.APPROFONDIMENTI
Perquisito Capecchi, il tesoriere di VeDrò
Espresso Ecco chi finanzia l'associazione
(17 luglio 2013) © Riproduzione riservata
LEGGI DIRETTAMENTE CUA: http://www.repubblica.it/politica/2013/07/17/news/finanza_venezia-63162807/?ref=HREC2-2
ANCHE IL SINDACO DI MILANO,PISAPIA,HA AVUTO DEI GUAI POICHE AL SUO SEGRETARIO LI E' STATA RIFIUTATA LA VISA AL PASSAPORTO PER VIAGGIARE IN USA
.
VEDI ALCUNE NOTE CHIRIFICANTI DI SEGUITO:
1-IL MOSE E IL VEDRO DI LETTA
Inchiesta sul Mose: perquisito anche Capecchi, tesoriere di «VeDrò»
Prosegue l’inchiesta che ha portato agli arresti Mazzacurati. Nel mirino degli investigatori anche le sponsorizzazioni del Consorzio Venezia Nuova, tra cui quella alla fondazione vicina al premier Enrico Letta. Il direttivo del Consorzio: "Estranei ai fatti, bisogna completare il Mose"
Tra le sponsorizzazioni del Consorzio Venezia Nuova infatti c’è anche quella della fondazione «VeDrò», il think tank creato da Enrico Letta, che ogni anno organizza incontri politici nella cittadina di Drò, in Trentino. C’è da dire che la fondazione vicina all’attuale presidente del consiglio ha ricevuto finanziamenti da diverse aziende (come ricostruito da L’Espresso) e che il finanziamento del Consorzio non sarebbe rilevante ma ammonterebbe a diverse decine di migliaia di euro.
Capecchi non risulta indagato. I finanzieri, su decreto di perquisizione del pm Paola Tonini, si sono recati nell'abitazione di Capecchi, a Perugia, e nella sede dell'associazione politico-culturale, a Roma. Qui hanno acquisito documenti contabili e fatture sulle sponsorizzazioni che il Consorzio Venezia Nuova ha dato negli anni a "VeDrò", al pari di molte altre società, per l'organizzazione del meeting estivo nella cittadina trentina, iniziativa partita nel 2005 e interrottasi quest'anno, con la nomina di Letta a presidente del Consiglio.
Perquisito anche un finanziere, sospettato di essere una talpa. Nel corso dell’operazione della Finanza è stato perquisito anche un ufficiale della Guardia di Finanza legato al Reparto Aeronavale. Il pm Paola Tonini sta dando la caccia alle “talpe” che passavano informazioni, agli indagati, sugli sviluppi delle indagini. Un aspetto già emerso dall’inchiesta del pm Stefano Ancilotto che aveva portato in carcere Piergiorgio Baita, un altro “pezzo da novanta” del mondo dell’imprenditoria veneta legata alle grandi opere. C’è il sospetto che questo ufficiale abbia passato qualche informazione agli indagati poi finiti agli arresti domiciliari. L’ufficiale, comunque, non è indagato. Lunedì alcuni finanzieri si sono presentati a casa dell’ufficiale e poi sono andati anche nel suo ufficio. Cercavano le prove che fosse lui una delle “talpe” e se magari avesse pure degli atti del procedimento.
Il Consorzio Venezia Nuova: "Il Mose va terminato". Intanto si è riunito anche il consiglio direttivo del Consorzio Venezia Nuova, dopo il rinnovamento dei dirigenti dello scorso 28 giugno che ha visto l'addio di Giovanni Mazzacurati (pochi giorni prima dell'arresto) e la nuova presidenza di Mauro Fabris con Hermes Redi direttore generale. In una nota il Consorzio ha voluto sottolineare "l'estraneità della società nell'inchiesta della magistratura veneziana", e ha ribadito che il Mose «va terminato nei tempi previsti».
«Dopo un'attenta e vasta disanima delle vicende in cui si vorrebbe vedere coinvolto il Consorzio
Venezia Nuova, emerse nei giorni scorsi, - precisa la nota - il direttivo ha ritenuto di confermare allo stato la totale estraneità del Cvn ai fatti oggetto delle indagini in corso e ha ribadito la propria completa disponibilità e il proprio interesse a collaborare pienamente con la Magistratura». Il direttivo ha quindi «dato ampio mandato a Redi, che già aveva ricevuto i necessari poteri, di procedere a una complessiva riorganizzazione del Consorzio. Quale primo atto, il direttore ha proceduto al ritiro delle deleghe, in precedenza attribuite ad altri, per esercitarle direttamente». La nota si conclude sottolineando «la determinazione del Cvn e delle imprese che lo costituiscono ad onorare l'impegno assunto con lo Stato del completamento delle opere del Mose, oggi realizzate per oltre il 75%, entro il 2016».17 luglio 2013
COMMENTO DEI LETTORI
Elise Rodar · Top Commentator · Lione
Coinvolti un po' tutti, tutti hanno preso soldi. Bel nord-est, pieno di gente con le mani lunghe e appiccicaticce.
Poveri veneti, e si,siete peggio dei vostri maestri ma non volete ammetterlo. Non siate modesti. Ormai siete i primi in Italia in fatto di corruzione e appropriazione con il benestare della lega ( ormai estinta ).
Poveri veneti, e si,siete peggio dei vostri maestri ma non volete ammetterlo. Non siate modesti. Ormai siete i primi in Italia in fatto di corruzione e appropriazione con il benestare della lega ( ormai estinta ).
Rispondi · 1 ·20 ore fa
2-CHI C'E' DIETRO DI LETTA
-NOTA SULL'ESPRESSO:
Sponsor privati, ovviamente. Dall'Enel al gruppo dell'industria alimentare Cremonini, fino all'Eni e ad Autostrade per l'Italia. Il motivo? Ritorno di visibilità, loghi su brochure e siti internet. E la politica? La politica non c'entra, dicono: «Noi non negoziamo la nostra posizione intellettuale», dice subito il tesoriere Riccarco Capecchi.
Vedrò, anzi vedremo: «Dobbiamo lavorare molto sul tema delle privatizzazioni», è la posizione nota di Enrico Letta: «Il patrimonio pubblico è ancora enorme: bisogna cominciare a mettere nel mirino nuove privatizzazioni pezzi di Eni, Enel e Finmeccanica». E poi: «Sarà uno dei temi del nostro governo, quando gli elettori ci faranno governare», conclude il prossimo Presidente del Consiglio.
Sul tema dei finaziamenti privati ai think-tank, Mattia Diletti, docente e ricercatore di scienza politica all'Università La Sapienza di Roma, ha fatto un lavoro molto articolato: «Questo tipo di fondazioni politiche hanno bilanci molto simili e possono contare su budget medi di 800 mila euro». E Vedrò? «E' poco sopra la media», dice Diletti. «Quello che colpisce però del sistema di finanziamento riguarda soprattutto i finanziatori piuttosto che i finanziati», spiega: «Sono prevalentemente ex monopoli pubblici, che hanno un rapporto ancora stretto con la politica e che finanziano un po' tutti, con cifre ridotte, a pioggia, sia la destra che la sinistra.
Funziona un po' «all'americana», dice Diletti. E come si riempie, in America, un bilancio da 800 mila euro? Lo si capisce prendendo in mano una qualunque brochure delle attività di Vedrò. Enel, Eni, Edison, Telecom Italia, Vodafone, Sky, Lottomatica, Sisal, Autostrade per l'Italia, Nestlé, Farmindustria, il gruppo Cremonini (la carne Montana): sono tante le aziende che concorrono al fabbisogno del pensatoio.
Quello che non sappiamo è quanto sia il contributo specifico di questi sponsor, quali sono economici e quali invece in servizi. Quello che sappiamo è che gli sponsor hanno spesso un ruolo attivo, all'interno del dibattito, contribuendo al contenitore ma anche al contenuto.
Enel, ad esempio, promuove così l'appuntamento estivo di Vedrò, sul proprio sito: «Un think-net aperto e dedicato anche alla mobilità elettrica e alle smart cities», dove «Enel, sponsor della manifestazione, è protagonista del working group 'Vedrò Energie'».
Vedrò vive tutto l'anno, organizza convegni, aperitivi e presentazioni. L'evento centrale è però la tre giorni che si svolge a fine agosto a Dro', paese trentino di 4.500 abitanti, una quindicina di chilometri a nord del del lago di Garda, in un'ex centrale idroelettrica.
Nonostante la chilometrica lista di sponsor, l'evento non è gratuito. Anzi. Gli hotel della zona costano cari, e tutti gli ospiti - o quasi - pagano di tasca propria. In più, ovviamente, c'è una quota di iscrizione: 150 euro per gli under trenta, 300 euro o più per tutti gli altri.
Avarizia degli organizzatori? Piuttosto, ricerca dell'esclusività. Già così - per la prossima edizione - sono previste oltre mille persone: ben più di quelle arrivate l'anno scorso, che erano 800. «Le loro quote», ci spega il tesoriere Riccardo Capecchi, «servono a coprire i costi vivi della manifestazione, l'allestimento della centrale, le navette con gli alberghi, il catering per i tre giorni».
Ma non bastano. A Vedrò lavora una decina di persone («ma io come altri sono volontario», dice sempre Capecchi) e sono le sponsorizzazioni a tenere in piedi il tutto. Con quanto? Quanto basta per coprire tutti i costi, ma di più non si può sapere: «Noi - dice Capecchi - per ovvie ragioni di privacy non diffondiamo l'entità delle contribuzioni». Ma bisogna stare tranquilli, assicura, perché ««gli accordi che prevalentemente sono sulla visibilità, rispettano i parametri standard».
«Quello che posso dire», continua Capecchi, «è che la contribuzione media è di circa 30 mila euro. Anche se poi, ovviamente c'è chi dà meno e chi dà molto di più».
C'è poi chi è proprio affezionato: il premio di più fedele supporter va proprio all'Enel che a Vedrò ci va dalla prima edizione. «Con loro, così come con tutti gli altri», spiega il tesoriere, «c'è la condivisione di un progetto». Basta la condivisione a coprire tutti i costi? Pare di sì. «Anzi», si vanta Capecchi, «siccome io sono un gestore oculato, riusciamo anche ad avere un lieve avanzo di bilancio». Bilancio che però non aiuta a scoprire le cifre precise, perché le voci sono accorpate: «La nostra volontà di trasparenza è però certificata dal fatto che abbiamo fatto una società, al 100 per cento partecipata da Vedrò, che ha l'obbligo di presentare un bilancio pubblico, invece di fare tutto come associazione».
Resta da capire se le sponsorizzazioni diano o meno i loro frutti. Politicamente parlando., s'intende.
CUA DIRETTAMENTE: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/ecco-chi-paga-enrichino/2205723//0
3-COSA DICONO I POLITICI: Cacciari: «Un mostro creato dai politici e adesso tocca a loro»
VENEZIA. «Adesso tocca alla politica. Devono emergere le responsabilità di chi ha creato questo mostro giuridico che si chiama Consorzio Venezia Nuova. E di chi ha sempre difeso in questi anni il suo regime di monopolio nei lavori di salvaguardia in laguna. Non si poteva che arrivare a questo punto. E adesso non si può dare ogni colpa alle strutture tecniche del Consorzio».
Massimo Cacciari è stato sindaco di Venezia per la terza volta dal 2005 al 2010. Periodo in cui, con il voto contrario del Comune e dello stesso Cacciari, il governo Prodi aveva dato il via libera al proseguimento dei lavori del Mose, avviati nel 2003 dal governo Berlusconi con la benedizione del patriarca Scola e dell’allora sindaco Paolo Costa. Non erano state nemmeno considerate le proposte alternative che venivano dal territorio. Bocciate senza nemmeno analizzarle le idee che il Comune e Cacciari avevano proposto in alternativa alle dighe mobili del Consorzio. Le paratoie a gravità, le barriere provvisorie e rimovibili, gli interventi alternativi. In Consiglio dei ministri Prodi aveva detto «no» al Comune e anche a due suoi ministri (Mussi e Pecoraro Scanio) che avevano presentato le relazioni negative dei loro uffici. L’allora governatore Giancarlo Galan aveva applaudito.
Cacciari, se li aspettava questi arresti eccellenti?
«Era chiaro che prima o poi qualcosa sarebbe successo. Questa indagine mette in evidenza un vizio originario, che è stato per anni denunciato da pochi. La madre, anzi il padre di tutti i problemi: la situazione di assoluto monopolio in cui il Consorzio ha operato in questi trent’anni».
La politica ha assecondato?
«Beh... Abbiamo perso la memoria? E le voci critiche, non molte per la verità, sono state sempre inascoltate. Si dà il caso che tra i critici ci fosse anche il sottoscritto, che all’epoca era sindaco della città interessata ai lavori del Mose».
Il governo vi aveva convocato per decidere.
«Abbiamo scritto migliaia di pagine sull’argomento, critici ed esperti di fama che mettevano in luce proprio queste cose: il rischio del monopolio e delle turbative, i prezzi aumentati, la mancanza di studi su alternative meno costose e più efficaci per difendere Venezia dal’acqua alta. Siamo stati quasi derisi allora. E allora il governo Prodi decise di andare avanti comunque con la grande opera».
Qui però stiamo parlando di turbativa d’asta e prezzi lievitati.
«Anche questo sta scritto da anni, ad esempio nelle ordinanze della Corte dei Conti. Il regime di monopolio ha portato a questa situazione. Ricordo che dopo la denuncia ero stato convocato e ascoltato da un gruppo di togati sonnacchiosi. Tre minuti in tutto, poi avevano deciso l’archiviazione».
Significa che questa storia dei prezzi e dei lavori «gonfiati» non è una novità?
«Io dico che in quell’indagine della Corte dei Conti c’era già scritto tutto».
Non che le gare d’appalto venivano truccate come emerge adesso.
«Voglio dire chiaramente che io stimo l’ingegner Mazzacurati. È stato un avversario sulla questione del Mose ma con me si è sempre comportato con grande correttezza. Aspettiamo che la magistratura finisca il suo lavoro, ma mi sembra un po’ facile scaricare tutto su di lui e sulla struttura tecnica del Consorzio».
Che significa?
«Che bisogna cercare le responsabilità di chi ha creato questo mostro. Una responsabilità politica, bypartisan».
Facciamo nomi?
«Beh, Prodi e Berlusconi, prima di tutto. E qualcuno che non ha mai voluto sentir ragione a mettere in discussione quel progetto. E soprattutto procedure di concessione unica e mancanze di controlli che hanno dato l’input a effetti come questi».
Il vizio dunque sta nella Legge speciale.
«In alcune parti della legge del 1984. Quando si decise di costituire un concessionario unico per le opere di salvaguardia in laguna e di puntare tutto su un’unica grande opera, il Mose, senza badare alle alternative e dirottando tutti i fondi della salvaguardia di Venezia su quell’opera. Un potere enorme, che poi si è esteso anche a tutti gli altri grandi lavori in laguna. Con quel sistema monopolistico di gestione dei lavori e dei pochi appalti era inevitabile, quasi fisiologico che si arrivasse a questo punto».
Ci sono delle responsabilità individuali di chi, sembra, ha fatto fatture false e truccato le gare.
«Su questo i giudici indagano, fanno bene. Ripeto, io e pochi altri queste cose le denunciamo inascoltati da anni. Ma al di là dei singoli episodi c’è un sistema mostruoso che ha creato tutto questo. Lavori affidati sempre alle stesse imprese, piccole aziende locali soffocate dalla mancanza di fondi e dal monopolio delle grandi imprese che si spartivano tutto».
Vuol dire che non crede alla colpevolezza di Mazzacurati?
«Rispetto il lavoro della magistratura. Voglio solo dire che il mandante di questa situazione è la politica. Si è creato un sistema che ha dato questi frutti. E oggi, dopo tanti anni si scopre che alcune imprese erano favorite rispetto ad altre. Quando queste cose le denunciava il sindaco di Venezia, a Roma non ho trovato ascolto».
©RIPRODUZIONE RISERVATA 13 luglio 2013
CUA DIRETTAMENTE: http://nuovavenezia.gelocal.it/cronaca/2013/07/13/news/cacciari-un-mostro-creato-dai-politici-e-adesso-tocca-a-loro-1.7413207
REAZIONE:OVVIAMENTE DIETRO LETTA C'E' BERLUSCONI-PRODI.NON SCOPRO NIENTE.PENSO PERO CHE CACCIARI SU MAZZACURATI DOVRA FARCI UN PENSIERINO.E ANCHE LA SERRACHINI SU LETTA OLTRE AL RIFIUTO DI BERLUSCONI.ENTRAMBI RISCHIANO ESSERE TRAVOLTI DAL PARTITO.
-TITOLARE SUL CORRIERE DELLA SERA:
VEDI IL NUOVO PAPA HA VOLUTO RISPOLVERARE LA FIGURA DEL "DEMONIO" E LE PAURE MEDIAVALI DEL SATANISMO,MA IL DEMONIO LO HA TROVATO DENTRO(SIA A CASA CHE ALL'ESTERO)PORTA SOTTANA E SI CHIAMA "RICCA",IL SUO VICINISSIMO CO-RELIGIONARIO "RINNOVATORE" DELLO IOR.
NO,LA NUOVA ERA E' CONSOLIDATA ANCHE IN ITALIA,MA IL NEOLIBERALISMO NON E' INVITATO ALLA "NOSTRA EXPO"(1):TUTTO CUA.
(1)"LA "EXPO"',COME LA NUOVA ERA CHE LA HA PROPIZIATO PER NON DIRE CREATO, E' UN EVENTO TANTO GLOBALE COME ITALIANISSSIMO.IO STESSO IN QUESTE PAGINE HO LODATO A LUNGHO CON SUCCESO QUELLA DI SHANGAI.
VEDI QUESTO SCRITTO SULLA PUBBLICAZIONE ORIGINALE DEL BLOG:
http://blog.libero.it/CIANCIMINO/12221033.html
13 DICEMBRE 2013:ATTUALIZAZZIONE
-SUL CORRIERE DELLA SERA:
ASSESSORE ALLA PROVINCIA DI MILANO
Firme false per i referendum
Indagata la nipote di Daniela SantanchèL’inchiesta su Silvia Garnero, delegata alla Moda, è nata dalla segnalazione di un funzionario del Comune
Silvia Garnero (Newpress)
L’assessore alla Provincia di Milano Silvia Garnero è indagata per falso in atto pubblico in un’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo e dal pm Paolo Filippini. Secondo l’accusa la Garnero, nipote di Daniela Santanchè, avrebbe certificato come regolari alcune decine di firme invece risultate fasulle per la presentazione dei referendum sulla giustizia promossi nei mesi scorsi dai Radicali. L’inchiesta in cui è indagata l’assessore con delega alla Moda e agli Eventi, tra cui Expo, è nata dalla segnalazione di un funzionario del Comune di Milano.
13 dicembre 2013 © RIPRODUZIONE RISERVATA
LEGGI DIRETTAMENTE CUA: http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_dicembre_13/firme-false-il-referendum-giustizia-indagata-l-assessore-nipote-daniela-santanche-86ad880c-642a-11e3-aa0f-2ef156041c19.shtml
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VEDI ANCHE CUA:
http://blog.libero.it/CIANCIMINO/12067480.html
http://blog.libero.it/CIANCIMINO/12064668.html
http://blog.libero.it/CIANCIMINO/12063061.html
http://blog.libero.it/CIANCIMINO/12060721.html
http://blog.libero.it/CIANCIMINO/12059070.html
http://blog.libero.it/CIANCIMINO/12055239.html
E VEDI LO STESO SCRITTO CUA: http://blog.libero.it/CIANCIMINO/12077864.htm
VEDI QUESTO SCRITTO SULLA PUBBLICAZIONE ORIGINALE SUL BLOG.
http://blog.libero.it/CIANCIMINO/12247549.html
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11 MAGGIO 2014:ATTUALIZAZZIONE
5 MAGGIO 2014:EXPO MILANO 2015 "AUTO-BOICOTTEATA"
-TITOLARE SU LA REPUBBLICA:
Expo, sette arresti a Milano anche Greganti, Frigerio e Paris
Inchiesta divide procura: Robledo non firma
Rep Tv Pm: "Una cupola" Foto Protagonisti
In carte nomi di Berlusconi, Previti e G. Letta
Merlo Il compagno G, un disonesto perbene
Duecento
uomini della guardia di finanza impegnati all'alba nel blitz coordinato
dalla Procura di Milano. Con il manager di Infrastutture fermati anche
due personaggi eccellenti di Mani Pulite. In cella anche l'ex
parlamentare pdl Grillo. "Cene da Berlusconi e contatti con Previti"
,di PIERO COLAPRICO e EMILIO RANDACI
Primo Greganti in una foto di due anni fa quando presentò il suo libro su Mani pulite (fotogramma)
Milano torna ai tempi di Tangentopoli. Angelo Paris, direttore pianificazione acquisti della Expo 2015, e Primo Greganti, storico esponente del Pci coinvolto in Mani Pulite, sono stati arrestati con altre cinque persone per un'inchiesta della Procura milanese su presunti episodi di turbativa d'asta e corruzione legati a Expo. Ordinanze di custodia in carcere anche per l'ex parlamentare dc Gianstefano Frigerio, l'ex parlamentare pdl Luigi Grillo, per l'intermediario Sergio Catozzo e l'imprenditore Enrico Maltauro. Ai domiciliari Antonio Rognoni, ex direttore generale di Infrastrutture Lombarde.
"La cupola degli appalti lombardi". Nelle carte dell'inchiesta compaiono anche i nomi di Silvio Berlusconi, Cesare Previti e Gianni Letta, che non risultano comunque indagati. Le intercettazioni, che vengono definite «clamorose», dagli inquirenti, arrivano fino alle ultime settimane del 2014. In Lombardia sarebbe esistita una vera e propria "cupola per condizionare gli appalti", alcuni dei quali relativi a Expo, hanno spiegato i pm titolari dell'inchiesta nel corso di una conferenza stampa, chiarendo che la 'cupola' prometteva "avanzamenti di carriera" grazie a "protezioni politiche" a manager e pubblici ufficiali.
Gli incontri al circolo Tommaso Moro. Era nella sede sociale del circolo culturale Tommaso Moro che l'organizzazione si sarebbe riunita. "Neppure con la più fervida immaginazione si poteva immaginare tanto", è il commento del procuratore capo Edmondo Bruti Liberati riferendosi al filosofo. In questo centro culturale, "riferibile alla famiglia di Frigerio", ha spiegato il pm Claudio Gittardi, "si tenevano riunioni giornaliere a cui partecipavano direttori generali di aziende ospedaliere, imprenditori, personaggi di rilievo politico". Se il centro dell'organizzazione "è Milano", gli esponenti non disdegnano la capitale: "E' a Roma, ogni mercoledì, che si svolgeva parte dell'attività associativa", aggiunge il pm Antonio D'Alessio.
La Tangentopoli di Expo: ecco i personaggi coinvolti
"Vi do tutti gli appalti che volete". Paris, 48 anni, è il top manager di Expo - con la qualifica di direttore pianificazione e acquisti - raggiunto da uno dei sette ordini di custodia cautelare con l’accusa di associazione per delinquere e turbativa d’asta. Uno degli appalti pilotati riguarda le case per le delegazioni straniere in arrivo all'Esposizione universale che Milano ospiterà nel 2015. Un altro è il famoso e discusso progetto sulle 'Vie d’acqua'. Si parla anche del progetto sulla 'Città della salute'. "Io vi do tutti gli appalti che volete, se favorite la mia carriera", ha detto Paris in un'intercettazione agli atti parlando con alcuni componenti dell'associazione per delinquere. Da una telefonata intercettata fra e un'altra persona emergerebbe "la circostanza per la quale Frigerio ha effettuato, a dire degli stessi sodali, un ulteriore intervento presso Roberto Maroni e presso Berlusconi per raccomandare la nomina di Paris presso Infrastutture Lombarde spa" dopo l'arresto di Antonio.
Duecento finanzieri in campo. Il blitz ha coinvolto 200 agenti della guardia di finanza. L’inchiesta è condotta dai pubblici ministeri Gittardi (pool antimafia) e D’Alessio (anticorruzione) e coordinata da Ilda Boccassini e dallo stesso procuratore capo Bruti Liberati. Che ha spiegato: "Abbiamo reciso nel più breve tempo possibile i rami malati, proprio per consentire a Expo di ripartire al più presto". E l'amministratore delegato di Expo 2015, Giuseppe Sala, non è coinvolto in alcun modo nell'inchiesta, ha rimarcato il pm Claudio Gittardi, il quale ha aggiunto che non sono stati sequestrati "atti dei procedimenti amministrativi in corso e quindi Expo può tranquillamente procedere e operare".
I faccendieri di Tangentopoli. La grande sorpresa è nel nome dei due faccendieri principali, che risalgono all’epoca di Tangentopoli. Greganti è il 'Compagno G', l'ex cassiere di Pci e Pds che rifiutò ogni collaborazione con i magistrati ai tempi di Mani Pulite. E Gianstefano Frigerio, ex segretario regionale della Democrazia cristiana, finito in carcere, poi fatto eleggere in Forza Italia e poi cacciato dal parlamento quando le condanne sono passate in giudicato. Era lui ad avere contatti anche con Berlusconi: spesso non per telefono, bensì con messaggi scritti e recapitati a mano. Ed è Berlusconi, in una cena collettiva su Expo, ad avere al tavolo lo stesso Paris, che si era «messo a disposizione» dei faccendieri. Greganti "copriva e proteggeva le cooperative", hanno spiegato i pm rimarcando anche che la "saldatura" fra lui e Frigerio "proteggeva le imprese riconducibili a tutti gli schieramenti politici".
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La 'tangente ridotta'. Cosa ci facevano assieme l’ex comunista, ormai settantenne, e l’ex dc di 75 anni? Di certo trafficavano sul fronte degli appalti e si dividevano una parcentuale di tangenti. I due hanno a che fare con appalti su ospedali lombardi e sul nucleare, ma arrivano anche dentro Expo e le tangenti venivano pagate sotto forma di contratti di consulenza (a Greganti) e in contanti (a Frigerio, il quale non vuole lasciare tracce scritte del denaro che prende). Pare che la tangente sia stata ridotta rispetto ai tempi di Tangentopoli: allora era il 5 per cento, adesso lo 0,80.
I contatti con Previti. Il costruttore di riferimento è Enrico Maltauro, che ha in effetti vinto una gara d’appalto: i faccendieri, avvertiti per tempo da Paris, ne rivendicano i meriti e quindi gli introiti illeciti. Insieme con questi quattro finiscono nei guai Sergio Cattozzo, una sorta di longa manus di Frigerio, e Luigi Grillo, ex parlamentare pdl, il cui nome è comparso anche in altre inchieste. E’ Grillo che porta un altro manager (che non è finito in carcere) a casa di Cesare Previti: c’è anche l’avvocato romano, condannato per corruzione dei giudici a favore di Berlusconi, nelle oltre 600 pagine dell’ordinanza di custodia. Non risulta comunque indagato, così come Gianni Letta (anche il suo nome compare nelle carte dell'inchiesta).
Rognoni e infrastrutture Lombarde. Il settimo arresto riguarda Antonio Rognoni, di Infrastrutture Lombarde (la stazione appaltante voluta da Roberto Formigoni): è agli arresti domiciliari per un’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo. Il monitoraggio degli affari loschi da parte della Procura essere stato capillare anche su Expo. Bisogna ricordare che a dar vita al blitz sono stati i rapporti occulti tra uomini della ‘ndrangheta e la sanità lombarda. Da lì un troncone d’indagine aveva portato all’arresto di Massimo Guarischi, molto vicino all’ex governatore Formigoni. E un altro a questa retata.
"Robledo non ha vistato gli atti". L'inchiesta è una di quelle citate dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo nel suo esposto al Csm, il Consiglio superiore della magistratura, contro il procuratore Edmondo Bruti Liberati per lamentare una serie di irregolarità nell'assegnazione dei fascicoli. Il procuratore ha spiegato oggi infatti che il suo aggiunto "non ha condiviso l'impostazione e non ha vistato" gli atti dell'inchiesta.
Le reazioni dei politici. "La politica non metta becco su indagini", è stato il primo commento del premier Matteo Renzi a proposito dell'inchiesta. "L'immagine del Paese non è legata alla indagini giudiziarie". E il ministro Dario Franceschini: "L'Expo non è a rischio e va avanti". Sulla vicenda interviene anche il governatore lombardo Roberto Maroni: "Sono convinto dell'assoluta necessità di assicurare assoluta pulizia. Per quanto mi senta addolorato da quanto successo, spero si possa procedere rapidamente nella realizzazione del crono-programma previsto" per Expo.
http://milano.repubblica.it/cronaca/2014/05/08/news/expo-85539313/?ref=HRER3-1
REAZIONE:A QUESTO PUNTO MI SEMBRA CHE NON CI SARA BISOGNO DI BOICOTT VERO E PROPIO.
ALTAMENTE SODISFATTO,PERO C'E' DA DIRE CHE QUESTA E' UNA STRANNA AZIONE GIUDIZIARIA:
1-QUANDO I PREGIUDICATI SONO QUELLI DELLA LEGA NORD(E I FORMIGONIANI FRA ALTRI LO SONO)E' ANCHE "TANGENTOPOLI"?:SI SA CHE QUESTA PAROLA HA UNA FORTE CARICA EMOTIVO-POLITICA PER QUI VIENE ASSOCIATA A QUEL PROCESSO ALLA MAFIA E ALLA SICILIA.QUINDI ANCORA COLPEVOLE,A PRESCINDERE DEL NOME E LA FILIAZIONE DEI DELINQUENTI E' QUELLO LA POPOLAZIONE SICILIANA CHE VIENE COSI STIMMATIZZATA ANCHE QUANDO NON C'ENTRA.STRANNA AZIONE GIUDIZIARIA.
-2-BERLUSCONI,GIANNI LETTA,CESARE PREVITI E MARONI SONO COINVOLTI MA NON VENGONO INDAGATI...."STRANNA AZIONE GIUDIZIARIA.
3-GLI ATTI DELLA GIUSTIZZIA NON C'ENTRANO CON IL GOVERNO E L'IMMAGINE DEL PAESE?CERTO,RENZI VUOLE SALVARE IL PATTO MA BERLUSCONI,IL SUO PRINCIPALE SOCIO E' COINVOLTO ANCHE CUA.
4-LA EXPO NON E' A RISCHIO?BEL OTTIMISMO CI VUOLE PER CREDERE QUESTE PAROLE DI FRANCESCHINI UNO DEI RESPONSABILI PRINCIPALI DELLE LARGHE INTESE,E DI MARONI FORTEMENTE COINVOLTO.
5-A QUESTO PUNTO QUESTA AZIONE COSI IMPOSTATA SEMBRA UNA AZIONE MEDIATICO-GIUDIZIARIA CHE IN QUALCHE MODO FAVORISCE ALLA LEGA.E CI VOLEVA DOPO LE ULTIMI CLAMOROSI PROCESSI A QUESTA ORGANIZAZZIONE VIOLENTISTA TERRORISTA NEMICA DELLO STATO ITALIANO,
MANTENERE IN ATTO LA RETORICA "TANGENTOPOLI" QUANDO TANTI DI QUELLI PROTAGONISTI SONO STATE O PROCESSATE PER GLI STESSI DELITTI CHE IMPUTAVANO A I SUOI ACCUSATI,E/O POLITICAMENTE SCONFITTI NELLE URNE(DI PIETRO E COSI VIA),E GLI ACUSATI MASSIMI DI QUESTA INCHIESTA SONO ANCHE LEGHISTI,AD ALTRI NON PUO GIOVARE CHE ALLA PROPIA LEGA,OVVIAMENTE.E MARONI NE PRENDE L'OCCASIONE.
INSOMMA IL PATTO SEMBRA REGGERE NON SOLO IN POLITICA
-VEDI QUESTO SCRITTO NELLA PUBBLICAZIONE ORIGINALE SULBLOG DEI "FATTI INTERNI",CLICCA:
http://spaziorealedottciancimino.over-blog.com/2014/05/faites-internes-1-continuation-279.html
5 LUGLIO 2014:ATTUALIZAZZIONE
VISTO IL SENSO CHE HANNO PRESO I FATTI SEMBRA CHE LA EXPO 2015 FALLIRA MISERAMENTE PER "IMPLOSIONE" DOVUTO ALLA CORRUZIONE "INTERNA" DEGLI ADETTI AI LVORI.I FATTI SONO TANTI E SI SUSEGUENO CON UNA VELICITA COSI IMPRESSIONANTE CHE PER IL MOMENTO SI PREGA DI LEGGERLI DIRETTAMENTE SUI MIEI POST DEI "FATTI INTERNI",CLICCA:
http://dottgiuseppeciancimino.bloog.it/faites-internes-1c...
http://dottgiuseppeciancimino.bloog.it/faites-internes-1c...
http://dottgiuseppeciancimino.bloog.it/faites-internes-1c...
http://dottgiuseppeciancimino.bloog.it/faites-internes-1c...
http://dottgiuseppeciancimino.bloog.it/faites-internes-1c...
http://dottgiuseppeciancimino.bloog.it/faits-internes-1co...
-16 AGOSTO 2014:ATTULIZAZZIONE
MICROSOFT IN EUROPA:BOICOTTEARE IL DIGITAL VENEZIA
15 AGOSTO 2014:LA GENERAZIONE TELE(VIZIO)IN AZIONE
-SUL CORRIERE DELLA SERA:
Garante delle comunicazioni
Dopo Digital Venice, è la volta della presentazione alla Camera della relazione annuale del Garante delle Comunicazioni, altro tassello che compone il puzzle del digitale nostrano e dà importanti indicazioni sull’approccio futuro. In particolare, è stata la presidente della Camera Laura Boldrini ad aprire l’evento sottolineando la necessità di stabilire, anche in occasione del semestre europeo di presidenza italiana, “nuove regole” per non rimanere sotto lo scacco di altri Stati o di colossi del settore. Dopo aver citato i temi di neutralità della Rete, privacy dei dati e odio online, Boldrini ha parlato dell’importanza di “ridurre il divario digitale che rappresenta il nuovo volto della vecchia disuguaglianza” e ha invitato a non “trascurare il pluralismo dei media” in nome “dell’attenzione richiesta alla Rete”. In linea l’intervento del presidente dell’Autorità Angelo Cardani, che ha ricordato la recente introduzione del regolamento per la tutela del diritto d’autore online, ed è entrato nel merito delle nuove aree in cui andare a dettare, anche livello europeo, legge: fra le priorità il rapporto fra i cosiddetti Over The Top, i vari Google o Skype, e gli operatori tradizionali di telecomunicazioni che devono sottostare a “regolamentazione ex ante”, le politiche legate allo spettro radio tenendo conto “dei crescenti fabbisogni della banda larga mobile per sostenere lo sviluppo dell’Internet delle cose” e il ruolo dell’Agcom in materia di Big Data e Open Data, tornando sulla privacy su cui si è soffermata la presidente Boldrini. E ancora, condizioni di utilizzo delle applicazioni e tutela dei minori.
15 luglio 2014 | 12:57,© RIPRODUZIONE RISERVATA
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http://www.corriere.it/tecnologia/mobile/14_luglio_15/rapporto-agcom-boldrini-il-digital-divide-nuova-diseguaglianza-be0744f2-0c0c-11e4-b3f9-bc051e012a1f.shtml
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REAZIONE:A CONTO DI PIU
1-LA NUOVA ERA NON RICONOSCE A LAURA BOLDRINI NE A NESSUN INTEGRANTE DI QUESTO “GOVERNO” GOLPISTA NESSUNA COMPATIBILITA CON LA NUOVA ERA:NE CON LA SUA ESSENZA,NE CON LA SUA VISIONE DEL MONDO.
2-IL DIGITAL DIVIDE E’ UN ARGOMENTO GIA DISCUSSO E LAUDATO IN QUESTE PAGINE E NON TORNERO SU ESSO.BASTA DIRE CHE IN REALTA NON ESSISTE NESSUN DIGITAL DIVIDE,E SE MANCANZA DI COPERTURA ADLS C’E’ E’ DOVUTA SOLTANTO ALLA MANCANZA DI CONCORRENZA,CIO’E’ ALLA MANCANZA DELLE DOVUTE LIBERALIZAZZIONi E RIFORME CHE HANNO PROMESSO E MAI COMPIUTO SIA BERLUSCONI,CHE MONTI,CHE RENZI.
3-NON ESSISTE NESSUNA CONTRAPOSIZIONE “PLURALISMO DEI MEDIA” E “L’ATTENZIONE RICHIESTA DALLA RETE”:LA NUOVA ERA E’ QUELLA DELL’INTEGRAZIONE DEI VECCHI MEDIA,QUELLI DELLA TELEVISIONE E RADIO TRADIZIONALI FRA ALTRI,ALLA RETE.I NUOVO MEDIA (NON I SOCIAL MEDIA VOLUTE DA OBAMA),QUELLI CHE FUNZIONANO NELLA RETE,SONO I SOLI MEDIA ESSIETENTI.PRETENDERE ALTRO SIGNIFICA SOLO CONVALIDARE IL PATTO SEGRETO FRA RENZI E BERLUSCONI PER SALVARE I SUOI MEZZI TRADIZIONALI LE QUI ONDE APPARTENGONO ALLO STATO DOVE DEVE RESTITUIRLI.IL SISTEMA GIUDIZIARIO AVEVA PROMESSO FARLO E DEVE COMPIERE O METTERLI SOTTO ACCUSA.
QUESTE PAROLE DELLA BOLDRINI CHE PRETENDE MISCONOSCERE I NUOVI MEDIA UNIVERSALMENTE ACETTATI E ADOPERATE SONO LA PROVA PALESE CHE IL PATTO SEGRETO CON MEDIASET ESSISTE E SI ADEGUANO ALLE PRETESE DI QUESTA MAL CHIAMATA GENERAZIONE “TELEMACO” CHE VUOLE “ADOSSARSI” ALLA NUOVA ERA IN ITALIA.SONO COSE DIVERSI,SONO INCOMPATIBILI E GLI OPERATORI NUOVA ERA SAPRANNO SMONTARE QUESTO ENGENDRO POLITICO DELLE LARGHE INTESE: TELE-VIZIO ALTRO CHE TELEMACO SONO.VIA.FUORI DELLA NUOVA ERA GIA INSEDIATA IN ITALIA.UN ESSMPIO?:ALTRI GIOVANI CHE IN AMERICA HANNO ADERITO ALLA NUOVA ERA DOVREBERO ESSERE LO SPECCHIO A GUARDARSI,VITTORIA CLINTON,LA FIGLIA DI HILLARY E’ FRA I PIONIERI DEL GIORNALISMO DEI NUOVI MEDIA DOVE LAVORA.ESSITONO E NON SONO QUELLI DI BERLUSCONI.
4-I DIRITTI DI AUTORE ONLINE DI QUI PARLA QUESTO ANGELO CARDINI NON ESSISTONO:VA TUTELATA LA “PROPIETA INTELLETUALE” E NON UN MUCCHIO DI PROCEDURE BUROCRATICI CHE ALTRO CHE CARTA STRACCIA NON SONO.
Venezia – I giovani spesso arrivano prima, soprattutto se si parla di
digitale. Così è avvenuto a Venezia, dove 161 innovatori provenienti da
24 Paesi hanno animato il primo giorno di Digital Venice, settimana
lagunare di eventi dedicati alla strategia digitale europea. L’evento
clou sono gli interventi di Matteo Renzi e Neelie Kroes. Il presidente
del Consiglio e il vice-presidente della Commissione europea firmeranno
la cosiddetta Carta di Venezia per provare a fissare i punti attorno cui
costruire la politica digitale europea che caratterizzerà il semestre
di presidenza italiana appena iniziato. Anche per l’Italia potrebbe
rivelarsi una giornata cruciale: Renzi dovrebbe annunciare il nome del
direttore dell’Agenzia per l’Italia digitale, ente a cui spetta la
concretizzazione di norme e decreti in materia. Nelle ultime ore sono
calate le quotazioni di Stefano Quintarelli, deputato di Scelta Civica e
in quanto tale in possibile conflitto con il ruolo, mentre appare
un’ipotesi plausibile quella di Alessandra Poggiani, padrona di casa qui
a Digital Venice.
Il premier e la riunione con i Big della tecnologia
Il premier Renzi con il ministro Madia in vaporetto a Venezia (da Instagram)
Aperte anche le partite del Digital champion, figura che deve rappresentare la spinta innovativa del Paese, e del presidente del Comitato d’indirizzo, altra gamba di cui il tavolo digitale nostrano ha bisogno per stare in piedi. “Sono nodi da sciogliere in fretta; scelte cruciali per assicurarsi che l’orientamento politico sia declinato in maniera coerente”, dichiara al Corriere della Sera il sottosegretario con delega alle politiche europee Sandro Gozi. Dei temi caldi sul tavolo comunitario, invece, Renzi e Kroes hanno parlato a porte chiuse con colossi del settore come Huwaei, Samsung, Microsoft, Facebook, Google e Amazon. Dalle opportunità, con una spinta del Pil di 5 punti percentuali, alle sfide, tassazione dei colossi americani e neutralità della Rete su tutte. L’Italia e Matteo Renzi, che del digitale ha sempre fatto una bandiera per ora più sventolata che issata, hanno l’opportunità di farsi portatori del cambiamento di passo. Abbiamo, è il Censis ad averlo calcolato, tutto da guadagnarci: il ritardo attuale ci costa 10 milioni di euro al giorno. 3,6 miliardi all’anno, per citare una cifra che fa ancora più impressione. Senza (economia) digitale è difficile ripartire.
Il documento di Restart Europe
I giovani startupper di Restart Europe, così si chiama l’evento di lunedì, più che da questi numeri sono partiti dalle loro priorità nei campi di economia, smart city, lavoro, democrazia ed educazione. Il documento redatto a fine giornata è stato consegnato a Renzi e Kroes per affiancare le necessità dei colossi già presenti sul mercato a quelle delle nuove leve. Si propone la creazione di un quadro normativo unico a livello comunitario per le imprese innovative gestibile attraverso una piattaforma online. E si riceve, contestualmente, il plauso del sottosegretario all’Economia Pier Paolo Berretta: “Senza mercato unico il milione di posti di lavoro atteso dalle startup rimane un miraggio”, ha commentato. Per incoraggiare gli investimenti di Venture capital, al momento dieci volte meno consistenti di quelli statunitensi, la carica dei 161 ha pensato a incentivi fiscali per gli sforzi privati e a fondi per l’economia digitale. Per ogni euro investito da un privato, ad esempio, la Bce potrebbe mettercene uno di tasca sua. Le città potrebbero invece beneficiare di una carta d’identità europea con cui accedere ai servizi fisici e digitali senza limite alcuno nel Vecchio Continente.
Attesa per il direttore di Agid
Per l’Italia si tratta di un discorso particolarmente attuale, essendo il decreto per l’identità digitale in rampa di lancio e in attesa dell’intervento dell’Agid, che sta a sua volta aspettando il nuovo direttore. Mentre l’Italia aspetta, insomma, la giovane europa sogna di correre. Sempre nelle metropoli digitali, potrebbero essere utili delle ricompense per i cittadini e le istituzioni virtuosi e un sistema di recensioni sui servizi offerti. Pensando al lavoro, invece, si spazia dal ‘reverse internship’, stage dei dipendenti delle aziende nelle startup per sporcarsi le mani con la cultura dell’innovazione, a un fondo pensione pan-europeo che incoraggi gli spostamenti dei lavoratori e alleggerisca gli oneri delle aziende che vogliono assumere all’estero.
Amministrazione digitale
L’amministratore delegato di Microsoft Italia – a cui si deve l’organizzazione di Restart Europe – Carlo Purassanta vede di buon occhio le contaminazioni tra realtà consolidate e nascenti soprattutto nell’ambito di ricerca e sviluppo: “Più dell’80% delle imprese fa ricerca in un una sorta silo separato da tutto il resto. È un approccio troppo vecchio, bisogna entrare in una modalità di innovazione collaborativa”. Tornando alle proposte, il rapporto ideale con i vertici è quello che si risolve in un clic: governi e amministrazioni pubbliche dovrebbero ‘arrendersi’ alla democrazia partecipativa e a pubblicare e discutere su apposite piattaforme spese e processi decisionali. Il cittadino deve aver accesso a un unico portale per ottenere informazioni, dialogare con gli amministratori e ottenere documenti o indirizzi. Per dare una spinta all’educazione bisogna invece partire dagli insegnanti e fornire loro piattaforme aperte per aggiornarsi e condividere le competenze su un nuovo tipo di didattica. Gli istituti, oltre a ospitare corsi di programmazione fin dalle elementari, devono anche essere messi in condizione di acquistare dispositivi tecnologici in modo consapevole. Insegnare alle scuole, quindi. Formare le aziende con le startup, come detto in precedenza. Il digitale che arriva prima. Anche a Venezia, in attesa della lista delle priorità dei grandi, è andata così.
8 luglio 2014 | 10:24,© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/tecnologia/economia-digitale/14_luglio_08/digital-venice-strategia-digitale-europea-semestre-italiano-98af2896-0676-11e4-addf-a4fb93907d37.shtml
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REAZIONE:NATURALMENTE,NON BISOGNA DIRE CHE LA NUOVA ERA VEDE DI MAL OCHIO QUESTA AMBIZIOSA INIZIATIVA DI MICROSOFT IN COLLABORAZIONE CON UN GOVERNO GOLPISTA COME QUELLO DI RENZI,PIAGATA DI BUONE INTENZIONI CHE PERO RESTA SOLO UNA ESPRESSIONE DI DESIDERIO.IL FATTO CHE PER L’INCONTRO SIA STATA SCELTA LA CITTA DI VENEZIA E’ LA PROVA PALESE CHE SI TRATTA DI UN INTENTO DI UISURPAZIONE DELLA VISIONE DEL MONDO DELLA NUOVA ERA .RISULTA CHIARO CHE MICROSOFT NON HA IMPARATO LA LEZIONE DELLA NUOVA ERA CHE DOPO QUEL CONCORSO DOVE HA RESPINTO LE MIE TESI AL RIGUARDO HA FINITO PER SMORONARSI E SCOMPARIRE.ORA CHE LI HA ADOTTATE CCONVERTENDOSI ALLA NUOVA ERA CON QUESTE INIZIATIVE TORNA A ZOPPICARE CON LA STESSA PIETRA:NULLA DI QUANTO PROIETTATO SOPRA ANDRA A BUON PORTO,RESTA SOLO COME DETTO PRIMA,UNA ESPRESSIONE DI DESIDERIO DI UN MUCCHIO DI “BUONE INTENZIONI” CHE ALTRO NON FANNO CHE CERCARE DI USURPARLA.SI VEDE DIETRO L’INIZIATIVA LA MANO DI BILL CLINTON,IL NEOLIBERALE PARRINO POLITICO DI RENZI.SOSPETTO CHE MICROSOFT DA ORA IN AVANTI TORNERA A PERDERE TERRENO FRA I BIG DELLA TECNOLOGIA.LA NUOVA ERA LI RITIRA OGNI FIDUCIA E INVITA AI SUOI OPERATORI A BOICOTTEARE QUESTE INIZIATIVE:IL GENIO INNOVATIVO NON SI AQUISTA IN FARMACIA.INUTILE INSISTERE IN QUESTA VIA.
3-”I giovani startupper di Restart Europe” ALTRO NON SONO CHE QUESTA GENERAZIONE TELE-VIZIO.(A)
4-A PURASSANTA LO SI VEDE OSSESIONATO DAL PROCESSO INNOVATIVO E LA RICERCA E QUINDI SI FA ECO DELL’ESPERIENZA DI MICROSOFT CHE L’HANNO PORTATA AL FALLIMENTO COME AVANGUARDIA DELLE TELECOMUNICAZIONI E “vede di buon occhio le contaminazioni tra realtà consolidate e nascenti soprattutto nell’ambito di ricerca e sviluppo”:IN MICROSOFT NON C’E STATA NESSUNA “CONTAMINAZIONE” FRA “REALTA CONSOLIDATE E NASCENTI”,DOPO CHE GOOGLE HA ACCOLTO LE MIE TESI SCIENTIFICI RESPINTI DA MICROSFT IN AVANTI LA REALTA DI QUESTA AZIENDA E STATA SOLO QUELLA DELLO SMORONAMENTO CONTINUO(INSIEME AL SISTEMA PC FISSO)FINO ARRIVARE AD OGGI ASSOLUTAMENTE SMORONATA A MANO DEL MOBILE.PENSAVO CHE LA CONVERSIONE ALLA NUOVA ERA FOSSE GENUINA PERO—–
“INNOVAZIONE COLLABORATIVA?.RIPETO,IL GENIO INNOVATIVO NON SI COMPRA IN FRMACIA E MICROSOFT NON SEMBRA AVERE UNO SPECIALE FIUTO NEL TROVARLO:”CIO CHE NATURA NON DA LA NUOVA ERA NON IMPRESTA”.I GIOVANI TELEMACI SONO CONTAMINATI SI MA DALLA CULTURA DEI MEZZI TRADIZIONALI E QUINDI SONO CONDANNATI AL FALLIMENTO IN ANTICIPO,NELLA NUOVA EUROPA DELLA NUOVA ERA NON PROSPERERANNO.
IL SETTORE PATTISTA DEL PARTITO DEMOCRATICO NON E’ LA PRIMA VOLTA CHE PROVA AD USURPARE LA NUOVA ERA:CI AVEVA PROVATO DALEMA,HA FALLITO MISERAMENTE E SCOMPARSO DELLA SCENA POLITICA,NON SARA MEGLIO IL FUTURO DI RENZI.
(A)TENTATIVA DI DOPPIAGGIO E INVERSIONE “TECNICA”?:
IL SISTEMA OPERATIVO DELLA MIA NETBOOK (PIATTAFORMA MOBILE QUINDI)CHE ADOPERO IN ITALIA E UN “WINDOWS STARTER”.
COME VOI SAPETE LE AREE DI ATTIVAZIONE DEI PRODOTTI CONNESSI GLOBALMENTE ALLA RETE INTERNET SONO DIVISI IN 4 AREE CHE CORRISPONDONO A DIVERSI CONTINENTI.IL MIO SISTEMA OPERATIVO,STARTER PERO, E’ DI ATTIVAZIONE SOLO IN LATINOAMERICA,ANCHE SE DOPO PUOI USARLO OVUNQUE.
NE QUANDO SONO IN ITALIA NE QUANDO SONO IN LATINO AMERICA IL MIO “STARTER” E’ USATO DA ALTRI CHE DA ME,E TANTO MENO DA QUESTI “giovani (STAR)tupper di Restart Europe”.
TRANNE CHE PER QUALCHE RIPARAZIONE TECNICA IL MIO NETBOOK E’ DI USO ASOLUTAMENTE PERSONALE,RISERVATO E PRIVATO.
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-APPENDICE 2:NADELLA,INIZIA MALE
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-SU LE MONDE,Blogs
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18 juillet 2014, par Jean-Baptiste Jacquin
Microsoft: Des paroles… et des actes
Satya Nadella, directeur général de Microsoft (n.bhupinder-CC BY 2.0)
J’ai une bonne et une mauvaise nouvelle, par laquelle voulez-vous que je commence ? Ce dilemme de cour de récréation se pose rigoureusement dans les mêmes termes pour les chefs d’entreprise.
Satya Nadella, le nouveau directeur général de Microsoft, a lui aussi été obligé de trancher. Dans un e-mail adressé, le 10 juillet, aux salariés du groupe américain de logiciels, le successeur de Bill Gates et de Steve Ballmer a promis « un changement de culture ».
Mercredi 16 juillet, M. Nadella a eu l’occasion de préciser sa « vision stratégique » pour le groupe dont il a pris les rênes en février. Dans une de ces grand-messes dont les multinationales ont le secret, il s’est retrouvé seul sur une estrade, face à plusieurs milliers de « partenaires » de Microsoft, venus du monde entier pour cinq jours.
Tel une rock-star, il a fait son Bercy, à Washington ! Un discours enthousiaste d’une heure, sans notes, arpentant la scène dans un costume sombre, chemise grise ouverte.
Un vrai bonheur
« Nous sommes dans un monde plus global où 3 milliards de personnes ont un terminal connecté à Internet, où plus de 200 milliards de capteurs et de terminaux seront en circulation en 2020. S’il n’y a pas le cloud [l’informatique à distance], il n’y aura pas d’expérience globale possible. C’est une opportunité extraordinaire. »
M. Nadella définit un nouveau credo pour Microsoft : « Le mobile d’abord, le cloud d’abord. » « Tout cela va représenter une explosion des dépenses dans les technologies de l’information. »
« C’est l’une des raisons pour lesquelles être dans cette industrie est un vrai bonheur. Il n’y a pas un secteur de l’économie, de l’industrie ou de la vie des gens où les logiciels et les objets fonctionnant avec des logiciels ne sont pas un élément essentiel. »
Etre capable de galvaniser une salle fait partie des talents exigés d’un grand patron. C’est pourquoi M. Nadella ne s’est pas arrêté là. Il en est venu au rôle que pouvait jouer « l’entreprise dans laquelle [il] a passé toute [sa] vie d’adulte ». Il a 47 ans et y travaille depuis vingt-deux ans.
Accomplir davantage
« Nous sommes l’entreprise et l’écosystème qui vont bâtir la productivité et les plates-formes pour ce monde du mobile first cloud first (…) Nous allons permettre à chacun et à chaque organisation de la planète de faire plus, d’accomplir davantage. C’est notre mission, c’est dans notre âme, c’est ce que nous allons faire. »
Le lendemain, jeudi, il annonçait la suppression de 18 000 postes dans le groupe. Une décision dont personne n’avait anticipé l’ampleur. La mauvaise nouvelle risque fort d’éclipser la bonne sur « les opportunités formidables ».
La veille encore, M. Nadella expliquait que l’une de ses principales tâches était de « rechercher comment permettre aux salariés de Microsoft de donner le meilleur d’eux-mêmes ». A chacun sa méthode.
http://ecobusiness.blog.lemonde.fr/2014/07/18/microsoft-des-paroles-et-des-actes/
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REAZIONE:QUESTO NADELLA NON E” QUELLO CHE LA NUOVA ERA SI ASPETTAVA,QUALCOSA HA CAMBIATO DOPO LA NOMINA E QUINDI INIZIA CON MAL PIEDE.
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16 AGOSTO 2014:AMAZON IN CONFLITTO CON L’INDUSTRIA DEL LIBRO
-SU LE MONDE,Technologies
Filippetti accuse Amazon de « pratiques inqualifiables »
LE MONDE | 12.08.2014 à 11h15 ,Mis à jour le 12.08.2014 à 18h21 | Par Olivier Faye
Si le CETA consacre l’ouverture des débats au public et la publication de tous les documents relatifs à l’arbitrage, il autorise à se soustraire à ces obligations si des informations commerciales confidentielles sont en jeu.
Il s’agit d’une mesure qui « prive substantiellement l’investisseur des attributs fondamentaux de propriété sur ses investissements ». Reconnaissant qu’il faudra procéder au cas par cas, le texte recommande de prendre en considération les « effets économiques » et de chercher à savoir si la mesure porte « atteinte aux attentes définies et raisonnables fondées sur l’investissement ».
L’annexe précise aussi que les mesures servant des « objectifs légitimes d’intérêt public, tels que la santé, la sécurité ou l’environnement » ne relèvent pas de l’expropriation, « sauf dans les rares circonstances où l’impact de la mesure [...] apparaît manifestement excessif ».
En cas d’incertitude sur l’interprétation du texte, il est prévu qu’un comité canado-européen publie des avis pour le clarifier, que les arbitres devront respecter.
Maxime Vaudano ,Journaliste au Monde.fr
Al vertice Asem di Milano è guerra fredda Merkel-Putin. Ma Renzi è ottimista: “E’ iniziato un percorso…”
Pubblicato: 17/10/2014 21:40 CEST Aggiornato: 17/10/2014 21:42 CEST
Che Angela Merkel non si fidi di Vladimir Putin è noto dall’invasione russa in Ucraina dopo la firma del protocollo di Minsk sul cessate il fuoco. Ma il vertice euroasiatico di Milano, l’Asia Europe Meeting (Asem) terminato oggi e dominato dalla crisi tra Mosca e Kiev, ha di fatto cristallizzato una sorta di guerra fredda tra i due ‘giganti’ di Berlino e Mosca. Lei che parla russo, la leader europea che meglio conosce il dossier ucraino. Lui, magnetico, calmo da non perdere mai la pazienza, eppure irremovibile sul punto che a lei sta più a cuore: elezioni democratiche in Ucraina. Su questo tema a Milano è muro contro muro. Ma nonostante il gelo e la diffidenza, nelle girandole di incontri del vertice Asem è successo qualcosa, è la lettura di Palazzo Chigi: “Scintille di ripresa di confronto”. Renzi è ottimista.
Già in mattinata, si è capito che l’aria a Milano era pesante, alla colazione di lavoro che ha messo intorno allo stesso tavolo Merkel, Putin, il ‘padrone di casa’ Renzi, il ministro Federica Mogherini (quasi lady Pesc), il presidente francese Francois Hollande, il premier britannico David Cameron e, soprattutto, il presidente ucraino Petro Poroshenko. La scena è più o meno questa: tavolo rotondo, da una parte la Cancelliera, già nervosa – dicono i rumors – per non essere riuscita a ottenere un bilaterale con Putin ieri sera, prima che il presidente russo incontrasse il presidente Giorgio Napolitano. Motivo: l’imperdonabile ritardo del leader russo. Di fronte alla Merkel, Putin: rilassato eppure inflessibile, in maniche di camicia bianca come Renzi e Poroshenko, i soli senza giacca, mentre Hollande e Cameron sono rimasti nella tenuta di ordinanza, giacca e camicia azzurrina, malgrado i toni non certo formali della discussione. Merkel insiste sul rispetto del Protocollo di Minsk, lo legge addirittura in russo per parlare direttamente a Putin, insiste sulla necessità di risolvere il tema delle elezioni in Ucraina, con le regole vigenti in Ucraina, anche nelle regioni ribelli. Lui non si smuove.
E’ per questo che a metà giornata Merkel parla di “nessuna apertura” da parte del presidente russo. A Milano insomma si sfiora lo strappo diplomatico. Ma alla stessa colazione di lavoro della mattinata, dove anche Hollande usa toni duri con Putin sul nodo delle elezioni a Kiev e nelle regioni ribelli e dove Renzi e Mogherini assumono il ruolo di stemperare le tensioni, è Merkel a insistere per sfruttare il resto della giornata per continuare gli incontri, per non lasciarsi così. Obiettivo: evitare la catastrofe. E infatti nel pomeriggio va un po’ meglio. Il bilaterale tra Putin e Poroshenko porta ad un ‘mezzo’ accordo sulla questione del gas russo: almeno per l’inverno, Mosca non taglierà i rifornimenti a Kiev. E il tavolo tra allargato tra i leader (Italia, Germania, Gran Bretagna, Francia, Russia, Ucraina) dà la disponibilità anche italiana, che si aggiunge quindi a quella francese e tedesca, a “fornire droni e personale militare necessario all’impiego dei mezzi” per il pattugliamento delle zone di frontiera tra Ucraina e Russia, in attuazione del protocollo di Minsk.
Ma è il cosiddetto ‘quartetto normanno’ – Germania, Francia, Russia e Ucraina – a occuparsi di quella che Merkel definisce “la questione cruciale”. Cioè il tema delle elezioni. E all’interno dello stesso quartetto è un po’ come se la questione fosse lasciata all’iniziativa della Merkel, lei che conosce bene la questione ucraina, che capisce Putin mentre parla il russo, ne nota tono e inflessioni della voce, mentre gli altri devono accontentarsi della fredda traduzione. Il timore è che Putin possa metterci il cappello, piazzare i suoi a Kiev, magari arrivare a un referendum separatista e risolvere la questione ucraina così: con le urne, ‘democraticamente’. E su questo l’aria a Milano non si è alleggerita.
Ma nonostante ciò per Renzi e la presidenza italiana dell’Ue il bilancio sul vertice Asem è positivo per quello che si può prendere di positivo. Sia perché ha portato a Milano leader europei e asiatici al massimo livello, consolidando la rete commerciale ed economica che il premier ha cominciato a costruire nei mesi scorsi con i suoi bilaterali in Vietnam, Kazakhistan e altri paesi emergenti dell’Asia. Sia perché la due giorni internazionale nel capoluogo lombardo ha comunque segnato passi in avanti nel confronto tra occidente e Russia sulla questione Ucraina, ha prodotto incontri a raffica, ha riportato i riflettori sul braccio di ferro Mosca-Kiev che di fatto blocca l’iniziativa internazionale su dossier ancora più scottanti, come quello delle minacce del califfato dell’Isis tra Iraq e Siria.
Innanzitutto, Renzi è soddisfatto per essere riuscito a portare allo stesso tavolo Putin e Poroshenko: non era scontato, il primo parla russo nei consessi internazionali, il secondo parla inglese. Per dire di quanto i due vogliano mostrarsi distanti agli occhi della comunità internazionale. Eppure a Milano hanno anche avuto dei bilaterali. E poi Renzi stesso oggi a margine del vertice Asem ha avuto il suo primo incontro a quattr’occhi con Putin. Anche questo non è un risultato da poco per Palazzo Chigi.
Perché l’obiettivo della presidenza italiana di turno dell’Ue è riportare la Russia “a giocare un ruolo nelle principali questioni internazionali, numerose e preoccupanti”, dice Renzi. E lo ha detto anche a Putin, nel corso di un pranzo di lavoro durato un’ora e mezza in Prefettura a Milano, davanti ad una tavola apparecchiata con fiori bianchi. Per dirla in altre parole, oggi che sulle spalle dell’occidente pende la minaccia dell’Isis – e anche l’incognita ebola – è più che mai necessario chiudere la crisi Ucraina nel migliore dei modi e riportare Mosca alle responsabilità internazionali. E’ anche per questo che al vertice di Milano non si è parlato di sanzioni alla Russia: un modo per stemperare il clima dei mesi scorsi. E se l’obiettivo non è perfettamente riuscito, a sera Renzi raccoglie gli aspetti positivi. “No nonsense” era la linea del premier per questo vertice, costruito senza pretese roboanti e senza fare “catering diplomacy”, dicono i suoi. Modalità sobria, processo avviato, anche è per il momento è solo una “scintilla”.
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http://www.huffingtonpost.it/2014/10/17/asem-milano-renzi_n_6004612.html?1413574864&utm_hp_ref=italy
REAZIONE:RENZI CINA E RUSSIA
-IL MEZZO BICHIERE VUOTO:RENZI E CINA COMUNISTA,LA QUESTIONE ECONOMICA ASIATICA
“Ma nonostante ciò per Renzi e la presidenza italiana dell’Ue il bilancio sul vertice Asem è positivo per quello che si può prendere di positivo. Sia perché ha portato a Milano leader europei e asiatici al massimo livello, consolidando la rete commerciale ed economica che il premier ha cominciato a costruire nei mesi scorsi con i suoi bilaterali in Vietnam, Kazakhistan e altri paesi emergenti dell’Asia.”
SU QUESTO IL MIO PARERE L’HO ESPRESSO SOPRA,E QUELLA RESTA LA MIA OPINIONE:QUESTA RETE COMMERCIALE DI RENZI NON APPARTIENE ALLA NUOVA ERA E NON HA ALCUNA POSIBILITA DI SUCCESO.QUELLA PIAZZA E’ GIA OCCUPATA.E POI RENZI NON DURERA.
-IL MEZZO BICHIERE PIENO:RENZI E RUSSIA,L’UKRANIA,IL NEOLIBERALISMO E LA NUOVA ERA DELLE REGIONI LIBERATI. SUCCESSO ASSOLUTO,”COMMANDA” LA NUOVA ERA:LE REGIONI LIBERATI DELL’EST UKRAINO RESTANO LIBERATI E LA MERCKEL CHE COME HO GIA ESPRESSO NON COMMANDA PIU HA VISTO FRUSTRATE LE SUE INTENZIONI DI ANNESSARSI QUELLE TERRITORI NUOVA ERA.HA FALLITO PRIMA PER LA FORZA E COME HO PRECONIZZATO DALL’INIZIO IN QUESTE PAGINE HA VINTO LA NON BELIGERANZA RUSSIA-KIEV LIBERANDO COSI GLI SFORZI INTERNAZIONALI PER OCCUPARSI DEL PERICOLO DELLO STATO ISLAMICO.IL NEOLIBERALISMO NON C’E’ L’HA FATTA. E HA FALLITO ORA ANCHE CON LA SUA PERFIDA OFFERTA DI ELEZIONI GENERALI DOVENDO ACONTENTARSI DOPO LA NEGATIVA DI PUTIN A ELEZIONI CONGIUTE CON LE ZONE LIBERATI,CON LA FORNITURA DEL GAS RUSSO.KIEV HA FATTO COLPO DI STATO COME L’ITALIA E NON MERITAVA ALTRO,ANZI…LE PAROLE DI PUTIN IN QUESTO SENSO SONO LE MIE PAROLE.E SI HA LIMITATO SOLO A CONCESSIONI UMANITARIE SIA CON KIEV PER VIA DEL GAS CHE CON DONESTK E LUGHANS PER VIA DEL CONVOGLIO DEI CAMION.INSOMMA DONESTK E LUGHANS MALGRADO IL VORACE APETITTO DEI NEOLIBERALI DI KIEV COMMANDATI DALLA MERCKEL RESTANO ZONE LIBERTI SIA DALL’UNIONE EUROPEA CHE DALLA RUSSIA.LA MERCKEL COME RENZI DOVREBBERO COMMINCIARE A PENSARE AL SUO RITIRO.
LA VISITA DI PUTIN A BERLUSCONI?BHE UN GESTO UMANITARIO COME IL GAS A RUSSIA E IL CONVOGLIO A DONESTK,UNA VISITA DI PROTOCOLARE CORTESIA AD UN VECCHIO CONOSCENTE CADUTO IN DISGRAZIA.SOLO UN GESTO UMANITARIO NON SCAVALCABILE TRATTANDOSI DELLA PRESENZA A MILANO PERO SENZA CONSEGUENZE POLITICHE DI ALCUN GENERE BERLUSCONI E’ IL PASSATO ANCHE PER PUTIN.
VVEDI QUESTO SCRITTO NELLA PUBBLICAZIONE ORIGINALE NEL MIO BLOG DEI FATTI INTERNI:
http://dottgiuseppeciancimino.bloog.it/faites-internes-continuation-158.html
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-NOTA SULL'ESPRESSO:
Enel, soprattutto. Ma anche Eni, Telecom, Vodafone, Sky, Lottomatica, Sisal, Autostrade per l'Italia, Nestlé, Farmindustria e il gruppo Cremonini. Sono i generosi sponsor della fondazione VeDrò, da cui nasce la rete di potere del premier incaricato. Chissà se avranno qualcosa in cambio (25 aprile 2013)
Vedrò, anzi vedremo: «Dobbiamo lavorare molto sul tema delle privatizzazioni», è la posizione nota di Enrico Letta: «Il patrimonio pubblico è ancora enorme: bisogna cominciare a mettere nel mirino nuove privatizzazioni pezzi di Eni, Enel e Finmeccanica». E poi: «Sarà uno dei temi del nostro governo, quando gli elettori ci faranno governare», conclude il prossimo Presidente del Consiglio.
Sul tema dei finaziamenti privati ai think-tank, Mattia Diletti, docente e ricercatore di scienza politica all'Università La Sapienza di Roma, ha fatto un lavoro molto articolato: «Questo tipo di fondazioni politiche hanno bilanci molto simili e possono contare su budget medi di 800 mila euro». E Vedrò? «E' poco sopra la media», dice Diletti. «Quello che colpisce però del sistema di finanziamento riguarda soprattutto i finanziatori piuttosto che i finanziati», spiega: «Sono prevalentemente ex monopoli pubblici, che hanno un rapporto ancora stretto con la politica e che finanziano un po' tutti, con cifre ridotte, a pioggia, sia la destra che la sinistra.
Funziona un po' «all'americana», dice Diletti. E come si riempie, in America, un bilancio da 800 mila euro? Lo si capisce prendendo in mano una qualunque brochure delle attività di Vedrò. Enel, Eni, Edison, Telecom Italia, Vodafone, Sky, Lottomatica, Sisal, Autostrade per l'Italia, Nestlé, Farmindustria, il gruppo Cremonini (la carne Montana): sono tante le aziende che concorrono al fabbisogno del pensatoio.
Quello che non sappiamo è quanto sia il contributo specifico di questi sponsor, quali sono economici e quali invece in servizi. Quello che sappiamo è che gli sponsor hanno spesso un ruolo attivo, all'interno del dibattito, contribuendo al contenitore ma anche al contenuto.
Enel, ad esempio, promuove così l'appuntamento estivo di Vedrò, sul proprio sito: «Un think-net aperto e dedicato anche alla mobilità elettrica e alle smart cities», dove «Enel, sponsor della manifestazione, è protagonista del working group 'Vedrò Energie'».
Vedrò vive tutto l'anno, organizza convegni, aperitivi e presentazioni. L'evento centrale è però la tre giorni che si svolge a fine agosto a Dro', paese trentino di 4.500 abitanti, una quindicina di chilometri a nord del del lago di Garda, in un'ex centrale idroelettrica.
Nonostante la chilometrica lista di sponsor, l'evento non è gratuito. Anzi. Gli hotel della zona costano cari, e tutti gli ospiti - o quasi - pagano di tasca propria. In più, ovviamente, c'è una quota di iscrizione: 150 euro per gli under trenta, 300 euro o più per tutti gli altri.
Avarizia degli organizzatori? Piuttosto, ricerca dell'esclusività. Già così - per la prossima edizione - sono previste oltre mille persone: ben più di quelle arrivate l'anno scorso, che erano 800. «Le loro quote», ci spega il tesoriere Riccardo Capecchi, «servono a coprire i costi vivi della manifestazione, l'allestimento della centrale, le navette con gli alberghi, il catering per i tre giorni».
Ma non bastano. A Vedrò lavora una decina di persone («ma io come altri sono volontario», dice sempre Capecchi) e sono le sponsorizzazioni a tenere in piedi il tutto. Con quanto? Quanto basta per coprire tutti i costi, ma di più non si può sapere: «Noi - dice Capecchi - per ovvie ragioni di privacy non diffondiamo l'entità delle contribuzioni». Ma bisogna stare tranquilli, assicura, perché ««gli accordi che prevalentemente sono sulla visibilità, rispettano i parametri standard».
«Quello che posso dire», continua Capecchi, «è che la contribuzione media è di circa 30 mila euro. Anche se poi, ovviamente c'è chi dà meno e chi dà molto di più».
C'è poi chi è proprio affezionato: il premio di più fedele supporter va proprio all'Enel che a Vedrò ci va dalla prima edizione. «Con loro, così come con tutti gli altri», spiega il tesoriere, «c'è la condivisione di un progetto». Basta la condivisione a coprire tutti i costi? Pare di sì. «Anzi», si vanta Capecchi, «siccome io sono un gestore oculato, riusciamo anche ad avere un lieve avanzo di bilancio». Bilancio che però non aiuta a scoprire le cifre precise, perché le voci sono accorpate: «La nostra volontà di trasparenza è però certificata dal fatto che abbiamo fatto una società, al 100 per cento partecipata da Vedrò, che ha l'obbligo di presentare un bilancio pubblico, invece di fare tutto come associazione».
Resta da capire se le sponsorizzazioni diano o meno i loro frutti. Politicamente parlando., s'intende.
CUA DIRETTAMENTE: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/ecco-chi-paga-enrichino/2205723//0
3-COSA DICONO I POLITICI: Cacciari: «Un mostro creato dai politici e adesso tocca a loro»
L’ex sindaco: colpa di chi ha difeso il regime di monopolio. Ne denunciai i pericoli alla Corte dei conti, fu tutto archiviato
VENEZIA. «Adesso tocca alla politica. Devono emergere le responsabilità di chi ha creato questo mostro giuridico che si chiama Consorzio Venezia Nuova. E di chi ha sempre difeso in questi anni il suo regime di monopolio nei lavori di salvaguardia in laguna. Non si poteva che arrivare a questo punto. E adesso non si può dare ogni colpa alle strutture tecniche del Consorzio».
Massimo Cacciari è stato sindaco di Venezia per la terza volta dal 2005 al 2010. Periodo in cui, con il voto contrario del Comune e dello stesso Cacciari, il governo Prodi aveva dato il via libera al proseguimento dei lavori del Mose, avviati nel 2003 dal governo Berlusconi con la benedizione del patriarca Scola e dell’allora sindaco Paolo Costa. Non erano state nemmeno considerate le proposte alternative che venivano dal territorio. Bocciate senza nemmeno analizzarle le idee che il Comune e Cacciari avevano proposto in alternativa alle dighe mobili del Consorzio. Le paratoie a gravità, le barriere provvisorie e rimovibili, gli interventi alternativi. In Consiglio dei ministri Prodi aveva detto «no» al Comune e anche a due suoi ministri (Mussi e Pecoraro Scanio) che avevano presentato le relazioni negative dei loro uffici. L’allora governatore Giancarlo Galan aveva applaudito.
Cacciari, se li aspettava questi arresti eccellenti?
«Era chiaro che prima o poi qualcosa sarebbe successo. Questa indagine mette in evidenza un vizio originario, che è stato per anni denunciato da pochi. La madre, anzi il padre di tutti i problemi: la situazione di assoluto monopolio in cui il Consorzio ha operato in questi trent’anni».
La politica ha assecondato?
«Beh... Abbiamo perso la memoria? E le voci critiche, non molte per la verità, sono state sempre inascoltate. Si dà il caso che tra i critici ci fosse anche il sottoscritto, che all’epoca era sindaco della città interessata ai lavori del Mose».
Il governo vi aveva convocato per decidere.
«Abbiamo scritto migliaia di pagine sull’argomento, critici ed esperti di fama che mettevano in luce proprio queste cose: il rischio del monopolio e delle turbative, i prezzi aumentati, la mancanza di studi su alternative meno costose e più efficaci per difendere Venezia dal’acqua alta. Siamo stati quasi derisi allora. E allora il governo Prodi decise di andare avanti comunque con la grande opera».
Qui però stiamo parlando di turbativa d’asta e prezzi lievitati.
«Anche questo sta scritto da anni, ad esempio nelle ordinanze della Corte dei Conti. Il regime di monopolio ha portato a questa situazione. Ricordo che dopo la denuncia ero stato convocato e ascoltato da un gruppo di togati sonnacchiosi. Tre minuti in tutto, poi avevano deciso l’archiviazione».
Significa che questa storia dei prezzi e dei lavori «gonfiati» non è una novità?
«Io dico che in quell’indagine della Corte dei Conti c’era già scritto tutto».
Non che le gare d’appalto venivano truccate come emerge adesso.
«Voglio dire chiaramente che io stimo l’ingegner Mazzacurati. È stato un avversario sulla questione del Mose ma con me si è sempre comportato con grande correttezza. Aspettiamo che la magistratura finisca il suo lavoro, ma mi sembra un po’ facile scaricare tutto su di lui e sulla struttura tecnica del Consorzio».
Che significa?
«Che bisogna cercare le responsabilità di chi ha creato questo mostro. Una responsabilità politica, bypartisan».
Facciamo nomi?
«Beh, Prodi e Berlusconi, prima di tutto. E qualcuno che non ha mai voluto sentir ragione a mettere in discussione quel progetto. E soprattutto procedure di concessione unica e mancanze di controlli che hanno dato l’input a effetti come questi».
Il vizio dunque sta nella Legge speciale.
«In alcune parti della legge del 1984. Quando si decise di costituire un concessionario unico per le opere di salvaguardia in laguna e di puntare tutto su un’unica grande opera, il Mose, senza badare alle alternative e dirottando tutti i fondi della salvaguardia di Venezia su quell’opera. Un potere enorme, che poi si è esteso anche a tutti gli altri grandi lavori in laguna. Con quel sistema monopolistico di gestione dei lavori e dei pochi appalti era inevitabile, quasi fisiologico che si arrivasse a questo punto».
Ci sono delle responsabilità individuali di chi, sembra, ha fatto fatture false e truccato le gare.
«Su questo i giudici indagano, fanno bene. Ripeto, io e pochi altri queste cose le denunciamo inascoltati da anni. Ma al di là dei singoli episodi c’è un sistema mostruoso che ha creato tutto questo. Lavori affidati sempre alle stesse imprese, piccole aziende locali soffocate dalla mancanza di fondi e dal monopolio delle grandi imprese che si spartivano tutto».
Vuol dire che non crede alla colpevolezza di Mazzacurati?
«Rispetto il lavoro della magistratura. Voglio solo dire che il mandante di questa situazione è la politica. Si è creato un sistema che ha dato questi frutti. E oggi, dopo tanti anni si scopre che alcune imprese erano favorite rispetto ad altre. Quando queste cose le denunciava il sindaco di Venezia, a Roma non ho trovato ascolto».
©RIPRODUZIONE RISERVATA 13 luglio 2013
CUA DIRETTAMENTE: http://nuovavenezia.gelocal.it/cronaca/2013/07/13/news/cacciari-un-mostro-creato-dai-politici-e-adesso-tocca-a-loro-1.7413207
REAZIONE:OVVIAMENTE DIETRO LETTA C'E' BERLUSCONI-PRODI.NON SCOPRO NIENTE.PENSO PERO CHE CACCIARI SU MAZZACURATI DOVRA FARCI UN PENSIERINO.E ANCHE LA SERRACHINI SU LETTA OLTRE AL RIFIUTO DI BERLUSCONI.ENTRAMBI RISCHIANO ESSERE TRAVOLTI DAL PARTITO.
23 LUGLIO 2013:IMBERBE
IN ARRIVO 18.500 VOLONTARI PER L'ASSISTENZA AI VISITATORI
Expo, accordo sui contratti flessibili Letta: «Può essere modello nazionale»
Siglata l'intesa con i sindacati in vista dell’esposizione universale del 2015 a Milano.
Il premier: «Un laboratorio per il Paese e un volano
per l’economia» Ecco il nuovo apprendistato: arriva l’operatore Grandi Eventi
REAZIONE:POTREBBE
DILUNGARMI SUL PERCHE QUESTO "MODELLO NAZIONALE" PER LA EXPO PRENDENDO
COME SCUSA I SINDACATI E' DESTINATO A FALLIRE,PERO SAREBBE POCO SERIO
SPIEGARE AL LAVORO ITALIANO PERCHE NON DEVONO LASCIARSI ILLUDERE,NON E'
QUESTO IL PUNTO.IL PUNTO E' CHE LA STRATEGGIA DI TROVARE UN NEMICO
"ESTERNO" PER AMMUCHIARE TUTTI DIETRO UNA CAUSA COMUNE E' UNA STRATEGGIA
POLITICA TANTO VECCHIA COME IL MONDO CHE NON HA MAI PORTATO A BUON
PORTO ANCHE SE A RISPOLVERARLA E' IL "GIOVANE" LETTA.ESSEMPI CE NE SONO
TANTI PERO PENSATE SOLO ALL'ARGENTINA DI LEOPOLDO FORTUNATO GALTIERI E
LE FAULKLAND.QUALCUNO CREDE SUL SERIO CHE IL COLPEVOLE DEI GUAI DEGLI
IATLIANI VENGA DALL'ESTERNO(COME SUGERISCE ANCHE BERLUSCONI PROPIO
OGGI)E SIA LA NUOVA ERA?Il premier: «Un laboratorio per il Paese e un volano
per l’economia» Ecco il nuovo apprendistato: arriva l’operatore Grandi Eventi
VEDI IL NUOVO PAPA HA VOLUTO RISPOLVERARE LA FIGURA DEL "DEMONIO" E LE PAURE MEDIAVALI DEL SATANISMO,MA IL DEMONIO LO HA TROVATO DENTRO(SIA A CASA CHE ALL'ESTERO)PORTA SOTTANA E SI CHIAMA "RICCA",IL SUO VICINISSIMO CO-RELIGIONARIO "RINNOVATORE" DELLO IOR.
NO,LA NUOVA ERA E' CONSOLIDATA ANCHE IN ITALIA,MA IL NEOLIBERALISMO NON E' INVITATO ALLA "NOSTRA EXPO"(1):TUTTO CUA.
(1)"LA "EXPO"',COME LA NUOVA ERA CHE LA HA PROPIZIATO PER NON DIRE CREATO, E' UN EVENTO TANTO GLOBALE COME ITALIANISSSIMO.IO STESSO IN QUESTE PAGINE HO LODATO A LUNGHO CON SUCCESO QUELLA DI SHANGAI.
VEDI QUESTO SCRITTO SULLA PUBBLICAZIONE ORIGINALE DEL BLOG:
http://blog.libero.it/CIANCIMINO/12221033.html
26 LUGLIO 2013:ATTUALIZAZZIONE
BAVAGLIO,"LARGHE VERGOGNE":IL GOVERNO DI PALAZZO ATACCA LA NUOVA ERA
BAVAGLIO,"LARGHE VERGOGNE":IL GOVERNO DI PALAZZO ATACCA LA NUOVA ERA
-NOTA SU "LA REPUBBLICA"
Sei in:Repubblica;Pubblico
CUA
DIRETTAMENTE:http://www.repubblica.it/politica/2013/07/26/news/diffamazione_salvi_i_blog_rettifica_solo_per_testate_on_line-63767419/?ref=HREC2-3
REAZIONE:QUESTO
GOVERNO DI PALAZZO CHE ALTRO NON E' CHE IL VECCHIO CETO POLITICO CHE
NON SE NE HA VOLUTO ANDARE E HA FATTO UN COLPO PALAZZERILE,CHE NON HA
VARATO UNA SOLA MISURA DI GOVERNO TRASCENDENTE CHE NON HA TIRATO
L'ITALIA FUORI DELLA STAGNAZIONE ECONOMICA,CHE SI TROVA ISOLATO
INTERNAZIONALMENTE E SOLO TIRA A CAMPARE,CONTEMPOREGGIA,SI DEDICA PERO A
VARARE MISURE CHE CONSENTANO LA LORO CONTUINITA ANCORA.E' IN QUESTO
SENSO CHE DEVONO VEDERSE LE POCHE MISURE CHE LI VEDE DI ACCORDO COME
SONO QUELLI DI ASSICURARSI IL CONTROLLO DEI MEZZI DI DIFUSSIONE E LE
LEGGE E RIFORME AL RIGUARDO DEL SISTEMA ELETTORALE.
INSOMMA
QUESTO "GOVERNO" DELLE LARGHE VERGOGNE ALTRO NON FA COME TUTTI I
GOLPISTI CHE ABBAVAGLIARE IL DISSENSO E GESTIRE A CONVENIENZA SUA LO
STATO DI DIRITTO.
QUESTO E QUELLO CHE
SI VEDE SOPRA IN QUESTA LEGGE BAVAGLIO CHE SI STA VARANDO PROPIO ADESSO E
CHE TROVA TUTTI DI ACCORDO SINISTRA E NEOLIBERALISMO,PD E
PDL,BERLUSCONI E "LA REPUBBLICA,ECC.
LA
CORTINA DI FUMO DI "LA REPUBBLICA" CI DICE CHE NON CI SARA CARCERE MA
MULTE:PER LA SINISTRA,SEMPRE MATERIALISTA,MULTA E' MEGLIO DEL
CARCERE,QUINDI NESSUNA CONCESSIONE AL BAVAGLIO.
MA
VEDIAMO PIU IN PARTICOLARE:L'ATTACO DI QUESTA LEGGE A INIZIATIVA DI
BERLUSCONI E' VERSO LA INTERNET ,LE SOCIAL NETWORK E QUINDI LA NUOVA
ERA,FORSE TRA LE ALTRE MOTIVI GIA ELENCATE NEGLI SCRITTI ANTERIORI,COME
PUNIZIONE PER IL MANCATO APOGGIO ALLA EXPO DI MILANO.UNA LEGGE CHE VEDE
IN PRIMA LINEA DI ATTACO ANCHE "GOOGLE NEWS" UN'ALTRA VOLTA,VEDI:
L'obbligo
di rettifica, e le sanzioni in caso di pubblicazione di notizie
diffamatorie, varranno solo per i siti on line giornalistici: ossia, le
testate web registrate e con un direttore responsabile.
UN
ATACCO CHE TROVA D'ACCORDO TUTTA LA STAMPA:UNA PUNIZIONE PER LE MIE
CRITICHE AL CORRIERE DELLA SERA E LA REPUBBLICA ?UN ATTACO PORTATO
AVANTI DA LORO?
INSOMMA
COME AI VECCHI TEMPI DELLA COMUNA MILANESE DELLA MORATTI-DELLA VALLE
BERLUSCONI,LE SUE TV E IL SUO OSSOLETO MODO DI COMUNICARE CON LA GENTE
TORNA ALL'ATACCO DEI NUOVI MEZZI MA ORA CON IL CONSENSO DELLA SINISTRA
NEL "GOVERNO" GOLPISTA DELLE "LARGE VERGOGNE".(TANTO PISAPIA L'HO
CACCIATO DELLA NUOVA ERA PER VENIRE A PATTI COL NEOLIBERALISMO).
ATTENZIONE L'ITALIA,SIAMO NEL CAMMINO DEL PAKISTAN.
PD:NESSUNO SI CONFONDA GOOGLE Eì AVANGUARDIA DELLA NUOVA ERA E CHI ATACCA GOOGLE ATACCA LA NUOVA ERA.
DIVERSO
E' IL DISCORSO SULL'OPERATO DEL SIGNOR ERIC SMICHDT CHE HA VARATO LE
MISURE SUL SISTEMA IMPOSITIVO EUROPA,PRESO MISURE IMPRENDITORIALI
CONTRARIE ALLA VISIONE DEL MONDO DELLA NUOVA ERA ANCHE SE REDITUABILI
ECONOMICAMENTE,E ALTRE PROVEDIMENTI MOROSI PER QUELLA.MA LUI ANCHE SE
ANCORA DENTRO GOOGLE ORMAI OCCUPA SOLO UN POSTO PIU TOSTO SIMBOLICO E
LONTANO DEGLI ASPETTI "TECNICI" DELL'AZIENDA.
AH....LA SOLA STAMPA CHE IO LEGO E' QUELLA INTERNET,NON QUELLA CARTACCIA.
APPENDICE:LA NUOVA ERA SI DIFFENDE
.TITOLARE "LA REPUBBLICA":Google ci riprova con la televisione e la mette in una "chiavetta" hdmi - video
Si chiama Chromecast e va collegata alle moderne tv piatte. Costa poco
più di un terzo della Apple tv e porta nel salotto di casa ciò che
vediamo su computer, tablet e smartphone. Ecco come.condividi
LA NOTA COMPLETA:Google ci riprova con la televisione e la racchiude in uno stick hdmi
Chromecast - che si basa su una versione ridotta del già di suo leggero sistema operativo Chrome sviluppato da Mountain View - mette in discussione l'intera politica di Big G nella Google TV, che in realtà non ha mai convinto del tutto. Anzi suona come un azzeramento e una ripartenza. Sì, perché qui cambia molto rispetto alle ambizioni del passato, si semplifica assai il modo di fiuizione dei contenuti rendendo il tutto pià snello. Il dispositivo è compatibile anche con i contenuti di Netflix, YouTube, Google Play Movies & Tv e Google Play Music. Altre applicazioni, come Pandora per la radio in streaming, promette Mountain View, arriveranno presto. Anche il telecomando sarà sostituito visto che, una volta inserita la chiavetta, i contenuti saranno "comandati" direttamente dalla fonte, telefono, tablet o pc portatile, che simultaneamente potranno anche essere usati per svolgere altre funzioni, dalla lettura della posta elettronica alla navigazione online.
Per ora Chromecast è disponibile negli Usa ma promette di dare del filo da torcere a prodotti già ben piazzati ssul mercato. A partire dalla Apple Tv, il cui apparecchio costa poco più di cento euro ed è più voluminoso, molto più simile a un decoder. Tanto più che la chiavetta firmata Google non è compatibile solo con i dispositivi Android ma anche con iPhone, iPad, e con le versioni di Chrome per Mac e Windows. Il mercato del resto fa gola, tanto che pure Amazon, il gigante dell'eCommerce, starebbe lavorando a una analoga "Kindle Tv". (26 luglio 2013) © Riproduzione riservata
LA NOTA COMPLETA:Google ci riprova con la televisione e la racchiude in uno stick hdmi
Si
chiama Chromecast e va collegata alle moderne tv piatte. Costa poco
più di un terzo della Apple tv e porta nel salotto di casa ciò che
vediamo su computer, tablet e smartphone. Ecco come
ROMA
- Google s'incammina sulla strada già tracciata da Apple. E lo fa con
Chromecast, un dongle che assomiglia a una "chiavetta" usb (anche se
l'attacco è hdmi) che si collega ai moderni tv piatti e fa una cosa
semplice semplice che ricorda non poco l'airplay di Cupertino. E' un
ricevitore wi-fi in grado di rendere "intelligente " la nostra tv ad
alta definizione: permette di portare sullo schermo di casa tutti i
contenuti televisivi che normalmente vediamo sui nostri dispositivi
mobili e sui nostri computer. Poi è low cost: costa 35 dollari e il
primo riscontro è stato molto positivo, visto che le scorte di Amazon
sono evaporate in poche ore (l'app che lo gestisce è in vendita su Play
Store). Insomma, Chromecast è un tramite, ha una delle funzioni della
Apple Tv (che costa 99 dollari) ma non le altre come la possibilità di
noleggiare film. Ma è già un passo. Chromecast - che si basa su una versione ridotta del già di suo leggero sistema operativo Chrome sviluppato da Mountain View - mette in discussione l'intera politica di Big G nella Google TV, che in realtà non ha mai convinto del tutto. Anzi suona come un azzeramento e una ripartenza. Sì, perché qui cambia molto rispetto alle ambizioni del passato, si semplifica assai il modo di fiuizione dei contenuti rendendo il tutto pià snello. Il dispositivo è compatibile anche con i contenuti di Netflix, YouTube, Google Play Movies & Tv e Google Play Music. Altre applicazioni, come Pandora per la radio in streaming, promette Mountain View, arriveranno presto. Anche il telecomando sarà sostituito visto che, una volta inserita la chiavetta, i contenuti saranno "comandati" direttamente dalla fonte, telefono, tablet o pc portatile, che simultaneamente potranno anche essere usati per svolgere altre funzioni, dalla lettura della posta elettronica alla navigazione online.
Per ora Chromecast è disponibile negli Usa ma promette di dare del filo da torcere a prodotti già ben piazzati ssul mercato. A partire dalla Apple Tv, il cui apparecchio costa poco più di cento euro ed è più voluminoso, molto più simile a un decoder. Tanto più che la chiavetta firmata Google non è compatibile solo con i dispositivi Android ma anche con iPhone, iPad, e con le versioni di Chrome per Mac e Windows. Il mercato del resto fa gola, tanto che pure Amazon, il gigante dell'eCommerce, starebbe lavorando a una analoga "Kindle Tv". (26 luglio 2013) © Riproduzione riservata
CUA DIRETTAMENTE: http://www.repubblica.it/tecnologia/2013/07/26/news/google_tv_stick-63759089/?ref=HREC2-11 |
REAZIONE:A CHI NON PIACE LA ZUPPA DUE PIATTI:I NUOVI MEZZI SARANO OPERATIVI ANCHE SULLE TV(ANCHE SU QUELLI DI BERLUSCONI).
VEDI ANCHE CUA: http://cianciminotortoici.blogspot.com/2013/06/nuova-era-e-costumeun-mondo-senza-fili.html
13 DICEMBRE 2013:ATTUALIZAZZIONE
-SUL CORRIERE DELLA SERA:
ASSESSORE ALLA PROVINCIA DI MILANO
Firme false per i referendum
Indagata la nipote di Daniela SantanchèL’inchiesta su Silvia Garnero, delegata alla Moda, è nata dalla segnalazione di un funzionario del Comune
Silvia Garnero (Newpress)
L’assessore alla Provincia di Milano Silvia Garnero è indagata per falso in atto pubblico in un’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo e dal pm Paolo Filippini. Secondo l’accusa la Garnero, nipote di Daniela Santanchè, avrebbe certificato come regolari alcune decine di firme invece risultate fasulle per la presentazione dei referendum sulla giustizia promossi nei mesi scorsi dai Radicali. L’inchiesta in cui è indagata l’assessore con delega alla Moda e agli Eventi, tra cui Expo, è nata dalla segnalazione di un funzionario del Comune di Milano.
13 dicembre 2013 © RIPRODUZIONE RISERVATA
LEGGI DIRETTAMENTE CUA: http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_dicembre_13/firme-false-il-referendum-giustizia-indagata-l-assessore-nipote-daniela-santanche-86ad880c-642a-11e3-aa0f-2ef156041c19.shtml
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VEDI ANCHE CUA:
http://blog.libero.it/CIANCIMINO/12067480.html
http://blog.libero.it/CIANCIMINO/12064668.html
http://blog.libero.it/CIANCIMINO/12063061.html
http://blog.libero.it/CIANCIMINO/12060721.html
http://blog.libero.it/CIANCIMINO/12059070.html
http://blog.libero.it/CIANCIMINO/12055239.html
E VEDI LO STESO SCRITTO CUA: http://blog.libero.it/CIANCIMINO/12077864.htm
VEDI QUESTO SCRITTO SULLA PUBBLICAZIONE ORIGINALE SUL BLOG.
http://blog.libero.it/CIANCIMINO/12247549.html
-
11 MAGGIO 2014:ATTUALIZAZZIONE
5 MAGGIO 2014:EXPO MILANO 2015 "AUTO-BOICOTTEATA"
-TITOLARE SU LA REPUBBLICA:
Expo, sette arresti a Milano anche Greganti, Frigerio e Paris
Inchiesta divide procura: Robledo non firma
Rep Tv Pm: "Una cupola" Foto Protagonisti
In carte nomi di Berlusconi, Previti e G. Letta
Merlo Il compagno G, un disonesto perbene
Primo Greganti in una foto di due anni fa quando presentò il suo libro su Mani pulite (fotogramma)
Milano torna ai tempi di Tangentopoli. Angelo Paris, direttore pianificazione acquisti della Expo 2015, e Primo Greganti, storico esponente del Pci coinvolto in Mani Pulite, sono stati arrestati con altre cinque persone per un'inchiesta della Procura milanese su presunti episodi di turbativa d'asta e corruzione legati a Expo. Ordinanze di custodia in carcere anche per l'ex parlamentare dc Gianstefano Frigerio, l'ex parlamentare pdl Luigi Grillo, per l'intermediario Sergio Catozzo e l'imprenditore Enrico Maltauro. Ai domiciliari Antonio Rognoni, ex direttore generale di Infrastrutture Lombarde.
"La cupola degli appalti lombardi". Nelle carte dell'inchiesta compaiono anche i nomi di Silvio Berlusconi, Cesare Previti e Gianni Letta, che non risultano comunque indagati. Le intercettazioni, che vengono definite «clamorose», dagli inquirenti, arrivano fino alle ultime settimane del 2014. In Lombardia sarebbe esistita una vera e propria "cupola per condizionare gli appalti", alcuni dei quali relativi a Expo, hanno spiegato i pm titolari dell'inchiesta nel corso di una conferenza stampa, chiarendo che la 'cupola' prometteva "avanzamenti di carriera" grazie a "protezioni politiche" a manager e pubblici ufficiali.
Gli incontri al circolo Tommaso Moro. Era nella sede sociale del circolo culturale Tommaso Moro che l'organizzazione si sarebbe riunita. "Neppure con la più fervida immaginazione si poteva immaginare tanto", è il commento del procuratore capo Edmondo Bruti Liberati riferendosi al filosofo. In questo centro culturale, "riferibile alla famiglia di Frigerio", ha spiegato il pm Claudio Gittardi, "si tenevano riunioni giornaliere a cui partecipavano direttori generali di aziende ospedaliere, imprenditori, personaggi di rilievo politico". Se il centro dell'organizzazione "è Milano", gli esponenti non disdegnano la capitale: "E' a Roma, ogni mercoledì, che si svolgeva parte dell'attività associativa", aggiunge il pm Antonio D'Alessio.
La Tangentopoli di Expo: ecco i personaggi coinvolti
"Vi do tutti gli appalti che volete". Paris, 48 anni, è il top manager di Expo - con la qualifica di direttore pianificazione e acquisti - raggiunto da uno dei sette ordini di custodia cautelare con l’accusa di associazione per delinquere e turbativa d’asta. Uno degli appalti pilotati riguarda le case per le delegazioni straniere in arrivo all'Esposizione universale che Milano ospiterà nel 2015. Un altro è il famoso e discusso progetto sulle 'Vie d’acqua'. Si parla anche del progetto sulla 'Città della salute'. "Io vi do tutti gli appalti che volete, se favorite la mia carriera", ha detto Paris in un'intercettazione agli atti parlando con alcuni componenti dell'associazione per delinquere. Da una telefonata intercettata fra e un'altra persona emergerebbe "la circostanza per la quale Frigerio ha effettuato, a dire degli stessi sodali, un ulteriore intervento presso Roberto Maroni e presso Berlusconi per raccomandare la nomina di Paris presso Infrastutture Lombarde spa" dopo l'arresto di Antonio.
Duecento finanzieri in campo. Il blitz ha coinvolto 200 agenti della guardia di finanza. L’inchiesta è condotta dai pubblici ministeri Gittardi (pool antimafia) e D’Alessio (anticorruzione) e coordinata da Ilda Boccassini e dallo stesso procuratore capo Bruti Liberati. Che ha spiegato: "Abbiamo reciso nel più breve tempo possibile i rami malati, proprio per consentire a Expo di ripartire al più presto". E l'amministratore delegato di Expo 2015, Giuseppe Sala, non è coinvolto in alcun modo nell'inchiesta, ha rimarcato il pm Claudio Gittardi, il quale ha aggiunto che non sono stati sequestrati "atti dei procedimenti amministrativi in corso e quindi Expo può tranquillamente procedere e operare".
I faccendieri di Tangentopoli. La grande sorpresa è nel nome dei due faccendieri principali, che risalgono all’epoca di Tangentopoli. Greganti è il 'Compagno G', l'ex cassiere di Pci e Pds che rifiutò ogni collaborazione con i magistrati ai tempi di Mani Pulite. E Gianstefano Frigerio, ex segretario regionale della Democrazia cristiana, finito in carcere, poi fatto eleggere in Forza Italia e poi cacciato dal parlamento quando le condanne sono passate in giudicato. Era lui ad avere contatti anche con Berlusconi: spesso non per telefono, bensì con messaggi scritti e recapitati a mano. Ed è Berlusconi, in una cena collettiva su Expo, ad avere al tavolo lo stesso Paris, che si era «messo a disposizione» dei faccendieri. Greganti "copriva e proteggeva le cooperative", hanno spiegato i pm rimarcando anche che la "saldatura" fra lui e Frigerio "proteggeva le imprese riconducibili a tutti gli schieramenti politici".
VIDEO
La 'tangente ridotta'. Cosa ci facevano assieme l’ex comunista, ormai settantenne, e l’ex dc di 75 anni? Di certo trafficavano sul fronte degli appalti e si dividevano una parcentuale di tangenti. I due hanno a che fare con appalti su ospedali lombardi e sul nucleare, ma arrivano anche dentro Expo e le tangenti venivano pagate sotto forma di contratti di consulenza (a Greganti) e in contanti (a Frigerio, il quale non vuole lasciare tracce scritte del denaro che prende). Pare che la tangente sia stata ridotta rispetto ai tempi di Tangentopoli: allora era il 5 per cento, adesso lo 0,80.
I contatti con Previti. Il costruttore di riferimento è Enrico Maltauro, che ha in effetti vinto una gara d’appalto: i faccendieri, avvertiti per tempo da Paris, ne rivendicano i meriti e quindi gli introiti illeciti. Insieme con questi quattro finiscono nei guai Sergio Cattozzo, una sorta di longa manus di Frigerio, e Luigi Grillo, ex parlamentare pdl, il cui nome è comparso anche in altre inchieste. E’ Grillo che porta un altro manager (che non è finito in carcere) a casa di Cesare Previti: c’è anche l’avvocato romano, condannato per corruzione dei giudici a favore di Berlusconi, nelle oltre 600 pagine dell’ordinanza di custodia. Non risulta comunque indagato, così come Gianni Letta (anche il suo nome compare nelle carte dell'inchiesta).
Rognoni e infrastrutture Lombarde. Il settimo arresto riguarda Antonio Rognoni, di Infrastrutture Lombarde (la stazione appaltante voluta da Roberto Formigoni): è agli arresti domiciliari per un’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo. Il monitoraggio degli affari loschi da parte della Procura essere stato capillare anche su Expo. Bisogna ricordare che a dar vita al blitz sono stati i rapporti occulti tra uomini della ‘ndrangheta e la sanità lombarda. Da lì un troncone d’indagine aveva portato all’arresto di Massimo Guarischi, molto vicino all’ex governatore Formigoni. E un altro a questa retata.
"Robledo non ha vistato gli atti". L'inchiesta è una di quelle citate dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo nel suo esposto al Csm, il Consiglio superiore della magistratura, contro il procuratore Edmondo Bruti Liberati per lamentare una serie di irregolarità nell'assegnazione dei fascicoli. Il procuratore ha spiegato oggi infatti che il suo aggiunto "non ha condiviso l'impostazione e non ha vistato" gli atti dell'inchiesta.
Le reazioni dei politici. "La politica non metta becco su indagini", è stato il primo commento del premier Matteo Renzi a proposito dell'inchiesta. "L'immagine del Paese non è legata alla indagini giudiziarie". E il ministro Dario Franceschini: "L'Expo non è a rischio e va avanti". Sulla vicenda interviene anche il governatore lombardo Roberto Maroni: "Sono convinto dell'assoluta necessità di assicurare assoluta pulizia. Per quanto mi senta addolorato da quanto successo, spero si possa procedere rapidamente nella realizzazione del crono-programma previsto" per Expo.
http://milano.repubblica.it/cronaca/2014/05/08/news/expo-85539313/?ref=HRER3-1
REAZIONE:A QUESTO PUNTO MI SEMBRA CHE NON CI SARA BISOGNO DI BOICOTT VERO E PROPIO.
ALTAMENTE SODISFATTO,PERO C'E' DA DIRE CHE QUESTA E' UNA STRANNA AZIONE GIUDIZIARIA:
1-QUANDO I PREGIUDICATI SONO QUELLI DELLA LEGA NORD(E I FORMIGONIANI FRA ALTRI LO SONO)E' ANCHE "TANGENTOPOLI"?:SI SA CHE QUESTA PAROLA HA UNA FORTE CARICA EMOTIVO-POLITICA PER QUI VIENE ASSOCIATA A QUEL PROCESSO ALLA MAFIA E ALLA SICILIA.QUINDI ANCORA COLPEVOLE,A PRESCINDERE DEL NOME E LA FILIAZIONE DEI DELINQUENTI E' QUELLO LA POPOLAZIONE SICILIANA CHE VIENE COSI STIMMATIZZATA ANCHE QUANDO NON C'ENTRA.STRANNA AZIONE GIUDIZIARIA.
-2-BERLUSCONI,GIANNI LETTA,CESARE PREVITI E MARONI SONO COINVOLTI MA NON VENGONO INDAGATI...."STRANNA AZIONE GIUDIZIARIA.
3-GLI ATTI DELLA GIUSTIZZIA NON C'ENTRANO CON IL GOVERNO E L'IMMAGINE DEL PAESE?CERTO,RENZI VUOLE SALVARE IL PATTO MA BERLUSCONI,IL SUO PRINCIPALE SOCIO E' COINVOLTO ANCHE CUA.
4-LA EXPO NON E' A RISCHIO?BEL OTTIMISMO CI VUOLE PER CREDERE QUESTE PAROLE DI FRANCESCHINI UNO DEI RESPONSABILI PRINCIPALI DELLE LARGHE INTESE,E DI MARONI FORTEMENTE COINVOLTO.
5-A QUESTO PUNTO QUESTA AZIONE COSI IMPOSTATA SEMBRA UNA AZIONE MEDIATICO-GIUDIZIARIA CHE IN QUALCHE MODO FAVORISCE ALLA LEGA.E CI VOLEVA DOPO LE ULTIMI CLAMOROSI PROCESSI A QUESTA ORGANIZAZZIONE VIOLENTISTA TERRORISTA NEMICA DELLO STATO ITALIANO,
MANTENERE IN ATTO LA RETORICA "TANGENTOPOLI" QUANDO TANTI DI QUELLI PROTAGONISTI SONO STATE O PROCESSATE PER GLI STESSI DELITTI CHE IMPUTAVANO A I SUOI ACCUSATI,E/O POLITICAMENTE SCONFITTI NELLE URNE(DI PIETRO E COSI VIA),E GLI ACUSATI MASSIMI DI QUESTA INCHIESTA SONO ANCHE LEGHISTI,AD ALTRI NON PUO GIOVARE CHE ALLA PROPIA LEGA,OVVIAMENTE.E MARONI NE PRENDE L'OCCASIONE.
INSOMMA IL PATTO SEMBRA REGGERE NON SOLO IN POLITICA
http://youtu.be/NlpmZABt7RM
http://spaziorealedottciancimino.over-blog.com/2014/05/faites-internes-1-continuation-279.html
VISTO IL SENSO CHE HANNO PRESO I FATTI SEMBRA CHE LA EXPO 2015 FALLIRA MISERAMENTE PER "IMPLOSIONE" DOVUTO ALLA CORRUZIONE "INTERNA" DEGLI ADETTI AI LVORI.I FATTI SONO TANTI E SI SUSEGUENO CON UNA VELICITA COSI IMPRESSIONANTE CHE PER IL MOMENTO SI PREGA DI LEGGERLI DIRETTAMENTE SUI MIEI POST DEI "FATTI INTERNI",CLICCA:
http://dottgiuseppeciancimino.bloog.it/faites-internes-1c...
http://dottgiuseppeciancimino.bloog.it/faites-internes-1c...
http://dottgiuseppeciancimino.bloog.it/faites-internes-1c...
http://dottgiuseppeciancimino.bloog.it/faites-internes-1c...
http://dottgiuseppeciancimino.bloog.it/faites-internes-1c...
http://dottgiuseppeciancimino.bloog.it/faits-internes-1co...
-16 AGOSTO 2014:ATTULIZAZZIONE
MICROSOFT IN EUROPA:BOICOTTEARE IL DIGITAL VENEZIA
15 AGOSTO 2014:LA GENERAZIONE TELE(VIZIO)IN AZIONE
-SUL CORRIERE DELLA SERA:
Garante delle comunicazioni
Rapporto Agcom, Boldrini «Il digital divide è la nuova diseguaglianza»
Il presidente della Camera ha parlato prima di una relazione che
mostra solo segni negativi, dagli investimenti per la banda larga ai
ricavi del settore mobile,di Martina Pennisi
1 TecnologiaDopo Digital Venice, è la volta della presentazione alla Camera della relazione annuale del Garante delle Comunicazioni, altro tassello che compone il puzzle del digitale nostrano e dà importanti indicazioni sull’approccio futuro. In particolare, è stata la presidente della Camera Laura Boldrini ad aprire l’evento sottolineando la necessità di stabilire, anche in occasione del semestre europeo di presidenza italiana, “nuove regole” per non rimanere sotto lo scacco di altri Stati o di colossi del settore. Dopo aver citato i temi di neutralità della Rete, privacy dei dati e odio online, Boldrini ha parlato dell’importanza di “ridurre il divario digitale che rappresenta il nuovo volto della vecchia disuguaglianza” e ha invitato a non “trascurare il pluralismo dei media” in nome “dell’attenzione richiesta alla Rete”. In linea l’intervento del presidente dell’Autorità Angelo Cardani, che ha ricordato la recente introduzione del regolamento per la tutela del diritto d’autore online, ed è entrato nel merito delle nuove aree in cui andare a dettare, anche livello europeo, legge: fra le priorità il rapporto fra i cosiddetti Over The Top, i vari Google o Skype, e gli operatori tradizionali di telecomunicazioni che devono sottostare a “regolamentazione ex ante”, le politiche legate allo spettro radio tenendo conto “dei crescenti fabbisogni della banda larga mobile per sostenere lo sviluppo dell’Internet delle cose” e il ruolo dell’Agcom in materia di Big Data e Open Data, tornando sulla privacy su cui si è soffermata la presidente Boldrini. E ancora, condizioni di utilizzo delle applicazioni e tutela dei minori.
Tutti i comparti in calo
I dati della relazione, soffermandosi sul comparto digitale e tlc (qui il resto), sono caratterizzati dal segno meno, sia in termini di ricavi degli operatori sia in termini di investimenti per la realizzazione di banda larga e ultra larga. Flessione, in questo secondo caso, del 5,4%, con il meno 9,8 della rete mobile che pesa in modo particolare, da leggere in considerazione della ripresa attesa durante l’anno in corso. Il mobile si distingue in negativo anche per un riduzione dei ricavi che, a differenza dello scorso anno, è nettamente superiore rispetto a quella registrata per la rete fissa: -11,2% e -6%. Sono in calo tutte le categorie considerate, con il 18,4% del traffico voce che si fa sentire particolarmente. Scivolano anche i ricavi dei servizi dati, -3,3%, anche se aumentano le Sim connesse alla Rete, da 31,3 milioni a 32,7, e il traffico, +7%. Continuano a crollare gli sms, -25% a beneficio di Whatsapp e simili, e si confermano con un rialzo del 13% gli introiti legati ai servizi di accesso e navigazione a Internet. C’è attesa, nella relazione, per la rivoluzione del pagamenti mobili a cavallo dell’Nfc, tecnologia sulla quale si basano le offerte lanciate da Telecom e Vodafone per perfezionare le transazioni avvicinando lo smartphone al Pos. Sempre per quello che riguarda il mobile, a farla da padrone è Telecom Italia con 32,2% del mercato delleSim, in crescita rispetto al 33,1 del 2012. Crescono anche Wind (23), H3G (10) e gli operatori mobili virtuali, presenti sul 5,4% delle Sim. In calo solo Vodafone, 29,4% di schedine a fronte del 30,2 dell’anno precedente. A cambiare gestore nel corso del 2013 sono stati 16 milioni di italiani. Nel campo della banda larga si registra invece per la prima volta il calo della quota di mercato di Telecom sotto il 50%. Nel primo trimestre 2014 si attestava al 49 tondo tondo.15 luglio 2014 | 12:57,© RIPRODUZIONE RISERVATA
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http://www.corriere.it/tecnologia/mobile/14_luglio_15/rapporto-agcom-boldrini-il-digital-divide-nuova-diseguaglianza-be0744f2-0c0c-11e4-b3f9-bc051e012a1f.shtml
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REAZIONE:A CONTO DI PIU
1-LA NUOVA ERA NON RICONOSCE A LAURA BOLDRINI NE A NESSUN INTEGRANTE DI QUESTO “GOVERNO” GOLPISTA NESSUNA COMPATIBILITA CON LA NUOVA ERA:NE CON LA SUA ESSENZA,NE CON LA SUA VISIONE DEL MONDO.
2-IL DIGITAL DIVIDE E’ UN ARGOMENTO GIA DISCUSSO E LAUDATO IN QUESTE PAGINE E NON TORNERO SU ESSO.BASTA DIRE CHE IN REALTA NON ESSISTE NESSUN DIGITAL DIVIDE,E SE MANCANZA DI COPERTURA ADLS C’E’ E’ DOVUTA SOLTANTO ALLA MANCANZA DI CONCORRENZA,CIO’E’ ALLA MANCANZA DELLE DOVUTE LIBERALIZAZZIONi E RIFORME CHE HANNO PROMESSO E MAI COMPIUTO SIA BERLUSCONI,CHE MONTI,CHE RENZI.
3-NON ESSISTE NESSUNA CONTRAPOSIZIONE “PLURALISMO DEI MEDIA” E “L’ATTENZIONE RICHIESTA DALLA RETE”:LA NUOVA ERA E’ QUELLA DELL’INTEGRAZIONE DEI VECCHI MEDIA,QUELLI DELLA TELEVISIONE E RADIO TRADIZIONALI FRA ALTRI,ALLA RETE.I NUOVO MEDIA (NON I SOCIAL MEDIA VOLUTE DA OBAMA),QUELLI CHE FUNZIONANO NELLA RETE,SONO I SOLI MEDIA ESSIETENTI.PRETENDERE ALTRO SIGNIFICA SOLO CONVALIDARE IL PATTO SEGRETO FRA RENZI E BERLUSCONI PER SALVARE I SUOI MEZZI TRADIZIONALI LE QUI ONDE APPARTENGONO ALLO STATO DOVE DEVE RESTITUIRLI.IL SISTEMA GIUDIZIARIO AVEVA PROMESSO FARLO E DEVE COMPIERE O METTERLI SOTTO ACCUSA.
QUESTE PAROLE DELLA BOLDRINI CHE PRETENDE MISCONOSCERE I NUOVI MEDIA UNIVERSALMENTE ACETTATI E ADOPERATE SONO LA PROVA PALESE CHE IL PATTO SEGRETO CON MEDIASET ESSISTE E SI ADEGUANO ALLE PRETESE DI QUESTA MAL CHIAMATA GENERAZIONE “TELEMACO” CHE VUOLE “ADOSSARSI” ALLA NUOVA ERA IN ITALIA.SONO COSE DIVERSI,SONO INCOMPATIBILI E GLI OPERATORI NUOVA ERA SAPRANNO SMONTARE QUESTO ENGENDRO POLITICO DELLE LARGHE INTESE: TELE-VIZIO ALTRO CHE TELEMACO SONO.VIA.FUORI DELLA NUOVA ERA GIA INSEDIATA IN ITALIA.UN ESSMPIO?:ALTRI GIOVANI CHE IN AMERICA HANNO ADERITO ALLA NUOVA ERA DOVREBERO ESSERE LO SPECCHIO A GUARDARSI,VITTORIA CLINTON,LA FIGLIA DI HILLARY E’ FRA I PIONIERI DEL GIORNALISMO DEI NUOVI MEDIA DOVE LAVORA.ESSITONO E NON SONO QUELLI DI BERLUSCONI.
4-I DIRITTI DI AUTORE ONLINE DI QUI PARLA QUESTO ANGELO CARDINI NON ESSISTONO:VA TUTELATA LA “PROPIETA INTELLETUALE” E NON UN MUCCHIO DI PROCEDURE BUROCRATICI CHE ALTRO CHE CARTA STRACCIA NON SONO.
NON ESSISTE NE MENO QUESTA CONTRAPOSIZIONE FRA GLI OPERATORI DELLA
NUOVA ERA (GOOGLE,MICROSOFT,APPLE,ECC) E “OPERATORI TRADIZIONALI.O PER
DIRLA CON LE SUE PAROLE “fra i cosiddetti Over The Top, i vari Google o
Skype, e gli operatori tradizionali di telecomunicazioni”.NE
CONTRADIZIONE ESSISTE FRA “le politiche legate allo spettro radio” E
QUELLO “dei crescenti fabbisogni della banda larga mobile”,”per
sostenere lo sviluppo dell’Internet delle cose”.L’HO SPIEGATO SOPRA,SONO
TUTTI UNO E OGGI SI PARLA SOLO DI “NUOVI MEDIA”.
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-APPENDICE:MICROSOFT,TENTATIVA DI USURPAZIONE NEL “DIGITAL VENEZIA”
-APPENDICE:MICROSOFT,TENTATIVA DI USURPAZIONE NEL “DIGITAL VENEZIA”
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-SU CORRIERE DELLA SERA:Sette giorni di innovazione in Laguna
Digital Venice, la strategia digitale europea e il semestre italiano
Al premier Renzi e al commissario Kroes è stato consegnato il
documento Restart Europe. Attesa per sapere chi sarà il direttore
dell’Agenzia per l’Italia Digitale
di Martina Pennisi
Tecnologia
La tavola rotonda Restart Europe (foto da Twitter)
shadow
Il premier e la riunione con i Big della tecnologia
Il premier Renzi con il ministro Madia in vaporetto a Venezia (da Instagram)
Aperte anche le partite del Digital champion, figura che deve rappresentare la spinta innovativa del Paese, e del presidente del Comitato d’indirizzo, altra gamba di cui il tavolo digitale nostrano ha bisogno per stare in piedi. “Sono nodi da sciogliere in fretta; scelte cruciali per assicurarsi che l’orientamento politico sia declinato in maniera coerente”, dichiara al Corriere della Sera il sottosegretario con delega alle politiche europee Sandro Gozi. Dei temi caldi sul tavolo comunitario, invece, Renzi e Kroes hanno parlato a porte chiuse con colossi del settore come Huwaei, Samsung, Microsoft, Facebook, Google e Amazon. Dalle opportunità, con una spinta del Pil di 5 punti percentuali, alle sfide, tassazione dei colossi americani e neutralità della Rete su tutte. L’Italia e Matteo Renzi, che del digitale ha sempre fatto una bandiera per ora più sventolata che issata, hanno l’opportunità di farsi portatori del cambiamento di passo. Abbiamo, è il Censis ad averlo calcolato, tutto da guadagnarci: il ritardo attuale ci costa 10 milioni di euro al giorno. 3,6 miliardi all’anno, per citare una cifra che fa ancora più impressione. Senza (economia) digitale è difficile ripartire.
Il documento di Restart Europe
I giovani startupper di Restart Europe, così si chiama l’evento di lunedì, più che da questi numeri sono partiti dalle loro priorità nei campi di economia, smart city, lavoro, democrazia ed educazione. Il documento redatto a fine giornata è stato consegnato a Renzi e Kroes per affiancare le necessità dei colossi già presenti sul mercato a quelle delle nuove leve. Si propone la creazione di un quadro normativo unico a livello comunitario per le imprese innovative gestibile attraverso una piattaforma online. E si riceve, contestualmente, il plauso del sottosegretario all’Economia Pier Paolo Berretta: “Senza mercato unico il milione di posti di lavoro atteso dalle startup rimane un miraggio”, ha commentato. Per incoraggiare gli investimenti di Venture capital, al momento dieci volte meno consistenti di quelli statunitensi, la carica dei 161 ha pensato a incentivi fiscali per gli sforzi privati e a fondi per l’economia digitale. Per ogni euro investito da un privato, ad esempio, la Bce potrebbe mettercene uno di tasca sua. Le città potrebbero invece beneficiare di una carta d’identità europea con cui accedere ai servizi fisici e digitali senza limite alcuno nel Vecchio Continente.
Attesa per il direttore di Agid
Per l’Italia si tratta di un discorso particolarmente attuale, essendo il decreto per l’identità digitale in rampa di lancio e in attesa dell’intervento dell’Agid, che sta a sua volta aspettando il nuovo direttore. Mentre l’Italia aspetta, insomma, la giovane europa sogna di correre. Sempre nelle metropoli digitali, potrebbero essere utili delle ricompense per i cittadini e le istituzioni virtuosi e un sistema di recensioni sui servizi offerti. Pensando al lavoro, invece, si spazia dal ‘reverse internship’, stage dei dipendenti delle aziende nelle startup per sporcarsi le mani con la cultura dell’innovazione, a un fondo pensione pan-europeo che incoraggi gli spostamenti dei lavoratori e alleggerisca gli oneri delle aziende che vogliono assumere all’estero.
Amministrazione digitale
L’amministratore delegato di Microsoft Italia – a cui si deve l’organizzazione di Restart Europe – Carlo Purassanta vede di buon occhio le contaminazioni tra realtà consolidate e nascenti soprattutto nell’ambito di ricerca e sviluppo: “Più dell’80% delle imprese fa ricerca in un una sorta silo separato da tutto il resto. È un approccio troppo vecchio, bisogna entrare in una modalità di innovazione collaborativa”. Tornando alle proposte, il rapporto ideale con i vertici è quello che si risolve in un clic: governi e amministrazioni pubbliche dovrebbero ‘arrendersi’ alla democrazia partecipativa e a pubblicare e discutere su apposite piattaforme spese e processi decisionali. Il cittadino deve aver accesso a un unico portale per ottenere informazioni, dialogare con gli amministratori e ottenere documenti o indirizzi. Per dare una spinta all’educazione bisogna invece partire dagli insegnanti e fornire loro piattaforme aperte per aggiornarsi e condividere le competenze su un nuovo tipo di didattica. Gli istituti, oltre a ospitare corsi di programmazione fin dalle elementari, devono anche essere messi in condizione di acquistare dispositivi tecnologici in modo consapevole. Insegnare alle scuole, quindi. Formare le aziende con le startup, come detto in precedenza. Il digitale che arriva prima. Anche a Venezia, in attesa della lista delle priorità dei grandi, è andata così.
8 luglio 2014 | 10:24,© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/tecnologia/economia-digitale/14_luglio_08/digital-venice-strategia-digitale-europea-semestre-italiano-98af2896-0676-11e4-addf-a4fb93907d37.shtml
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REAZIONE:NATURALMENTE,NON BISOGNA DIRE CHE LA NUOVA ERA VEDE DI MAL OCHIO QUESTA AMBIZIOSA INIZIATIVA DI MICROSOFT IN COLLABORAZIONE CON UN GOVERNO GOLPISTA COME QUELLO DI RENZI,PIAGATA DI BUONE INTENZIONI CHE PERO RESTA SOLO UNA ESPRESSIONE DI DESIDERIO.IL FATTO CHE PER L’INCONTRO SIA STATA SCELTA LA CITTA DI VENEZIA E’ LA PROVA PALESE CHE SI TRATTA DI UN INTENTO DI UISURPAZIONE DELLA VISIONE DEL MONDO DELLA NUOVA ERA .RISULTA CHIARO CHE MICROSOFT NON HA IMPARATO LA LEZIONE DELLA NUOVA ERA CHE DOPO QUEL CONCORSO DOVE HA RESPINTO LE MIE TESI AL RIGUARDO HA FINITO PER SMORONARSI E SCOMPARIRE.ORA CHE LI HA ADOTTATE CCONVERTENDOSI ALLA NUOVA ERA CON QUESTE INIZIATIVE TORNA A ZOPPICARE CON LA STESSA PIETRA:NULLA DI QUANTO PROIETTATO SOPRA ANDRA A BUON PORTO,RESTA SOLO COME DETTO PRIMA,UNA ESPRESSIONE DI DESIDERIO DI UN MUCCHIO DI “BUONE INTENZIONI” CHE ALTRO NON FANNO CHE CERCARE DI USURPARLA.SI VEDE DIETRO L’INIZIATIVA LA MANO DI BILL CLINTON,IL NEOLIBERALE PARRINO POLITICO DI RENZI.SOSPETTO CHE MICROSOFT DA ORA IN AVANTI TORNERA A PERDERE TERRENO FRA I BIG DELLA TECNOLOGIA.LA NUOVA ERA LI RITIRA OGNI FIDUCIA E INVITA AI SUOI OPERATORI A BOICOTTEARE QUESTE INIZIATIVE:IL GENIO INNOVATIVO NON SI AQUISTA IN FARMACIA.INUTILE INSISTERE IN QUESTA VIA.
DUE PAROLE ANCORA:
-QUANTO DETTO SOPRA PRIMA E’ ANCHE VALIDO PER QUESTO INCONTRO DELLA GENERAZIONE TELE-VIZIO.
2-RENZI E I SUOI NON DURERANNO AL GOVERNO E LE AUTORITA DELLA
COMMISIONE EUROPEA PARTECIPANTE SARANNO CAMBIATI UNA VOLTA NOMINATE
QULLE NUOVE USCITI DAL RECENTE VOTO,QUINDI QUESTE INIZAITIVE MICROSOFT
AVREBBE DOVUTO FARLI NEL MARCO DELLA VISIONE DEL MONDO DELLA NUOVA ERA E
CON CHI CORRISPONDE,CIO’E’ AVREBBE DOVUTO ASPETTARE CHE SIANO MESSE IN
CARICA LE NUOVI AUTORITA.E IL FATTO CHE SI SIANO AFRETTATI A FARE
L’EVENTO DIGITALE A VENEZIA E’ UNA MOSTRA DI QUANTO SIANO CONSAPEVOLI
DELLA FORZA E PORTATA DELLE VISIONE DEL MONDO DELLA NUOVA ERA IN
EUROPA,E QUINDI DI QUANTO FRAGILE SIA QUESTA INIZIATIVA.3-”I giovani startupper di Restart Europe” ALTRO NON SONO CHE QUESTA GENERAZIONE TELE-VIZIO.(A)
4-A PURASSANTA LO SI VEDE OSSESIONATO DAL PROCESSO INNOVATIVO E LA RICERCA E QUINDI SI FA ECO DELL’ESPERIENZA DI MICROSOFT CHE L’HANNO PORTATA AL FALLIMENTO COME AVANGUARDIA DELLE TELECOMUNICAZIONI E “vede di buon occhio le contaminazioni tra realtà consolidate e nascenti soprattutto nell’ambito di ricerca e sviluppo”:IN MICROSOFT NON C’E STATA NESSUNA “CONTAMINAZIONE” FRA “REALTA CONSOLIDATE E NASCENTI”,DOPO CHE GOOGLE HA ACCOLTO LE MIE TESI SCIENTIFICI RESPINTI DA MICROSFT IN AVANTI LA REALTA DI QUESTA AZIENDA E STATA SOLO QUELLA DELLO SMORONAMENTO CONTINUO(INSIEME AL SISTEMA PC FISSO)FINO ARRIVARE AD OGGI ASSOLUTAMENTE SMORONATA A MANO DEL MOBILE.PENSAVO CHE LA CONVERSIONE ALLA NUOVA ERA FOSSE GENUINA PERO—–
“INNOVAZIONE COLLABORATIVA?.RIPETO,IL GENIO INNOVATIVO NON SI COMPRA IN FRMACIA E MICROSOFT NON SEMBRA AVERE UNO SPECIALE FIUTO NEL TROVARLO:”CIO CHE NATURA NON DA LA NUOVA ERA NON IMPRESTA”.I GIOVANI TELEMACI SONO CONTAMINATI SI MA DALLA CULTURA DEI MEZZI TRADIZIONALI E QUINDI SONO CONDANNATI AL FALLIMENTO IN ANTICIPO,NELLA NUOVA EUROPA DELLA NUOVA ERA NON PROSPERERANNO.
IL SETTORE PATTISTA DEL PARTITO DEMOCRATICO NON E’ LA PRIMA VOLTA CHE PROVA AD USURPARE LA NUOVA ERA:CI AVEVA PROVATO DALEMA,HA FALLITO MISERAMENTE E SCOMPARSO DELLA SCENA POLITICA,NON SARA MEGLIO IL FUTURO DI RENZI.
(A)TENTATIVA DI DOPPIAGGIO E INVERSIONE “TECNICA”?:
IL SISTEMA OPERATIVO DELLA MIA NETBOOK (PIATTAFORMA MOBILE QUINDI)CHE ADOPERO IN ITALIA E UN “WINDOWS STARTER”.
COME VOI SAPETE LE AREE DI ATTIVAZIONE DEI PRODOTTI CONNESSI GLOBALMENTE ALLA RETE INTERNET SONO DIVISI IN 4 AREE CHE CORRISPONDONO A DIVERSI CONTINENTI.IL MIO SISTEMA OPERATIVO,STARTER PERO, E’ DI ATTIVAZIONE SOLO IN LATINOAMERICA,ANCHE SE DOPO PUOI USARLO OVUNQUE.
NE QUANDO SONO IN ITALIA NE QUANDO SONO IN LATINO AMERICA IL MIO “STARTER” E’ USATO DA ALTRI CHE DA ME,E TANTO MENO DA QUESTI “giovani (STAR)tupper di Restart Europe”.
TRANNE CHE PER QUALCHE RIPARAZIONE TECNICA IL MIO NETBOOK E’ DI USO ASOLUTAMENTE PERSONALE,RISERVATO E PRIVATO.
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-APPENDICE 2:NADELLA,INIZIA MALE
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-SU LE MONDE,Blogs
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18 juillet 2014, par Jean-Baptiste Jacquin
Microsoft: Des paroles… et des actes
Satya Nadella, directeur général de Microsoft (n.bhupinder-CC BY 2.0)
J’ai une bonne et une mauvaise nouvelle, par laquelle voulez-vous que je commence ? Ce dilemme de cour de récréation se pose rigoureusement dans les mêmes termes pour les chefs d’entreprise.
Satya Nadella, le nouveau directeur général de Microsoft, a lui aussi été obligé de trancher. Dans un e-mail adressé, le 10 juillet, aux salariés du groupe américain de logiciels, le successeur de Bill Gates et de Steve Ballmer a promis « un changement de culture ».
Mercredi 16 juillet, M. Nadella a eu l’occasion de préciser sa « vision stratégique » pour le groupe dont il a pris les rênes en février. Dans une de ces grand-messes dont les multinationales ont le secret, il s’est retrouvé seul sur une estrade, face à plusieurs milliers de « partenaires » de Microsoft, venus du monde entier pour cinq jours.
Tel une rock-star, il a fait son Bercy, à Washington ! Un discours enthousiaste d’une heure, sans notes, arpentant la scène dans un costume sombre, chemise grise ouverte.
Un vrai bonheur
« Nous sommes dans un monde plus global où 3 milliards de personnes ont un terminal connecté à Internet, où plus de 200 milliards de capteurs et de terminaux seront en circulation en 2020. S’il n’y a pas le cloud [l’informatique à distance], il n’y aura pas d’expérience globale possible. C’est une opportunité extraordinaire. »
M. Nadella définit un nouveau credo pour Microsoft : « Le mobile d’abord, le cloud d’abord. » « Tout cela va représenter une explosion des dépenses dans les technologies de l’information. »
« C’est l’une des raisons pour lesquelles être dans cette industrie est un vrai bonheur. Il n’y a pas un secteur de l’économie, de l’industrie ou de la vie des gens où les logiciels et les objets fonctionnant avec des logiciels ne sont pas un élément essentiel. »
Etre capable de galvaniser une salle fait partie des talents exigés d’un grand patron. C’est pourquoi M. Nadella ne s’est pas arrêté là. Il en est venu au rôle que pouvait jouer « l’entreprise dans laquelle [il] a passé toute [sa] vie d’adulte ». Il a 47 ans et y travaille depuis vingt-deux ans.
Accomplir davantage
« Nous sommes l’entreprise et l’écosystème qui vont bâtir la productivité et les plates-formes pour ce monde du mobile first cloud first (…) Nous allons permettre à chacun et à chaque organisation de la planète de faire plus, d’accomplir davantage. C’est notre mission, c’est dans notre âme, c’est ce que nous allons faire. »
Le lendemain, jeudi, il annonçait la suppression de 18 000 postes dans le groupe. Une décision dont personne n’avait anticipé l’ampleur. La mauvaise nouvelle risque fort d’éclipser la bonne sur « les opportunités formidables ».
La veille encore, M. Nadella expliquait que l’une de ses principales tâches était de « rechercher comment permettre aux salariés de Microsoft de donner le meilleur d’eux-mêmes ». A chacun sa méthode.
http://ecobusiness.blog.lemonde.fr/2014/07/18/microsoft-des-paroles-et-des-actes/
À propos de Jean-Baptiste Jacquin
Je suis arrivé au Monde en 2011 où j’ai fait partie pendant deux ans de la rédaction en chef emmenée par Erik Izraelewicz. Je suis désormais chroniqueur économique. Cela fait 25 ans que je suis la vie des entreprises en tant que journaliste. Je suis passé par Les Echos, L’Expansion et La Tribune.-
REAZIONE:QUESTO NADELLA NON E” QUELLO CHE LA NUOVA ERA SI ASPETTAVA,QUALCOSA HA CAMBIATO DOPO LA NOMINA E QUINDI INIZIA CON MAL PIEDE.
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16 AGOSTO 2014:AMAZON IN CONFLITTO CON L’INDUSTRIA DEL LIBRO
-SU LE MONDE,Technologies
Filippetti accuse Amazon de « pratiques inqualifiables »
LE MONDE | 12.08.2014 à 11h15 ,Mis à jour le 12.08.2014 à 18h21 | Par Olivier Faye
La ministre de la culture Aurelie Filipetti soutien le combat des
ecrivains Americains contro le distributier en ligne.AFP/PATRIK KOVARK
Le cri de colère poussé contre Amazon dimanche 10 août par 900 écrivains américains dans les colonnes du New York Times a trouvé un écho favorable en France, où la ministre de la culture, Aurélie Filippetti, contactée par Le Monde, mène de son propre aveu un « combat » contre le distributeur en ligne.
Lire (édition abonnés) : Aux Etats-Unis, 900 auteurs contre Amazon
Une coalition d’auteurs a dénoncé dans une publicité de deux pages les pratiques de la firme de Seattle. Le groupe est engagé depuis de longs mois dans une lutte avec Hachette, qui refuse de casser les prix des livres numériques sur le marché américain. En retour, Amazon pratique des mesures de rétorsion contre la maison d’édition française : délais de livraison allongés, impossibilité d’effectuer des précommandes et suppression des éventuelles réductions sur les livres.
« UNE ATTEINTE INACCEPTABLE »
Aurélie Filippetti chez Jean-Jacques Bourdin – 12/02
Invitée de BFMTV et RMC, Aurélie Filippetti a évoqué les questions de fiscalité liées aux géants du web.
Lire aussi : En guerre commerciale avec Hachette, Amazon courtise les écrivains
Depuis son arrivée Rue de Valois en mai 2012, Mme Filippetti ne cesse d’ouvrir des fronts contre le géant américain. En juin 2013, elle s’élevait déjà contre la politique du groupe, l’accusant de recourir à des « pratiques (…) destructrices d’emploi, destructrices de culture, destructrices de lien social » qui font « mourir les petites librairies dans les centres-villes ». Elle appelait alors Amazon à « payer ses impôts » en France, le siège européen du site Internet étant situé au Luxembourg. Une enquête fiscale a été ouverte à ce sujet, ainsi qu’au Royaume-Uni.
Cette lutte s’est concrétisée le 10 juillet avec l’entrée en vigueur de la loi sur le prix des livres sur Internet, dite loi « anti-Amazon ». Ce texte, déposé par l’UMP et soutenu par la majorité, supprime la possibilité pour les sites de vente en ligne de cumuler la réduction de 5 % sur le prix du livre avec la gratuité des frais de port. Une mesure dirigée contre la firme américaine, qui a réagi en fixant ses frais de port à hauteur de… 1 centime.
Lire aussi : La loi « anti-Amazon » votée par le Parlement
« COMBAT MODERNE »
« Nous n’avions jamais dit que cette loi allait tout régler. C’était un combat politique, se défend Mme Filippetti. Nous savions qu’ils allaient chercher à la contourner. Nous avons agi par la loi pour que cette entreprise ne puisse pas utiliser l’argument commercial de la gratuité des frais de port. Ce sont des banderilles que nous continuerons à planter dans le flanc d’Amazon. »
Un temps esseulée, la Commission européenne voyant cette croisade d’un mauvais œil, la ministre de la culture a trouvé du soutien du côté de l’Allemagne, où le syndicat des libraires et éditeurs a déposé une plainte antitrust contre Amazon, avec l’appui du gouvernement. Bruxelles a ouvert une enquête à la suite de cette plainte.
« Cela montre que nous ne sommes pas dans le combat du village gaulois contre l’ogre américain. C’est un combat global contre une mise en péril de l’écosystème du livre. La France n’est pas seule », veut croire Mme Filippetti. « Nous sommes à la pointe d’un combat moderne contre des pratiques qui ressemblent au XIXe siècle, contre le monde des grands trusts et de la concentration, ajoute-t-elle avec emphase. Ce n’est pas parce que l’on parle de numérique que l’on est moderne. »
Olivier Faye ,Journaliste au Monde
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http://www.lemonde.fr/technologies/article/2014/08/12/aurelie-filippetti-accuse-amazon-de-pratiques-inqualifiables_4470395_651865.html
-APPENDICE:PER CAPIRE TUTTO
-SU LE MONDE,Économie:
Tout comprendre du conflit entre Amazon et l’industrie du livre
Le Monde.fr | 13.08.2014 à 17h42 ,Mis à jour le 13.08.2014 à 18h02 | Par Audrey Fournier
La fronde du milieu de l’édition contre Amazon, géant de la distribution en ligne, a gagné en ampleur le week-end du 9 août, avec la publication aux Etats-Unis d’une lettre de protestation signée par 900 écrivains de renom. En France et ailleurs, les librairies « en dur » peinent à faire face à la concurrence de l’e-commerce. Quelles sont les racines du conflit ?
Lire la synthèse : Aux Etats-Unis, 900 auteurs contre Amazon
Ce qui avait commencé comme un simple conflit commercial a peu à peu dégénéré et Amazon a pris des mesures de rétorsion contre la maison française : délais de livraison allongés, impossibilité d’effectuer des précommandes et suppression d’éventuelles réductions sur les livres.
Un groupe de 900 écrivains, réunis sous la bannière « Authors united » a publié une double page dans le New York Times le week-end dernier pour dénoncer ces pratiques. Parmi eux, de grands noms de la littérature, comme Paul Auster, John Grisham, Stephen King, Donna Tartt, mais aussi la canadienne francophone Nancy Huston, qui donnent de l’écho au combat, qui concerne moins Hachette en particulier que la défense du rôle des maisons d’édition en général.
Pour Amazon et Hachette, les enjeux ne sont pas comparables. L’e-commerce est une activité bénéficiaire pour Amazon, mais elle ne représente qu’une partie minoritaire de son chiffre d’affaires. Si Amazon recule sur le prix des livres électroniques, l’impact dans ses comptes sera donc faible, d’autant plus qu’elle détient 60 % de parts de marché aux Etats-Unis. Le préjudice pour Hachette serait vraisemblablement beaucoup plus important.
Amazon s’est positionnée depuis la fin des années 1990 sur ce créneau en proposant une offre large, expédiée dans des délais très serrés. Mais la loi Lang de 1981 sur le prix unique du livre contraint les libraires à ne pas dépasser les 5 % de rabais, ce qui limite leur marge de manœuvre et ne leur permet pas de jouer sur les volumes de vente.
Cherchant un moyen de faire baisser les prix sur le marché français, Amazon a tenté de faire passer les frais de livraison à 0 euro. La Fnac l’a imitée. Ce dumping n’a pas été vu d’un bon œil par le Parlement, qui a voté au printemps une loi dite « anti-Amazon » pour interdire le cumul de la gratuité des frais de port et le rabais de 5 %. Réponse des intéressés ? Faire passer les frais de port de 0 à… 1 centime d’euro « sur les commandes contenant des livres ». Et la Fnac de lui emboîter le pas.
Le but de ce texte, aussitôt promulgué, aussitôt contourné, était de protéger un secteur malmené depuis quelques mois, en figeant les prix. Sauf que l’attractivité d’Amazon ne tient pas seulement à sa volonté de proposer des prix bas, mais aussi, et surtout, à la taille de son catalogue et à ses moyens logistiques pour assurer une livraison rapide. Et sur ces points, les moyens déployés par Amazon sont effectivement disproportionnés par rapport à ceux des libraires indépendants, grâce notamment à une politique d’investissement massif dans les centres logistiques.
Un détail, et pas des moindres, Amazon est régulièrement pointé du doigt pour ses pratiques fiscales : la société paierait en effet un impôt largement inférieur à ce qu’elle devrait verser au vu de son chiffre d’affaires réalisé sur le territoire. Cet argument est repris par les pourfendeurs de la firme américaine, qui estiment qu’elle bénéficie de fait d’un avantage concurrentiel injustifié.
Lire le point de vue : Internet, bouc émissaire du marché du livre
Au contraire, le réseau de librairies Chapitre, deuxième en France après la Fnac, a mis la clé sous la porte en début d’année. Constitué de librairies indépendantes regroupées pour mieux survivre, ce réseau a échoué à faire repartir son chiffre d’affaires et les 57 magasins ont été mis en vente pour les transformer en « réseau de librairies indépendantes ». La stratégie du groupe, qui a consisté à uniformiser les librairies en les faisant passer sous la toise de France Loisirs, n’a pas convaincu la clientèle de revenir.
Le libraire a en outre laissé tomber sa liseuse Nook, et noué un partenariat avec Samsung pour proposer sa plateforme de livres numériques sur les tablettes du fabricant coréen. En cinq ans, Barnes & Noble a fermé une soixantaine de librairies aux Etats-Unis, mais a réussi à compenser le repli du chiffre d’affaires par des coupes dans ses dépenses. Reste à savoir combien de temps cette stratégie sera efficace.
Lire la synthèse : Amazon : un business model en pleine évolution
Audrey Fournier,Journaliste Nouvelles Technolog
http://www.lemonde.fr/economie/article/2014/08/13/comprendre-le-conflit-entre-amazon-et-l-industrie-du-livre_4470796_3234.html
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REAZIONE:AMAZON E’ USURPATORE DELLA NUOVA ERA.NE HO GIA PARLATO.VEDI CUA:
http://cianciminotortoici.blogspot.com/2013/06/nuova-era-e-costumeun-mondo-senza-fili.html
Une coalition d’auteurs a dénoncé dans une publicité de deux pages les pratiques de la firme de Seattle. Le groupe est engagé depuis de longs mois dans une lutte avec Hachette, qui refuse de casser les prix des livres numériques sur le marché américain. En retour, Amazon pratique des mesures de rétorsion contre la maison d’édition française : délais de livraison allongés, impossibilité d’effectuer des précommandes et suppression des éventuelles réductions sur les livres.
« UNE ATTEINTE INACCEPTABLE »
La ministre de la culture avait déjà fustigé en mai le « chantage »
pratiqué selon elle par Amazon sur ce dossier. Aurélie Filippetti se
trouve aujourd’hui confortée par la sortie des auteurs américains. « Cet épisode est une nouvelle révélation des pratiques inqualifiables et anticoncurrentielles d’Amazon, dit-elle. C’est
un abus de position dominante et une atteinte inacceptable contre
l’accès aux livres. Amazon porte atteinte à la diversité littéraire et
éditoriale. » La ministre se défend de venir spécifiquement en aide à la filiale du groupe Lagardère. «
Les auteurs qui ont signé la tribune ne sont pas tous publiés par
Hachette, ils ont simplement conscience de l’intérêt général. Pour ma
part, je défends l’écosystème du livre en entier, pas un acteur en
particulier », précise-t-elle.
Invitée de BFMTV et RMC, Aurélie Filippetti a évoqué les questions de fiscalité liées aux géants du web.
Lire aussi : En guerre commerciale avec Hachette, Amazon courtise les écrivains
Depuis son arrivée Rue de Valois en mai 2012, Mme Filippetti ne cesse d’ouvrir des fronts contre le géant américain. En juin 2013, elle s’élevait déjà contre la politique du groupe, l’accusant de recourir à des « pratiques (…) destructrices d’emploi, destructrices de culture, destructrices de lien social » qui font « mourir les petites librairies dans les centres-villes ». Elle appelait alors Amazon à « payer ses impôts » en France, le siège européen du site Internet étant situé au Luxembourg. Une enquête fiscale a été ouverte à ce sujet, ainsi qu’au Royaume-Uni.
Cette lutte s’est concrétisée le 10 juillet avec l’entrée en vigueur de la loi sur le prix des livres sur Internet, dite loi « anti-Amazon ». Ce texte, déposé par l’UMP et soutenu par la majorité, supprime la possibilité pour les sites de vente en ligne de cumuler la réduction de 5 % sur le prix du livre avec la gratuité des frais de port. Une mesure dirigée contre la firme américaine, qui a réagi en fixant ses frais de port à hauteur de… 1 centime.
Lire aussi : La loi « anti-Amazon » votée par le Parlement
« COMBAT MODERNE »
« Nous n’avions jamais dit que cette loi allait tout régler. C’était un combat politique, se défend Mme Filippetti. Nous savions qu’ils allaient chercher à la contourner. Nous avons agi par la loi pour que cette entreprise ne puisse pas utiliser l’argument commercial de la gratuité des frais de port. Ce sont des banderilles que nous continuerons à planter dans le flanc d’Amazon. »
Un temps esseulée, la Commission européenne voyant cette croisade d’un mauvais œil, la ministre de la culture a trouvé du soutien du côté de l’Allemagne, où le syndicat des libraires et éditeurs a déposé une plainte antitrust contre Amazon, avec l’appui du gouvernement. Bruxelles a ouvert une enquête à la suite de cette plainte.
« Cela montre que nous ne sommes pas dans le combat du village gaulois contre l’ogre américain. C’est un combat global contre une mise en péril de l’écosystème du livre. La France n’est pas seule », veut croire Mme Filippetti. « Nous sommes à la pointe d’un combat moderne contre des pratiques qui ressemblent au XIXe siècle, contre le monde des grands trusts et de la concentration, ajoute-t-elle avec emphase. Ce n’est pas parce que l’on parle de numérique que l’on est moderne. »
Olivier Faye ,Journaliste au Monde
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http://www.lemonde.fr/technologies/article/2014/08/12/aurelie-filippetti-accuse-amazon-de-pratiques-inqualifiables_4470395_651865.html
-APPENDICE:PER CAPIRE TUTTO
-SU LE MONDE,Économie:
Tout comprendre du conflit entre Amazon et l’industrie du livre
Le Monde.fr | 13.08.2014 à 17h42 ,Mis à jour le 13.08.2014 à 18h02 | Par Audrey Fournier
La fronde du milieu de l’édition contre Amazon, géant de la distribution en ligne, a gagné en ampleur le week-end du 9 août, avec la publication aux Etats-Unis d’une lettre de protestation signée par 900 écrivains de renom. En France et ailleurs, les librairies « en dur » peinent à faire face à la concurrence de l’e-commerce. Quelles sont les racines du conflit ?
- Que reprochent les maisons d’édition à Amazon ?
Lire la synthèse : Aux Etats-Unis, 900 auteurs contre Amazon
Ce qui avait commencé comme un simple conflit commercial a peu à peu dégénéré et Amazon a pris des mesures de rétorsion contre la maison française : délais de livraison allongés, impossibilité d’effectuer des précommandes et suppression d’éventuelles réductions sur les livres.
Un groupe de 900 écrivains, réunis sous la bannière « Authors united » a publié une double page dans le New York Times le week-end dernier pour dénoncer ces pratiques. Parmi eux, de grands noms de la littérature, comme Paul Auster, John Grisham, Stephen King, Donna Tartt, mais aussi la canadienne francophone Nancy Huston, qui donnent de l’écho au combat, qui concerne moins Hachette en particulier que la défense du rôle des maisons d’édition en général.
Pour Amazon et Hachette, les enjeux ne sont pas comparables. L’e-commerce est une activité bénéficiaire pour Amazon, mais elle ne représente qu’une partie minoritaire de son chiffre d’affaires. Si Amazon recule sur le prix des livres électroniques, l’impact dans ses comptes sera donc faible, d’autant plus qu’elle détient 60 % de parts de marché aux Etats-Unis. Le préjudice pour Hachette serait vraisemblablement beaucoup plus important.
- Peut-on parler de concurrence déloyale ?
Amazon s’est positionnée depuis la fin des années 1990 sur ce créneau en proposant une offre large, expédiée dans des délais très serrés. Mais la loi Lang de 1981 sur le prix unique du livre contraint les libraires à ne pas dépasser les 5 % de rabais, ce qui limite leur marge de manœuvre et ne leur permet pas de jouer sur les volumes de vente.
Cherchant un moyen de faire baisser les prix sur le marché français, Amazon a tenté de faire passer les frais de livraison à 0 euro. La Fnac l’a imitée. Ce dumping n’a pas été vu d’un bon œil par le Parlement, qui a voté au printemps une loi dite « anti-Amazon » pour interdire le cumul de la gratuité des frais de port et le rabais de 5 %. Réponse des intéressés ? Faire passer les frais de port de 0 à… 1 centime d’euro « sur les commandes contenant des livres ». Et la Fnac de lui emboîter le pas.
Le but de ce texte, aussitôt promulgué, aussitôt contourné, était de protéger un secteur malmené depuis quelques mois, en figeant les prix. Sauf que l’attractivité d’Amazon ne tient pas seulement à sa volonté de proposer des prix bas, mais aussi, et surtout, à la taille de son catalogue et à ses moyens logistiques pour assurer une livraison rapide. Et sur ces points, les moyens déployés par Amazon sont effectivement disproportionnés par rapport à ceux des libraires indépendants, grâce notamment à une politique d’investissement massif dans les centres logistiques.
Un détail, et pas des moindres, Amazon est régulièrement pointé du doigt pour ses pratiques fiscales : la société paierait en effet un impôt largement inférieur à ce qu’elle devrait verser au vu de son chiffre d’affaires réalisé sur le territoire. Cet argument est repris par les pourfendeurs de la firme américaine, qui estiment qu’elle bénéficie de fait d’un avantage concurrentiel injustifié.
Lire le point de vue : Internet, bouc émissaire du marché du livre
- Comment s’en sortent les distributeurs français de produits culturels ?
Au contraire, le réseau de librairies Chapitre, deuxième en France après la Fnac, a mis la clé sous la porte en début d’année. Constitué de librairies indépendantes regroupées pour mieux survivre, ce réseau a échoué à faire repartir son chiffre d’affaires et les 57 magasins ont été mis en vente pour les transformer en « réseau de librairies indépendantes ». La stratégie du groupe, qui a consisté à uniformiser les librairies en les faisant passer sous la toise de France Loisirs, n’a pas convaincu la clientèle de revenir.
- La France est-elle la seule à faire de la résistance ?
Le libraire a en outre laissé tomber sa liseuse Nook, et noué un partenariat avec Samsung pour proposer sa plateforme de livres numériques sur les tablettes du fabricant coréen. En cinq ans, Barnes & Noble a fermé une soixantaine de librairies aux Etats-Unis, mais a réussi à compenser le repli du chiffre d’affaires par des coupes dans ses dépenses. Reste à savoir combien de temps cette stratégie sera efficace.
Lire la synthèse : Amazon : un business model en pleine évolution
Audrey Fournier,Journaliste Nouvelles Technolog
http://www.lemonde.fr/economie/article/2014/08/13/comprendre-le-conflit-entre-amazon-et-l-industrie-du-livre_4470796_3234.html
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REAZIONE:AMAZON E’ USURPATORE DELLA NUOVA ERA.NE HO GIA PARLATO.VEDI CUA:
http://cianciminotortoici.blogspot.com/2013/06/nuova-era-e-costumeun-mondo-senza-fili.html
16 AGOSTO 2014:ACCORDO FINALE UNIONE EUROPEA-CANADA
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-SU LE MONDE,Économie:
Ce que révèle la version fuitée de l’accord de libre-échange Europe/Canada
Le Monde.fr | 16.08.2014 à 14h39 , Mis à jour le 16.08.2014 à 21h33 | Par Maxime Vaudano
La télévision allemande Tagesschau a révélé mercredi 13 août la
version finale et pour l’instant confidentielle de CETA, un accord
commercial entre l’Union européenne et le Canada scruté de très près par
les négociateurs, car il devrait servir de modèle pour le traité
transatlantique Europe/Etats-Unis. Parmi les dispositions les plus
controversées figure le mécanisme de règlement des différends
investisseurs-Etats (ISDS), un tribunal arbitral censé trancher les
conflits entre les gouvernements et les entreprises.
Pour tout comprendre sur ce mécanisme : L’Europe et le Canada disent « oui » à la justice privée
Selon les négociateurs, le CETA introduit d’importants progrès par rapport à la précédente génération des accords commerciaux à ISDS (comme l’Alena, signé en 1994 entre les Etats-Unis, le Mexique et le Canada), vivement critiquée pour avoir accordé trop de pouvoir aux multinationales. En réalité, peu de choses changent. Alors que la Commission européenne a mis en pause les négociations sur l’ISDS dans le traité transatlantique pour prendre en compte les propositions du public, elle n’en a pas fait de même pour CETA, qui reste dans la droite lignée de ses positions jusqu’alors.
Selon les négociateurs, le CETA introduit d’importants progrès par rapport à la précédente génération des accords commerciaux à ISDS (comme l’Alena, signé en 1994 entre les Etats-Unis, le Mexique et le Canada), vivement critiquée pour avoir accordé trop de pouvoir aux multinationales. En réalité, peu de choses changent. Alors que la Commission européenne a mis en pause les négociations sur l’ISDS dans le traité transatlantique pour prendre en compte les propositions du public, elle n’en a pas fait de même pour CETA, qui reste dans la droite lignée de ses positions jusqu’alors.
- Transparence :
Si le CETA consacre l’ouverture des débats au public et la publication de tous les documents relatifs à l’arbitrage, il autorise à se soustraire à ces obligations si des informations commerciales confidentielles sont en jeu.
- Conflits d’intérêt :
- Chevaux de Troie :
- Propriété intellectuelle :
- Définition de l’expropriation :
Il s’agit d’une mesure qui « prive substantiellement l’investisseur des attributs fondamentaux de propriété sur ses investissements ». Reconnaissant qu’il faudra procéder au cas par cas, le texte recommande de prendre en considération les « effets économiques » et de chercher à savoir si la mesure porte « atteinte aux attentes définies et raisonnables fondées sur l’investissement ».
L’annexe précise aussi que les mesures servant des « objectifs légitimes d’intérêt public, tels que la santé, la sécurité ou l’environnement » ne relèvent pas de l’expropriation, « sauf dans les rares circonstances où l’impact de la mesure [...] apparaît manifestement excessif ».
En cas d’incertitude sur l’interprétation du texte, il est prévu qu’un comité canado-européen publie des avis pour le clarifier, que les arbitres devront respecter.
Maxime Vaudano ,Journaliste au Monde.fr
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http://www.lemonde.fr/economie/article/2014/08/16/ce-que-revele-la-version-fuitee-de-l-accord-de-libre-echange-europe-canada_4472307_3234.html
REAZIONE:VOI CAPIRETE,SOLO VOGLIO METTERE IN RILIEVO QUALCOSA:
1-SI TRATTA DI QUALCOSA BEN PIU IMPORTANTE E GRANDE CHE QUESTO
INCONTRO DEGLI USURPATORI DELLE GENERAZIONE TELEMACO DI RENZI A
VENEZIA.E SI TRATTA DI QUALCOSA BEN CONCRETA E NON ENNUNCIAZIONE DI
DESIDERI,CASTELLI IN ARIA INSOMMA.
2-COME SI VEDE SI PARLA DI “PROPIETA INTELLETUALE” E NON DI “DIRITTI DI AUTORE”,E VA TUTELATA AL MASSIMO LIVELLO.
3-L’ACCORDO EUROPA-STATI UNITI NON SI FARA MAI PERCHE NON C”E NE BISOGNO.
4-DELLE GRANDI AZIENDE DELLE TELECOMUNICAZIONE AMERICANE SOLO GOOGLE OPERA IN VOLUME IMPORTANTE IN CANADA.
6-VITTORIA.
VEDI QUESTA ATTUALIZAZZIONE NEL CONTESTO DELLA PUBBLICAZIONE ORIGINALE NEL MIO BLOG DEI FATTI INTERNI:
http://dottgiuseppeciancimino.bloog.it/faites-internes-1continuation-143.html
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-15 SETTEMBRE 2014:ATTUALIZAZIONE
Il passaggio da Windows Phone a Windows a fini di marketing è in realtà già presente. Negli ultimi spot del Lumia 930, ci si riferisce al sistema operativo di Microsoft chiamandolo solo Windows, e stessa cosa accade nella reclame del One M8 di Htc e in quelle dei Lumia 530, 730 e 830.
La mossa potrebbe spiegarsi con l’intenzione di Microsoft di unificare i sistemi operativi su cui girano pc, telefoni, tablet e la console Xbox. «Snelliremo la prossima versione di Windows, da tre sistemi operativi ad uno solo, integrato, per schermi di tutte le dimensioni», aveva annunciato nel luglio scorso l’ad di Redmond, Satya Nadella. «In passato avevamo più squadre al lavoro sulle diverse versioni di Windows, ora ne abbiamo una con un’architettura comune. Questo ci consente di creare l’Universal Windows Apps». (Ansa)
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http://lastampa.it/2014/09/11/tecnologia/stop-a-nokia-microsoft-abbandona-il-marchio-rfoSss3VtA5v3Ku68ShKDP/pagina.html
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REAZIONE:IL DIGITAL VENEZIA DELLA GENERAZIONE TELE-VIZIO NON HA DECOLLATO NE DECOLLERA MAI MA NOKIA,CHE PRETENDEVA AVERE INVENTATO IL CELLULARE E CHE C’E’ CHI LO VOLEVA INALZARE ALLA PUNTA DI LANCIA EUROPEA DI UNA SFIDA TECNOLOGICA EUROPA-USA,NON ESSIETE PIU.QUELLO DEL TITOLO.
27 OTTOBRE 2014:ATTUALIZAZIONE NADELLA
-GLI ERRORI CONTRO NADELLA
Consigli su ‘karma’ di Satya Nadella: ‘deplorevole e scorretto’
BBC News Washington, DC
CEO di Microsoft Satya Nadella detto che le donne dovrebbero fare affidamento sul “karma” per aumenti di stipendio
Quando sei un altoparlante ad una “celebrazione delle donne in computing”, non è probabilmente una buona idea per fare off-the-bracciale osservazioni su come le donne dovrebbero fidarsi “il sistema” per dare loro la paga che meritano.
Questa è la lezione CEO di Microsoft Satya Nadella ha imparato nel modo più duro il Giovedi.
«Non è proprio di chiedere per il rilancio, ma conoscendo e avendo fede che il sistema sarà effettivamente vi darà il diritto alza come si va avanti”, ha detto Nadella durante un’intervista sul palco.
“Perché questo è un buon karma. Essa tornerà perché qualcuno sta andando a sapere che è il tipo di persona che voglio avere fiducia,” ha detto
Dato che si trattava di una conferenza di settore tecnologia, osservazioni controverse del sig Nadella apparsi su Twitter e altri siti di social media praticamente nel momento in cui sono state pronunciate. Al mattino stavano facendo i titoli nazionali.
Il commento che ne risulta è la roba di Microsoft pubbliche relazioni incubi.
“Nadella raggiunto questo coinvolgimento emotivo offrendo il consiglio più deplorevole e scorretto delle donne sul posto di lavoro dal momento che Joan Holloway ha detto Peggy Olson di indossare qualcosa che ha mostrato le caviglie cari”, scrive Nitasha Tiku sul blog di tecnologia Valleywag, riferendosi al televisore programma di Mad Men, che raffigura la cultura ufficio nel 1960.
Al tempo, Laura Stampler scrive: “Differenziale retributivo di genere si scese Prendete un corso accelerato da Etiquette Academy di CEO di Microsoft Satya Nadella Per Polite signore giovani:?. Sorriso bella e non essere così sconveniente, per chiedere un urto stipendio Dopo tutto , un rilancio è un po ‘come un corteggiatore di sesso maschile, e se si perseguono, si potrebbe semplicemente guidare via “.
Anche se la parte “karma” del discorso di Nadella ha guadagnato più attenzione, Stampler riserva le sue parole più taglienti per “il sistema” che il signor Nadella dice che si prenderà cura delle lavoratrici.
. “Purtroppo, quel sistema che Nadella vuole le donne a mettere tutta la loro cieca fiducia in esse fornisce solo 78 centesimi per dollaro di ciò che gli uomini guadagnano E se guardiamo più da vicino le donne Nadella è stato specificamente rivolgeva, la realtà è piuttosto triste: un divario retributivo tra i sessi esiste ad ogni livello di Stem [scienza, la tecnologia e la matematica] posti di lavoro. Nella Silicon Valley, gli uomini con i gradi del bachelor guadagnano il 40% in più rispetto ai loro omologhi di istruzione femminile, ”
Come l’indignazione cresceva, il sig Nadella ha fatto marcia indietro tardo pomeriggio di Giovedi, tweeting : “. Era re inarticolato come le donne dovrebbero chiedere per elevare la nostra industria deve chiudere divario retributivo di genere in modo un rilancio non è necessaria a causa di un pregiudizio.”
Egli ha ribadito l’idea un’ora più tardi in una e-mail ai dipendenti , dicendo che crede che uomini e donne dovrebbero avere parità di retribuzione a parità di lavoro.
“Ho risposto a questa domanda completamente sbagliato”, scrive. “Senza dubbio, appoggio pienamente i programmi di Microsoft e del settore che portano più donne in tecnologia e chiudere il divario di retribuzione. Credo che uomini e donne dovrebbero avere parità di retribuzione a parità di lavoro.”
Che non vola per Nicole Kobie del PC Pro Blog, però. Si ricorda che il sig Nadella, come amministratore delegato di una delle 10 più grandi aziende tecnologiche al mondo, ha una capacità unica nel settore per chiudere il gap – e non è da tweeting su di esso.
“Vuoi chiudere il divario di retribuzione Ecco cosa fare:? Esaminare gli stipendi delle donne e degli uomini a Microsoft in lavori analoghi”, scrive. “Ritiene ci sembrano essere un divario No. Impressionante;? Emettere un comunicato stampa su come sei meravigliosa, ma se c’è un divario di retribuzione Fix it li Pagare di più.?.».
In realtà, pochi giorni prima del discorso, Microsoft ha rilasciato i dati sulla sua diversità personale. Rivista Time Charlotte Alter utilizza quei numeri a dimostrare che a Microsoft, come molte aziende di tecnologia, un divario di retribuzione non è l’unica discrepanza tra uomini e donne.
“La leadership di Microsoft è solo il 17,3% di sesso femminile” , scrive . Allo stesso tempo, “donne costituiscono meno del 30% di tutta l’azienda nel suo complesso.”
Grazie alle osservazioni del suo CEO, Microsoft improvvisamente è diventato il bambino del manifesto per ciò che i critici vedono come un problema più grande di retribuzione disparate nel settore della tecnologia e non solo. Con i riflettori fissato sul gigante informatico, vedremo se ha un buon karma sinistra.
(In Michea Luxen)
CITAZIONI(“Start Quote):
-APPENDICE
Nadella di Microsoft si dispiace per i commenti salariale delle donne
http://dottgiuseppeciancimino.bloog.it/faitesi-nternes-1continuation-155.html
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27 OTTOBRE 2014:ATTUALIZAZIONE
12 OTTOBRE 2014:NIENTE TRATTATO COMMERCIALE EUROPA-USA
Le preoccupazioni aumentano su negoziati commerciali USA-UE
Per Andrew Walker BBC World Service Economics corrispondente
Il progetto, il Trans-Atlantic Trade and Investment Partnership(Trans-Atlantici Scambi e Partenariato per gli Investimenti), o TTIP, si propone di eliminare una vasta gamma di ostacoli al commercio bilaterale.
Manifestazioni si svolgevano in tutta Europa il Sabato, con un gran numero di eventi in Germania, Francia, Spagna e Italia,
In Gran Bretagna, gli eventi sono stati pianificati in almeno 15 città e cittadine.
Un attivista coinvolti nella pianificazione della giornata di azione, ha detto che si aspettava almeno 400 azioni locali in circa 24 paesi europei.
L’UE e gli Stati Uniti hanno lanciato i negoziati lo scorso anno e l’obiettivo è quello di stimolare di più il commercio e gli investimenti e, nel processo,produzione di una maggiore crescita economica e occupazione.
Esso ha dimostrato di essere estremamente controverso.
Sicurezza alimentare
Un obiettivo dei negoziati è quello di ridurre i costi per le imprese de il rispetto delle normative. Una ditta in, diciamo Europa, che vuole esportare negli Stati Uniti spesso deve rispettare due serie di regole.
I critici dicono che il risultato di questo sarebbe l’abbassamento del livello di protezione per i lavoratori, i consumatori e l’ambiente. La sicurezza alimentare è una particolare preoccupazione tra gli oppositori europei dei negoziati.
Un’altra grande preoccupazione è le disposizioni in discussione per consentire agli investitori stranieri ,per esempio le imprese americane che investono nella UE,di citare in giudizio un governo ospitante in alcune circostanze se sono colpiti da un cambiamento nella politica.
Questo si è rivelato essere così controverso che la Commissione europea ha deciso di tenere una consultazione pubblica . Ci sono state 150.000 risposte che la Commissione sta ancora analizzando.
La conduzione dei negoziati è anche controversa. Gli attivisti dicono che sono segreti e antidemocratici. Essi contestano inoltre pretese sostenuti nel TTIP ‘circa i vantaggi economici.
La Commissione europea respinge queste critiche . Si insiste sul fatto che gli standard saranno mantenuti e che i negoziati sono responsabili e trasparenti.
Analisi: Roger Harrabin,Analista Ambientale
Il governo britannico ha convocato una riunione con i gruppi ambientalisti il Lunedi per sedare la loro opposizione al TTIP.
I gruppi sono preoccupati perche il piano avrebbe consentito all’industria Americana troppa influenza sulla definizione di norme per migliorare l’efficienza delle merci.
Gli ambientalisti sono anche disturbati dai piani per una procedura di risoluzione delle controversie. Dicono che potrebbe essere utilizzato da multinazionali per bloccare movimenti per la tutela dell’ambiente.
La riunione di governo,al Foreign Office,è stata chiamata dal ministro dei cambiamenti climatici Ambra Rudd.
Lei dirà che la rimozione delle barriere commerciali per i beni e servizi verdi, come i pannelli solari, andrà a vantaggio dell’ambiente, aiutando a ridurre i costi e favorire l’innovazione. Lei dice che non vede l’ora di sentire le opinioni dei gruppi.
Tom Burke dal corpo dell’organizzazione ambientale e3g dirà a lei che l’accordo sarà inaccettabile a meno che non garantisce che i più alti standard possibili si applicherebbero sempre.
‘Irreversibile sell-off’(ndr:vendita)
In Gran Bretagna, esiste una preoccupazione specifica tra gli attivisti circa il possibile impatto sul Servizio Sanitario Nazionale (NHS). Essi temono che se un governo vuole invertire qualsiasi appalto di servizi sanitari fatte da un’amministrazione precedente, potrebbe essere costoso perché, dicono,che tutte le aziende americane che perdono affari come risultato potrebbero citare in giudizio, per l’utilizzo di tali disposizioni controverse per gli investitori stranieri .
Alcuni attivisti ritengono addirittura che TTIP potrebbe costringere i governi a privatizzare alcuni servizi sanitari.
Il sindacato Unite vuole la salute esplicitamente esclusa da qualsiasi accordo TTIP. iL Segretario Generale del Sindicato Gail Cartmail ha recentemente dichiarato: “E ‘chiaro che questo governo ha pensato di poter fare questo accordo in segreto, un accordo che significherebbe l’irreversibile svendita dei nostri NHS in America.”
Ma il ministro della Salute Earl Howe dice che non sarebbe nell’interesse delle imprese farmaceutiche britanniche escludere la salute dalle trattative in quanto attualmente stanno affrontando barriere commerciali negli Stati Uniti.
Anche in questo caso, la Commissione europea dice che le preoccupazioni sono fuori luogo, affermando che TTIP “non potrebbe avere alcun impatto sul diritto sovrano del Regno Unito di apportare modifiche al NHS.”
Più su questa storia:ARTICOLI CORRELATI
*UE rivela gol in USA negoziati commerciali,9 ott 2014, EUROPE
REAZIONE:LA NUOVA ERA NON SOSTIENE QUESTO ACCORDO E LE MASSE MI DANNO RAGIONE.IL MOTIVO L’HO GIA SPIEGATO:LA COOPERAZIONE EUROPA-USA,SOPRATUTTO IN MATERIA DI TELECOMUNICAZIONI,ESSITE GIA E QUESTA E’ SOLO UNA MANOVRA DELL’AMMINISTRAZIONE OBAMA A SCOPO DI CONTRASTARE LA CORELAZIONE DI MERCATI DOVE VIENE ACETTATA LA VISIONE DEL MONDO DELLA NUOVA ERA.
DIVERSA E’ LA SITUAZIONE COL CANADA CON QUI SI E’ STATO FATTO UN’ACCORDO COMMERCIALE GIA,ED E’ AVANGUARDIA IN MATERIA DI DIFUSSIONE DELLA NUOVA ERA.
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-APPENDICE SU LE MONDE:Économie mondiale
La galaxie hétéroclite des anti-TTIP
LE MONDE ECONOMIE | 11.10.2014 à 10h18 ,Mis à jour le 11.10.2014 à 17h29 | Par Cécile Ducourtieux (Bruxelles, bureau européen)
Ces citoyens ordinaires, ces élus, ces membres d’organisations non gouvernementales, sont des anti-TTIP convaincus, des anti-CETA, voire des anti-ISDS. Pour ceux qui ignorent encore ces sigles, ils désignent, pour les deux premiers, des traités de libre-échange négociés par la Commission européenne. Avec les Etats-Unis, depuis juin 2013 dans le cas du TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership), et le Canada, pour ce qui est du CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement), dont la négociation s’est achevée fin septembre. L’« ISDS » (Investor State Dispute Settlement), prévu par les TTIP et CETA, permet aux entreprises de saisir des tribunaux d’arbitrage pour se protéger d’un Etat qui mettrait en péril leurs investissements.
A l’initiative de la mobilisation du 11 octobre : des collectifs citoyens actifs sur les réseaux sociaux, comme D19-20 et AlterSummit en Belgique ou #noTTIP au Royaume-Uni. Ils se sont constitués pour la plupart fin 2013, quand la Commission européenne a reçu un mandat pour négocier le TTIP des chefs d’Etat et de gouvernement des 28 pays de l’Union. Attac, les partis de la gauche radicale et les Verts ont suivi. Presque tout ce que l’Europe compte de mouvements anticapitalistes et écologistes milite aujourd’hui contre ces négociations avec Washington.
L’opposition au traité de libre-échange entre l’Europe et les Etats-Unis a animé la campagne des élections européennes en mai. Le TTIP a été en partie récupéré par l’extrême droite. Significatif : Marine Le Pen a choisi, une fois réélue au Parlement de Strasbourg, de participer à la commission du commerce international INTA. « Avant, les gens ne se bousculaient pas pour venir. Mais le TTIP est devenu un thème grand public » relève l’eurodéputée conservatrice Tokia Saïfi, vice-présidente de cette commission.
Que dénoncent les anti-TTIP/CETA/ISDS ? D’abord, la nature inédite de ces négociations de libre-échange. De fait, le but du traité transatlantique – c’est aussi le cas pour le CETA, considéré comme son « petit frère » – est moins d’abaisser des droits de douane entre les Etats-Unis et l’Europe (ils ne sont plus très élevés) que d’harmoniser les réglementations des deux côtés de l’Atlantique, dans un très grand nombre de secteurs. A l’exception notable de la culture, exclue des négociations à la suite d’un lobbying intense de la France.
UN GIGANTESQUE TRAVAIL DE MISE EN COHÉRENCE DES STANDARDS
Il s’agit d’un gigantesque travail de mise en cohérence des standards, pour former une sorte de marché commun de près de 800 millions d’individus. Il faudra ainsi définir des « crash tests » similaires dans le secteur automobile, aboutir aux mêmes exigences de contrôle qualité dans la fabrication des plats cuisinés, etc. Beaucoup d’opposants à ce grand dessein, croyant savoir que les standards américains sont plus bas que les européens, crient au nivellement par le bas. Certains, comme Olivier Malay, étudiant en sciences économiques à l’Université catholique de Louvain, redoutent même « une privatisation des services publics, comme l’enseignement ».
Les « anti » dénoncent aussi le manque de transparence des discussions. Ils ont longuement réclamé la publication du mandat de la Commission, avant que le Conseil européen annonce, jeudi, que les 28 Etats membres avaient enfin donné leur assentiment. Ne pas déclassifier ce document n’avait en réalité plus guère de sens : cela fait des mois que son contenu « fuite » sur le Web. La légitimité des négociateurs est aussi questionnée. « Notre sort est confié à des fonctionnaires qui n’ont pas été élus démocratiquement, alors qu’ils vont s’attaquer à des normes sociales et environnementales adoptées par desEtats souverains ! », s’emporte le syndicaliste Bruno Poncelet, éditeur du site No-transat.be.
L’ISDS AGIT AUSSI COMME UN REPOUSSOIR
L’intérêt pour les entreprises serait évident – les milieux d’affaires sont, il est vrai, globalement favorables aux TTIP et CETA. Standardiser les processus de fabrication, de mise sur le marché, etc., leur permettra de réaliser des économies substantielles. Mais quid de l’avantage pour les citoyens, demandent les « anti » ? Ils contestent les rares chiffres avancés par Bruxelles – un gain de 119 milliards d’euros par an pour l’Union – et estiment que le jeu n’en vaut pas la chandelle. « L’historique des traités de libre-échange le prouve, on est loin du compte en termes de création d’emplois, c’est plutôt la course au moins-disant social », affirme ainsi Nabil Sheikh Hassan, de la plate-forme belge D19/20.
L’ISDS agit aussi comme un repoussoir. Ses détracteurs en contestent la nécessité : s’il y a contentieux, les entreprises n’ont qu’a saisir la justice ordinaire des pays. Raoul-Marc Jennar, ex-homme politique belge très actif dans les milieux anticapitalistes, dénonce « une remise en cause aberrante de l’Etat de droit ». Il a lancé une initiative originale : les communes qui se déclarent symboliquement « hors TTIP ». Dans l’Hexagone, elles sont plus de 70 à avoir voté ce type de résolution (Florac, Aubenas, Besançon, Montreuil…). « Le but est de pousser la France à sortir des négociations. C’est ce qu’avait fait Lionel Jospin, en 1998, quand il a laissé tomber les négociations sur l’accord multilatéral sur l’investissement », rappelle M.Jennar.
La mobilisation « anti » a surpris à la puissante DG Trade, la direction générale chargée du commerce à la Commission. Les experts européens, libre-échangistes convaincus pour la plupart, ont eu du mal à comprendre les inquiétudes qui s’expriment. Ils pointent du doigt la récupération par les partis populistes. Et se défendent d’avoir fait des erreurs. « Le commissaire au commerce, Karel De Gucht, n’a peut-être pas mis les formes, mais il a respecté le mandat des Etats membres » selon un officiel européen. « On n’a jamais été autant transparents qu’avec ce traité ! Le Parlement européen est tenu au courant de toutes les étapes de la négociation. Faire plus, c’est difficile : les Américains, en face, ne le toléreraient pas », explique une autre source bruxelloise.
« IL S’AGIT DE FAIRE CONVERGER, DEUX SYSTÈMES DE PRÉCAUTION »
La Commission répète sur tous les tons qu’il n’est pas question d’ouvrir les frontières au poulet chloré, aux OGM et autre bœuf aux hormones américains. Ni de toucher aux services publics. Las, elle semble inaudible, les opposants au traité continuant inlassablement à mettre en avant ces supposés dangers. « L’erreur initiale, c’est qu’au lieu d’expliquer qu’on a affaire à un traité d’un genre nouveau, on a continué à parler de négociations classiques. Alors qu’il s’agit rien de moins que de rapprocher, de faire converger, deux systèmes de précaution », estime Pascal Lamy, ex-directeur général de l’Organisation mondiale du commerce.
A ce stade, « le TTIP est mal barré », estiment plusieurs sources. De fait, pour être validé, il devra obtenir le feu vert du Parlement européen, où il a, aujourd’hui, nombre d’opposants, y compris chez les conservateurs. Ils redoutent que l’Europe pèche par naïveté et ouvre trop grand ses frontières aux Américains, sans avoir négocié la réciproque.
Pour la Commission, le TTIP et le CETA avant lui restent une priorité : ces traités doivent aider à relancer la croissance sur le Vieux Continent. C’est donc pour sauver ces traités que les patrons de la DG Trade et le commissaire De Gucht multiplient les conférences partout en Europe. « Mais leurs moyens de communication sont limités, il faudrait que les pays membres prennent le relais », regrette une source européenne. « Angela Merkel est très en faveur du TTIP, c’est elle qui a poussé pour l’entrée en négociation, mais le sujet est devenu si sensible que la classe politique allemande est très embêtée », assure une autre source bruxelloise.
Comment faire, alors, pour repartir de zéro avec l’opinion publique ? « Il faut donner un sens aux discussions, expliquer que c’est un processus long, au cours duquel on fera de la convergence réglementaire, en étant le plus transparent possible. Et il faudrait affirmer que là où les procédures sont différentes, on n’y touche pas, ou on s’aligne sur celle qui est la plus protectrice », conseille M. Lamy. Pour les plus pessimistes, à Bruxelles, le TTIP ne sera sauvé que si la Commission accepte de faire une croix sur l’ISDS. Et si la Suédoise Cecilia Malmström, la remplaçante de M. De Gucht, qui doit prendre son poste d’ici à la fin de cette année, arrive à renverser la vapeur. Elle a un peu raté son entrée en matière, lors de son audition devant le Parlement européen fin septembre, en se contredisant sur l’ISDS : après avoir dit le vendredi qu’elle ne le soutenait pas, elle a affirmé le contraire le lundi suivant…
Cécile Ducourtieux (Bruxelles, bureau européen)
Journaliste au Monde
http://www.lemonde.fr/economie-mondiale/article/2014/10/11/la-galaxie-heteroclite-des-anti-ttip_4504604_1656941.html
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REAZIONE:RIBADISCO LA MIA ASSOLUTA OPPOSIZIONE A QUESTO TRATTATO.
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-VEDI QUESTO SCRITTO NELLA PUBBLICAZIONE ORIGINALE SUL MIO BLOG DEI FATTI INTERNI:
http://dottgiuseppeciancimino.bloog.it/faitesi-nternes-1continuation-155.html
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-15 SETTEMBRE 2014:ATTUALIZAZIONE
3 SETTEMBRE 2014:IN OGNI MODO VI RACCONTO CHE NOKIA HA SCOMPARSO
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-SU LA STAMPA:Stop a Nokia, Microsoft abbandona il marchio
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Il nome sarà eliminato in favore di Lumia
1/09/2014
ROMA
Microsoft eliminerà, per finalità di marketing, l’uso dei marchi
Nokia e Windows Phone dai suoi telefonini, in favore del brand Lumia. La
notizia sarebbe contenuta in un documento aziendale intercettato dal
sito GeeksOnGadgets . «Come parte della nostra transizione graduale – si
legge nella nota interna – elimineremo il nome del produttore dalle
referenze del prodotto» durante la campagna promozionale in vista della
stagione natalizia. Nelle promozioni Windows Phone sarà sostituito da
Windows.Il passaggio da Windows Phone a Windows a fini di marketing è in realtà già presente. Negli ultimi spot del Lumia 930, ci si riferisce al sistema operativo di Microsoft chiamandolo solo Windows, e stessa cosa accade nella reclame del One M8 di Htc e in quelle dei Lumia 530, 730 e 830.
La mossa potrebbe spiegarsi con l’intenzione di Microsoft di unificare i sistemi operativi su cui girano pc, telefoni, tablet e la console Xbox. «Snelliremo la prossima versione di Windows, da tre sistemi operativi ad uno solo, integrato, per schermi di tutte le dimensioni», aveva annunciato nel luglio scorso l’ad di Redmond, Satya Nadella. «In passato avevamo più squadre al lavoro sulle diverse versioni di Windows, ora ne abbiamo una con un’architettura comune. Questo ci consente di creare l’Universal Windows Apps». (Ansa)
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http://lastampa.it/2014/09/11/tecnologia/stop-a-nokia-microsoft-abbandona-il-marchio-rfoSss3VtA5v3Ku68ShKDP/pagina.html
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REAZIONE:IL DIGITAL VENEZIA DELLA GENERAZIONE TELE-VIZIO NON HA DECOLLATO NE DECOLLERA MAI MA NOKIA,CHE PRETENDEVA AVERE INVENTATO IL CELLULARE E CHE C’E’ CHI LO VOLEVA INALZARE ALLA PUNTA DI LANCIA EUROPEA DI UNA SFIDA TECNOLOGICA EUROPA-USA,NON ESSIETE PIU.QUELLO DEL TITOLO.
27 OTTOBRE 2014:ATTUALIZAZIONE NADELLA
-GLI ERRORI CONTRO NADELLA
Echo Chambers
10 ottobre 2014 Ultimo aggiornamento alle 17:55 ETConsigli su ‘karma’ di Satya Nadella: ‘deplorevole e scorretto’
BBC News Washington, DC
CEO di Microsoft Satya Nadella detto che le donne dovrebbero fare affidamento sul “karma” per aumenti di stipendio
Quando sei un altoparlante ad una “celebrazione delle donne in computing”, non è probabilmente una buona idea per fare off-the-bracciale osservazioni su come le donne dovrebbero fidarsi “il sistema” per dare loro la paga che meritano.
Questa è la lezione CEO di Microsoft Satya Nadella ha imparato nel modo più duro il Giovedi.
«Non è proprio di chiedere per il rilancio, ma conoscendo e avendo fede che il sistema sarà effettivamente vi darà il diritto alza come si va avanti”, ha detto Nadella durante un’intervista sul palco.
“Perché questo è un buon karma. Essa tornerà perché qualcuno sta andando a sapere che è il tipo di persona che voglio avere fiducia,” ha detto
Dato che si trattava di una conferenza di settore tecnologia, osservazioni controverse del sig Nadella apparsi su Twitter e altri siti di social media praticamente nel momento in cui sono state pronunciate. Al mattino stavano facendo i titoli nazionali.
Il commento che ne risulta è la roba di Microsoft pubbliche relazioni incubi.
“Nadella raggiunto questo coinvolgimento emotivo offrendo il consiglio più deplorevole e scorretto delle donne sul posto di lavoro dal momento che Joan Holloway ha detto Peggy Olson di indossare qualcosa che ha mostrato le caviglie cari”, scrive Nitasha Tiku sul blog di tecnologia Valleywag, riferendosi al televisore programma di Mad Men, che raffigura la cultura ufficio nel 1960.
Al tempo, Laura Stampler scrive: “Differenziale retributivo di genere si scese Prendete un corso accelerato da Etiquette Academy di CEO di Microsoft Satya Nadella Per Polite signore giovani:?. Sorriso bella e non essere così sconveniente, per chiedere un urto stipendio Dopo tutto , un rilancio è un po ‘come un corteggiatore di sesso maschile, e se si perseguono, si potrebbe semplicemente guidare via “.
Anche se la parte “karma” del discorso di Nadella ha guadagnato più attenzione, Stampler riserva le sue parole più taglienti per “il sistema” che il signor Nadella dice che si prenderà cura delle lavoratrici.
. “Purtroppo, quel sistema che Nadella vuole le donne a mettere tutta la loro cieca fiducia in esse fornisce solo 78 centesimi per dollaro di ciò che gli uomini guadagnano E se guardiamo più da vicino le donne Nadella è stato specificamente rivolgeva, la realtà è piuttosto triste: un divario retributivo tra i sessi esiste ad ogni livello di Stem [scienza, la tecnologia e la matematica] posti di lavoro. Nella Silicon Valley, gli uomini con i gradi del bachelor guadagnano il 40% in più rispetto ai loro omologhi di istruzione femminile, ”
Secondo Microsoft, solo il 30% dei dipendenti sono donne
Lei continua a dire che alcune aziende tecnologiche hanno anche
approfittato del presupposto che le donne sono pagate meno. Racconta la
storia del fondatore di start-up Evan Thornley, che ha detto all’inizio
di quest’anno che un vantaggio di donne che assumono è che il loro
stipendio è ancora “relativamente a buon mercato rispetto a quello che
avremmo mai dovuto pagare qualcuno meno bene di un genere diverso” .Come l’indignazione cresceva, il sig Nadella ha fatto marcia indietro tardo pomeriggio di Giovedi, tweeting : “. Era re inarticolato come le donne dovrebbero chiedere per elevare la nostra industria deve chiudere divario retributivo di genere in modo un rilancio non è necessaria a causa di un pregiudizio.”
Egli ha ribadito l’idea un’ora più tardi in una e-mail ai dipendenti , dicendo che crede che uomini e donne dovrebbero avere parità di retribuzione a parità di lavoro.
“Ho risposto a questa domanda completamente sbagliato”, scrive. “Senza dubbio, appoggio pienamente i programmi di Microsoft e del settore che portano più donne in tecnologia e chiudere il divario di retribuzione. Credo che uomini e donne dovrebbero avere parità di retribuzione a parità di lavoro.”
Che non vola per Nicole Kobie del PC Pro Blog, però. Si ricorda che il sig Nadella, come amministratore delegato di una delle 10 più grandi aziende tecnologiche al mondo, ha una capacità unica nel settore per chiudere il gap – e non è da tweeting su di esso.
“Vuoi chiudere il divario di retribuzione Ecco cosa fare:? Esaminare gli stipendi delle donne e degli uomini a Microsoft in lavori analoghi”, scrive. “Ritiene ci sembrano essere un divario No. Impressionante;? Emettere un comunicato stampa su come sei meravigliosa, ma se c’è un divario di retribuzione Fix it li Pagare di più.?.».
In realtà, pochi giorni prima del discorso, Microsoft ha rilasciato i dati sulla sua diversità personale. Rivista Time Charlotte Alter utilizza quei numeri a dimostrare che a Microsoft, come molte aziende di tecnologia, un divario di retribuzione non è l’unica discrepanza tra uomini e donne.
“La leadership di Microsoft è solo il 17,3% di sesso femminile” , scrive . Allo stesso tempo, “donne costituiscono meno del 30% di tutta l’azienda nel suo complesso.”
Grazie alle osservazioni del suo CEO, Microsoft improvvisamente è diventato il bambino del manifesto per ciò che i critici vedono come un problema più grande di retribuzione disparate nel settore della tecnologia e non solo. Con i riflettori fissato sul gigante informatico, vedremo se ha un buon karma sinistra.
(In Michea Luxen)
CITAZIONI(“Start Quote):
1-Quel sistema che Nadella vuole le donne a mettere tutta la loro cieca fiducia in loro fornisce solo 78 centesimi al dollaro di ciò che guadagnano gli uomini “magazine Laura Stampler Tempo
2-Appoggio pienamente i programmi di Microsoft e del settore che portano più donne in tecnologia e colmare il divario di retribuzione “
Satya Nadella CEO, Microsoft
http://www.bbc.com/news/blogs-echochambers-29578265-APPENDICE
Business
10 ottobre 2014 Ultimo aggiornamento alle 08:19 ETNadella di Microsoft si dispiace per i commenti salariale delle donne
Il boss di Microsoft, Satya Nadella, ha chiesto scusa per le
osservazioni che ha fatto consigliare alle donne di non chiedere un
aumento di stipendio, ma di avere “fiducia nel sistema”.In una
conferenza per celebrare le donne nella tecnologia, ha suggerito che le
donne non chiedono un aumento era “buon karma”.Le osservazioni hanno
suscitato indignazione e il sig Nadella ha ora chiesto scusa.
In una e-mail al personale , ha detto che ha risposto alla domanda
“completamente sbagliato” e “cuore” programmi per colmare il divario di
retribuzione supportato.
Alla conferenza, chiamata la Festa Grace Hopper di Donne in Informatica, ha detto: «Non è proprio di chiedere per il rilancio, ma conoscendo e avendo fede che il sistema sarà effettivamente vi darà il diritto solleva come si va avanti.
“Perché questo è un buon karma. Essa tornerà perché qualcuno sta andando a sapere che è il tipo di persona che voglio fidarmi”, ha detto.
‘Inarticolati’L'intervistatore durante l’evento, Maria Klawe, presidente di Harvey Mudd College e direttore di Microsoft, subito in disaccordo con lui. Invece, ha suggerito le donne fanno i compiti sui livelli salariali e poi pratica chiedendo aumenti salariali.
I commenti hanno causato un furore su Twitter e il signor Nadella poi twittato che era “disarticolato” nella sua risposta su come le donne dovrebbero chiedere un aumento di stipendio.
Questo è stato poi seguiti con una e-mail al personale in cui ha detto:. “Maria mi ha chiesto quale consiglio vorrei offrire alle donne che non sono confortevoli per chiedere aumenti salariali ho risposto a questa domanda completamente sbagliato.
“Senza dubbio, appoggio pienamente i programmi di Microsoft e del settore che portano più donne in tecnologia e colmare il divario di retribuzione. Credo che uomini e donne dovrebbero avere parità di retribuzione a parità di lavoro.
“E quando si tratta di consulenza di carriera su come ottenere un rilancio quando pensi che sia meritato, il consiglio di Maria era il consiglio giusto. Se pensi di meritare un rilancio, si deve solo chiedere.”
Indiano di nascita Signor Nadella è diventato amministratore delegato all’inizio di quest’anno, prendendo il posto di Steve Ballmer.
-VEDI QUESTO SCRITTO NELLA PUBBLICAZIONE ORIGINALE SUL MIO BLOG DEI FATTI INTERNI:Alla conferenza, chiamata la Festa Grace Hopper di Donne in Informatica, ha detto: «Non è proprio di chiedere per il rilancio, ma conoscendo e avendo fede che il sistema sarà effettivamente vi darà il diritto solleva come si va avanti.
“Perché questo è un buon karma. Essa tornerà perché qualcuno sta andando a sapere che è il tipo di persona che voglio fidarmi”, ha detto.
‘Inarticolati’L'intervistatore durante l’evento, Maria Klawe, presidente di Harvey Mudd College e direttore di Microsoft, subito in disaccordo con lui. Invece, ha suggerito le donne fanno i compiti sui livelli salariali e poi pratica chiedendo aumenti salariali.
I commenti hanno causato un furore su Twitter e il signor Nadella poi twittato che era “disarticolato” nella sua risposta su come le donne dovrebbero chiedere un aumento di stipendio.
Questo è stato poi seguiti con una e-mail al personale in cui ha detto:. “Maria mi ha chiesto quale consiglio vorrei offrire alle donne che non sono confortevoli per chiedere aumenti salariali ho risposto a questa domanda completamente sbagliato.
“Senza dubbio, appoggio pienamente i programmi di Microsoft e del settore che portano più donne in tecnologia e colmare il divario di retribuzione. Credo che uomini e donne dovrebbero avere parità di retribuzione a parità di lavoro.
“E quando si tratta di consulenza di carriera su come ottenere un rilancio quando pensi che sia meritato, il consiglio di Maria era il consiglio giusto. Se pensi di meritare un rilancio, si deve solo chiedere.”
Indiano di nascita Signor Nadella è diventato amministratore delegato all’inizio di quest’anno, prendendo il posto di Steve Ballmer.
Più su questa storia
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http://www.bbc.com/news/business-29571754
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REAZIONE:CERTAMENTE QUESTO E’ UN ERRORE DEPLOREVOLE DI NADELLA MA IO NON SONO PER LA DISCRIMINAZIONE POSITIVA DELLE DONNE,NON LI FAREI MAI QUESTO PREGGIO DI TRATTARE LE DONNE COME DIVERSI,DEVONO GUADAGNARSI IL SUO POSTO E STIPENDIO CON LE STESSE REGOLE DEGLI UOMINI.PERO NADELLA NON DEVE TRATTARE LE DONNE MICROSOFT COME QUELLI DELLA INDIA,IL KARMA NON CENTRA.
QUINDI NON CHIEDERO LA SUA DIMISSIONE PER QUESTA GAFFE E FOSSE IO NON MI PREOCUPERI NE MENO DI MANDARE QUELLA MAIL.
ALTRI ERRORI SONO PIU GRAVI E MERITANO UN RIPENSAMENTO DELL’AZIENDA,L’HO GIA SPIEGATO:NO AL DIGITAL VENEZIA.
PER QUESTO SI,VIA L’INDIANO,SIA AMMINISTRATORE DELEGATO QUELLO VOLUTO DALLA FORD.
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REAZIONE:CERTAMENTE QUESTO E’ UN ERRORE DEPLOREVOLE DI NADELLA MA IO NON SONO PER LA DISCRIMINAZIONE POSITIVA DELLE DONNE,NON LI FAREI MAI QUESTO PREGGIO DI TRATTARE LE DONNE COME DIVERSI,DEVONO GUADAGNARSI IL SUO POSTO E STIPENDIO CON LE STESSE REGOLE DEGLI UOMINI.PERO NADELLA NON DEVE TRATTARE LE DONNE MICROSOFT COME QUELLI DELLA INDIA,IL KARMA NON CENTRA.
QUINDI NON CHIEDERO LA SUA DIMISSIONE PER QUESTA GAFFE E FOSSE IO NON MI PREOCUPERI NE MENO DI MANDARE QUELLA MAIL.
ALTRI ERRORI SONO PIU GRAVI E MERITANO UN RIPENSAMENTO DELL’AZIENDA,L’HO GIA SPIEGATO:NO AL DIGITAL VENEZIA.
PER QUESTO SI,VIA L’INDIANO,SIA AMMINISTRATORE DELEGATO QUELLO VOLUTO DALLA FORD.
http://dottgiuseppeciancimino.bloog.it/faitesi-nternes-1continuation-155.html
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27 OTTOBRE 2014:ATTUALIZAZIONE
12 OTTOBRE 2014:NIENTE TRATTATO COMMERCIALE EUROPA-USA
Affari
11 ottobre 2014 Ultimo aggiornamento alle 13:34 ETLe preoccupazioni aumentano su negoziati commerciali USA-UE
Per Andrew Walker BBC World Service Economics corrispondente
I manifestanti sono scesi in piazza a Berlino il Sabato
Ci sono preoccupazioni piu crescenti in Europa per i negoziati volti a liberalizzare gli scambi con gli Stati Uniti.Il progetto, il Trans-Atlantic Trade and Investment Partnership(Trans-Atlantici Scambi e Partenariato per gli Investimenti), o TTIP, si propone di eliminare una vasta gamma di ostacoli al commercio bilaterale.
Manifestazioni si svolgevano in tutta Europa il Sabato, con un gran numero di eventi in Germania, Francia, Spagna e Italia,
In Gran Bretagna, gli eventi sono stati pianificati in almeno 15 città e cittadine.
Un attivista coinvolti nella pianificazione della giornata di azione, ha detto che si aspettava almeno 400 azioni locali in circa 24 paesi europei.
L’UE e gli Stati Uniti hanno lanciato i negoziati lo scorso anno e l’obiettivo è quello di stimolare di più il commercio e gli investimenti e, nel processo,produzione di una maggiore crescita economica e occupazione.
Esso ha dimostrato di essere estremamente controverso.
Sicurezza alimentare
Un obiettivo dei negoziati è quello di ridurre i costi per le imprese de il rispetto delle normative. Una ditta in, diciamo Europa, che vuole esportare negli Stati Uniti spesso deve rispettare due serie di regole.
I critici dicono che il risultato di questo sarebbe l’abbassamento del livello di protezione per i lavoratori, i consumatori e l’ambiente. La sicurezza alimentare è una particolare preoccupazione tra gli oppositori europei dei negoziati.
La gente nella città francese di Narbonne si unirono alle proteste
I manifestanti nel Regno Unito sono preoccupati per l’impatto sul Servizio Sanitario Nazionale
Nell’UE gli attivisti dicono che i consumatori potrebbero trovarsi di
fronte a cibo più geneticamente modificati,manzo e carne di pollo
trattatii con ormoni è sciacquato con il cloro.Un’altra grande preoccupazione è le disposizioni in discussione per consentire agli investitori stranieri ,per esempio le imprese americane che investono nella UE,di citare in giudizio un governo ospitante in alcune circostanze se sono colpiti da un cambiamento nella politica.
Questo si è rivelato essere così controverso che la Commissione europea ha deciso di tenere una consultazione pubblica . Ci sono state 150.000 risposte che la Commissione sta ancora analizzando.
La conduzione dei negoziati è anche controversa. Gli attivisti dicono che sono segreti e antidemocratici. Essi contestano inoltre pretese sostenuti nel TTIP ‘circa i vantaggi economici.
La Commissione europea respinge queste critiche . Si insiste sul fatto che gli standard saranno mantenuti e che i negoziati sono responsabili e trasparenti.
Il governo britannico ha convocato una riunione con i gruppi ambientalisti il Lunedi per sedare la loro opposizione al TTIP.
I gruppi sono preoccupati perche il piano avrebbe consentito all’industria Americana troppa influenza sulla definizione di norme per migliorare l’efficienza delle merci.
Gli ambientalisti sono anche disturbati dai piani per una procedura di risoluzione delle controversie. Dicono che potrebbe essere utilizzato da multinazionali per bloccare movimenti per la tutela dell’ambiente.
La riunione di governo,al Foreign Office,è stata chiamata dal ministro dei cambiamenti climatici Ambra Rudd.
Lei dirà che la rimozione delle barriere commerciali per i beni e servizi verdi, come i pannelli solari, andrà a vantaggio dell’ambiente, aiutando a ridurre i costi e favorire l’innovazione. Lei dice che non vede l’ora di sentire le opinioni dei gruppi.
Tom Burke dal corpo dell’organizzazione ambientale e3g dirà a lei che l’accordo sarà inaccettabile a meno che non garantisce che i più alti standard possibili si applicherebbero sempre.
In Gran Bretagna, esiste una preoccupazione specifica tra gli attivisti circa il possibile impatto sul Servizio Sanitario Nazionale (NHS). Essi temono che se un governo vuole invertire qualsiasi appalto di servizi sanitari fatte da un’amministrazione precedente, potrebbe essere costoso perché, dicono,che tutte le aziende americane che perdono affari come risultato potrebbero citare in giudizio, per l’utilizzo di tali disposizioni controverse per gli investitori stranieri .
Alcuni attivisti ritengono addirittura che TTIP potrebbe costringere i governi a privatizzare alcuni servizi sanitari.
Il sindacato Unite vuole la salute esplicitamente esclusa da qualsiasi accordo TTIP. iL Segretario Generale del Sindicato Gail Cartmail ha recentemente dichiarato: “E ‘chiaro che questo governo ha pensato di poter fare questo accordo in segreto, un accordo che significherebbe l’irreversibile svendita dei nostri NHS in America.”
Ma il ministro della Salute Earl Howe dice che non sarebbe nell’interesse delle imprese farmaceutiche britanniche escludere la salute dalle trattative in quanto attualmente stanno affrontando barriere commerciali negli Stati Uniti.
Anche in questo caso, la Commissione europea dice che le preoccupazioni sono fuori luogo, affermando che TTIP “non potrebbe avere alcun impatto sul diritto sovrano del Regno Unito di apportare modifiche al NHS.”
Più su questa storia:ARTICOLI CORRELATI
*UE rivela gol in USA negoziati commerciali,9 ott 2014, EUROPE
*Negoziati commerciali ‘dovrebbero includere la salute’,13 settembre 2014, SALUTE
*I sindacati si oppongono US accordo commerciale con l’UE,10 set 2014, BUSINESShttp://www.bbc.com/news/business-29572475REAZIONE:LA NUOVA ERA NON SOSTIENE QUESTO ACCORDO E LE MASSE MI DANNO RAGIONE.IL MOTIVO L’HO GIA SPIEGATO:LA COOPERAZIONE EUROPA-USA,SOPRATUTTO IN MATERIA DI TELECOMUNICAZIONI,ESSITE GIA E QUESTA E’ SOLO UNA MANOVRA DELL’AMMINISTRAZIONE OBAMA A SCOPO DI CONTRASTARE LA CORELAZIONE DI MERCATI DOVE VIENE ACETTATA LA VISIONE DEL MONDO DELLA NUOVA ERA.
DIVERSA E’ LA SITUAZIONE COL CANADA CON QUI SI E’ STATO FATTO UN’ACCORDO COMMERCIALE GIA,ED E’ AVANGUARDIA IN MATERIA DI DIFUSSIONE DELLA NUOVA ERA.
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-APPENDICE SU LE MONDE:Économie mondiale
La galaxie hétéroclite des anti-TTIP
LE MONDE ECONOMIE | 11.10.2014 à 10h18 ,Mis à jour le 11.10.2014 à 17h29 | Par Cécile Ducourtieux (Bruxelles, bureau européen)
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Ces citoyens ordinaires, ces élus, ces membres d’organisations non gouvernementales, sont des anti-TTIP convaincus, des anti-CETA, voire des anti-ISDS. Pour ceux qui ignorent encore ces sigles, ils désignent, pour les deux premiers, des traités de libre-échange négociés par la Commission européenne. Avec les Etats-Unis, depuis juin 2013 dans le cas du TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership), et le Canada, pour ce qui est du CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement), dont la négociation s’est achevée fin septembre. L’« ISDS » (Investor State Dispute Settlement), prévu par les TTIP et CETA, permet aux entreprises de saisir des tribunaux d’arbitrage pour se protéger d’un Etat qui mettrait en péril leurs investissements.
A l’initiative de la mobilisation du 11 octobre : des collectifs citoyens actifs sur les réseaux sociaux, comme D19-20 et AlterSummit en Belgique ou #noTTIP au Royaume-Uni. Ils se sont constitués pour la plupart fin 2013, quand la Commission européenne a reçu un mandat pour négocier le TTIP des chefs d’Etat et de gouvernement des 28 pays de l’Union. Attac, les partis de la gauche radicale et les Verts ont suivi. Presque tout ce que l’Europe compte de mouvements anticapitalistes et écologistes milite aujourd’hui contre ces négociations avec Washington.
L’opposition au traité de libre-échange entre l’Europe et les Etats-Unis a animé la campagne des élections européennes en mai. Le TTIP a été en partie récupéré par l’extrême droite. Significatif : Marine Le Pen a choisi, une fois réélue au Parlement de Strasbourg, de participer à la commission du commerce international INTA. « Avant, les gens ne se bousculaient pas pour venir. Mais le TTIP est devenu un thème grand public » relève l’eurodéputée conservatrice Tokia Saïfi, vice-présidente de cette commission.
Que dénoncent les anti-TTIP/CETA/ISDS ? D’abord, la nature inédite de ces négociations de libre-échange. De fait, le but du traité transatlantique – c’est aussi le cas pour le CETA, considéré comme son « petit frère » – est moins d’abaisser des droits de douane entre les Etats-Unis et l’Europe (ils ne sont plus très élevés) que d’harmoniser les réglementations des deux côtés de l’Atlantique, dans un très grand nombre de secteurs. A l’exception notable de la culture, exclue des négociations à la suite d’un lobbying intense de la France.
UN GIGANTESQUE TRAVAIL DE MISE EN COHÉRENCE DES STANDARDS
Il s’agit d’un gigantesque travail de mise en cohérence des standards, pour former une sorte de marché commun de près de 800 millions d’individus. Il faudra ainsi définir des « crash tests » similaires dans le secteur automobile, aboutir aux mêmes exigences de contrôle qualité dans la fabrication des plats cuisinés, etc. Beaucoup d’opposants à ce grand dessein, croyant savoir que les standards américains sont plus bas que les européens, crient au nivellement par le bas. Certains, comme Olivier Malay, étudiant en sciences économiques à l’Université catholique de Louvain, redoutent même « une privatisation des services publics, comme l’enseignement ».
Les « anti » dénoncent aussi le manque de transparence des discussions. Ils ont longuement réclamé la publication du mandat de la Commission, avant que le Conseil européen annonce, jeudi, que les 28 Etats membres avaient enfin donné leur assentiment. Ne pas déclassifier ce document n’avait en réalité plus guère de sens : cela fait des mois que son contenu « fuite » sur le Web. La légitimité des négociateurs est aussi questionnée. « Notre sort est confié à des fonctionnaires qui n’ont pas été élus démocratiquement, alors qu’ils vont s’attaquer à des normes sociales et environnementales adoptées par desEtats souverains ! », s’emporte le syndicaliste Bruno Poncelet, éditeur du site No-transat.be.
L’ISDS AGIT AUSSI COMME UN REPOUSSOIR
L’intérêt pour les entreprises serait évident – les milieux d’affaires sont, il est vrai, globalement favorables aux TTIP et CETA. Standardiser les processus de fabrication, de mise sur le marché, etc., leur permettra de réaliser des économies substantielles. Mais quid de l’avantage pour les citoyens, demandent les « anti » ? Ils contestent les rares chiffres avancés par Bruxelles – un gain de 119 milliards d’euros par an pour l’Union – et estiment que le jeu n’en vaut pas la chandelle. « L’historique des traités de libre-échange le prouve, on est loin du compte en termes de création d’emplois, c’est plutôt la course au moins-disant social », affirme ainsi Nabil Sheikh Hassan, de la plate-forme belge D19/20.
L’ISDS agit aussi comme un repoussoir. Ses détracteurs en contestent la nécessité : s’il y a contentieux, les entreprises n’ont qu’a saisir la justice ordinaire des pays. Raoul-Marc Jennar, ex-homme politique belge très actif dans les milieux anticapitalistes, dénonce « une remise en cause aberrante de l’Etat de droit ». Il a lancé une initiative originale : les communes qui se déclarent symboliquement « hors TTIP ». Dans l’Hexagone, elles sont plus de 70 à avoir voté ce type de résolution (Florac, Aubenas, Besançon, Montreuil…). « Le but est de pousser la France à sortir des négociations. C’est ce qu’avait fait Lionel Jospin, en 1998, quand il a laissé tomber les négociations sur l’accord multilatéral sur l’investissement », rappelle M.Jennar.
La mobilisation « anti » a surpris à la puissante DG Trade, la direction générale chargée du commerce à la Commission. Les experts européens, libre-échangistes convaincus pour la plupart, ont eu du mal à comprendre les inquiétudes qui s’expriment. Ils pointent du doigt la récupération par les partis populistes. Et se défendent d’avoir fait des erreurs. « Le commissaire au commerce, Karel De Gucht, n’a peut-être pas mis les formes, mais il a respecté le mandat des Etats membres » selon un officiel européen. « On n’a jamais été autant transparents qu’avec ce traité ! Le Parlement européen est tenu au courant de toutes les étapes de la négociation. Faire plus, c’est difficile : les Américains, en face, ne le toléreraient pas », explique une autre source bruxelloise.
« IL S’AGIT DE FAIRE CONVERGER, DEUX SYSTÈMES DE PRÉCAUTION »
La Commission répète sur tous les tons qu’il n’est pas question d’ouvrir les frontières au poulet chloré, aux OGM et autre bœuf aux hormones américains. Ni de toucher aux services publics. Las, elle semble inaudible, les opposants au traité continuant inlassablement à mettre en avant ces supposés dangers. « L’erreur initiale, c’est qu’au lieu d’expliquer qu’on a affaire à un traité d’un genre nouveau, on a continué à parler de négociations classiques. Alors qu’il s’agit rien de moins que de rapprocher, de faire converger, deux systèmes de précaution », estime Pascal Lamy, ex-directeur général de l’Organisation mondiale du commerce.
A ce stade, « le TTIP est mal barré », estiment plusieurs sources. De fait, pour être validé, il devra obtenir le feu vert du Parlement européen, où il a, aujourd’hui, nombre d’opposants, y compris chez les conservateurs. Ils redoutent que l’Europe pèche par naïveté et ouvre trop grand ses frontières aux Américains, sans avoir négocié la réciproque.
Pour la Commission, le TTIP et le CETA avant lui restent une priorité : ces traités doivent aider à relancer la croissance sur le Vieux Continent. C’est donc pour sauver ces traités que les patrons de la DG Trade et le commissaire De Gucht multiplient les conférences partout en Europe. « Mais leurs moyens de communication sont limités, il faudrait que les pays membres prennent le relais », regrette une source européenne. « Angela Merkel est très en faveur du TTIP, c’est elle qui a poussé pour l’entrée en négociation, mais le sujet est devenu si sensible que la classe politique allemande est très embêtée », assure une autre source bruxelloise.
Comment faire, alors, pour repartir de zéro avec l’opinion publique ? « Il faut donner un sens aux discussions, expliquer que c’est un processus long, au cours duquel on fera de la convergence réglementaire, en étant le plus transparent possible. Et il faudrait affirmer que là où les procédures sont différentes, on n’y touche pas, ou on s’aligne sur celle qui est la plus protectrice », conseille M. Lamy. Pour les plus pessimistes, à Bruxelles, le TTIP ne sera sauvé que si la Commission accepte de faire une croix sur l’ISDS. Et si la Suédoise Cecilia Malmström, la remplaçante de M. De Gucht, qui doit prendre son poste d’ici à la fin de cette année, arrive à renverser la vapeur. Elle a un peu raté son entrée en matière, lors de son audition devant le Parlement européen fin septembre, en se contredisant sur l’ISDS : après avoir dit le vendredi qu’elle ne le soutenait pas, elle a affirmé le contraire le lundi suivant…
Cécile Ducourtieux (Bruxelles, bureau européen)
Journaliste au Monde
http://www.lemonde.fr/economie-mondiale/article/2014/10/11/la-galaxie-heteroclite-des-anti-ttip_4504604_1656941.html
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REAZIONE:RIBADISCO LA MIA ASSOLUTA OPPOSIZIONE A QUESTO TRATTATO.
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17 OTTOBRE 2014:BOICOTTEARE ASEM
-ASEM,SUMMIT COMUNISTA NON DELLA NUOVA ERA
.
-SU LA REPUBBLICA:
.
Europa-Asia, affari d’oro dal summit di Milano. Li Keqiang attacca la contraffazione
Nel capoluogo lombardo sono presenti le delegazioni di oltre 50
Paesi. E’ l’incontro dell’Asem, che unisce il Vecchio continente e i
principali Paesi orientali. Il premier cinese parla dei problemi legati
al copyright, spesso motivo di discordia tra Europa e Cina. Gli scambi
commerciali tra l’Ue e l’Oriente si sono impennati nell’ultimo decennio.
Firmati contratti per 8 miliardi con la Cina.
ottobre 2014
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MILANO- Un attacco alla contraffazione che arriva proprio dal numero uno della Cina. Il primo ministro cinese,Li Keqiang,ha sottolineato che Italia e Cina devono “tutelare i diritti della proprietà intellettuale”. E’ un passaggio del suo intervento al Politecnico di Milano, al fianco del presidente del consiglio Matteo Renzi. “Solo così – ha proseguito Li Keqiang – possiamo portare avanti la collaborazione”. E ha subito indirizzato il pensiero alle grandi opere dei maestri italiani, celebrando i capolavori del Rinascimento: “i due Paesi devono lavorare fianco a fianco per avere più idee. Dobbiamo integrare creatività e innovazione” come facevano i grandi del Rinascimento. “Voi siete molto fortunati di poter studiare qui, in questa università prestigiosa dove potete integrare idee cinesi e italiane, così potete avere più idee e creatività. L’innovazione tecnologica non è solo quella proveniente dalle conoscenze scientifiche, ma anche dalla creatività e dalla idee” ha concluso rivolto agli studenti in sala, tra i quali una parte dei circa mille cinesi iscritti all’ateneo milanese.
Renzi, invece, non ha toccato temi scottanti. “Per l’Italia e la Cina non è facile immaginare il futuro – ha detto il premier – senza pensare al grandioso passato che ci accomuna. Ma in alcuni casi, come in Italia, sembra che questo grande passato un pò ci freni, un pò ci blocchi e ci lasci inchiodati. Invece qui al Politecnico respiriamo il futuro”.
“L’Italia ha una lunghissima storia e una splendida civilta’, la Cina rappresenta la civilta’ orientale – ha continuato poi il primo ministro cinese, citando Marco Polo come simbolo di antico legame con l’Italia, che si perpetua fino a oggi con Matteo Ricci -. La cooperazione tra Cina e Italia apre una nuova pagina con nuovi accordi di collaborazione imprenditoriale e commerciale per 10 miliardi di dollari” spiega Li Keqiang, in vista di un “rafforzamento tecnico, scientifico e finanziario”, in nome “dell’innovazione e dell’alta tecnologia.
Solo con l’innovazione possiamo portare avanti la nostra industria, non solo con la conoscenza scientifica”, avverte il premier cinese, “ma, anche, con la creativita’ e le nostre idee”. “Ieri sono andato al Museo Borghese – racconta – dove ho ammirato tanti capolavori che mi hanno lasciato una profonda impressione di creativita’ e immaginazione artistica. L’Italia e’ piu’ dinamica nel settore innovativo ma, se non ci fosse stato il Rinascimento, non ci sarebbe stata la rivoluzione industriale”, sottolinea.
“Dobbiamo integrare l’innovazione e la creativita’”, ribadisce, “per dare una vita migliore a tutti”.
Asia ed Europa, insieme, valgono oltre il 60 per cento della popolazione mondiale, più della metà del Prodotto interno lordo globale. Le esportazioni da parte dell’Unione europea, nel 2013, hanno toccato la cifra di 1.250 miliardi di euro, mentre gli investimenti diretti dal Vecchio continente hanno sfiorato la soglia di 500 miliardi. Sono questi alcuni dei numeri dell’asse tra la Ue e l’Asia, che si salda nel summit del gruppo Asem (Asia-Europe Meeting) di Milano.
Costituito nel 1995, il gruppo ha preso avvio nel marzo del 1996 con un primo vertice dei capi di Stato e di governo tenutosi a Bangkok; i summit successivi sono biennali e si tengono in maniera alternata tra Asia ed Europa. Ha attualmente raddoppiato i membri a quota 51 partner, che presto diventeranno 53: sono i 28 Paesi dell’Ue, con Norvegia e Svizzera, più Australia, Bangladesh, Brunei, Cambogia, Cina, India, Indonesia, Giappone, Corea, Laos, Malesia, Mongolia, Myanmar, Nuova Zelanda, Pakistan, Filippine, Russia, Singapore, Tailandia e Vietnam. “L’intero processo nasce dall’idea di dare una cornice istituzionale, ampia e strutturata ai rapporti tra le due aree interessate in campo economico, politico e culturale. Il processo opera in un contesto informale e si articola in diversi livelli decisionali, da quelli politici (Summit e incontri ministeriali), a quelli tecnici. Il coordinamento del processo è affidato a un gruppo costituito, per l’Europa, da Presidenza e Commissione Europea e, per l’Asia, da due paesi a rotazione”, spiega il Tesoro sul suo sito.
Telecom, Enel, Saipem e i media l’Italia. Un mercato low cost per lo shopping della Cina
Il capoluogo lombardo diventa così svincolo importante, con la presenza di 56 capi di Stato e di governo, e un’occasione per l’Italia per stringere importanti accordi strategici. In parte lo ha già fatto con la Cina, con la quale sono stati siglati contratti per 8 miliardi di euro (10 miliardi di dollari): da Enel a Agusta Westland, a Intesa Sanpaolo passando per Cassa Depositi e Prestiti e ministero dello Sviluppo economico: sono tantissime le aziende coinvolte dal premier italiano Matteo Renzi e quello cinese Li Keqiang.
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MILANO- Un attacco alla contraffazione che arriva proprio dal numero uno della Cina. Il primo ministro cinese,Li Keqiang,ha sottolineato che Italia e Cina devono “tutelare i diritti della proprietà intellettuale”. E’ un passaggio del suo intervento al Politecnico di Milano, al fianco del presidente del consiglio Matteo Renzi. “Solo così – ha proseguito Li Keqiang – possiamo portare avanti la collaborazione”. E ha subito indirizzato il pensiero alle grandi opere dei maestri italiani, celebrando i capolavori del Rinascimento: “i due Paesi devono lavorare fianco a fianco per avere più idee. Dobbiamo integrare creatività e innovazione” come facevano i grandi del Rinascimento. “Voi siete molto fortunati di poter studiare qui, in questa università prestigiosa dove potete integrare idee cinesi e italiane, così potete avere più idee e creatività. L’innovazione tecnologica non è solo quella proveniente dalle conoscenze scientifiche, ma anche dalla creatività e dalla idee” ha concluso rivolto agli studenti in sala, tra i quali una parte dei circa mille cinesi iscritti all’ateneo milanese.
Renzi, invece, non ha toccato temi scottanti. “Per l’Italia e la Cina non è facile immaginare il futuro – ha detto il premier – senza pensare al grandioso passato che ci accomuna. Ma in alcuni casi, come in Italia, sembra che questo grande passato un pò ci freni, un pò ci blocchi e ci lasci inchiodati. Invece qui al Politecnico respiriamo il futuro”.
“L’Italia ha una lunghissima storia e una splendida civilta’, la Cina rappresenta la civilta’ orientale – ha continuato poi il primo ministro cinese, citando Marco Polo come simbolo di antico legame con l’Italia, che si perpetua fino a oggi con Matteo Ricci -. La cooperazione tra Cina e Italia apre una nuova pagina con nuovi accordi di collaborazione imprenditoriale e commerciale per 10 miliardi di dollari” spiega Li Keqiang, in vista di un “rafforzamento tecnico, scientifico e finanziario”, in nome “dell’innovazione e dell’alta tecnologia.
Solo con l’innovazione possiamo portare avanti la nostra industria, non solo con la conoscenza scientifica”, avverte il premier cinese, “ma, anche, con la creativita’ e le nostre idee”. “Ieri sono andato al Museo Borghese – racconta – dove ho ammirato tanti capolavori che mi hanno lasciato una profonda impressione di creativita’ e immaginazione artistica. L’Italia e’ piu’ dinamica nel settore innovativo ma, se non ci fosse stato il Rinascimento, non ci sarebbe stata la rivoluzione industriale”, sottolinea.
“Dobbiamo integrare l’innovazione e la creativita’”, ribadisce, “per dare una vita migliore a tutti”.
Asia ed Europa, insieme, valgono oltre il 60 per cento della popolazione mondiale, più della metà del Prodotto interno lordo globale. Le esportazioni da parte dell’Unione europea, nel 2013, hanno toccato la cifra di 1.250 miliardi di euro, mentre gli investimenti diretti dal Vecchio continente hanno sfiorato la soglia di 500 miliardi. Sono questi alcuni dei numeri dell’asse tra la Ue e l’Asia, che si salda nel summit del gruppo Asem (Asia-Europe Meeting) di Milano.
Costituito nel 1995, il gruppo ha preso avvio nel marzo del 1996 con un primo vertice dei capi di Stato e di governo tenutosi a Bangkok; i summit successivi sono biennali e si tengono in maniera alternata tra Asia ed Europa. Ha attualmente raddoppiato i membri a quota 51 partner, che presto diventeranno 53: sono i 28 Paesi dell’Ue, con Norvegia e Svizzera, più Australia, Bangladesh, Brunei, Cambogia, Cina, India, Indonesia, Giappone, Corea, Laos, Malesia, Mongolia, Myanmar, Nuova Zelanda, Pakistan, Filippine, Russia, Singapore, Tailandia e Vietnam. “L’intero processo nasce dall’idea di dare una cornice istituzionale, ampia e strutturata ai rapporti tra le due aree interessate in campo economico, politico e culturale. Il processo opera in un contesto informale e si articola in diversi livelli decisionali, da quelli politici (Summit e incontri ministeriali), a quelli tecnici. Il coordinamento del processo è affidato a un gruppo costituito, per l’Europa, da Presidenza e Commissione Europea e, per l’Asia, da due paesi a rotazione”, spiega il Tesoro sul suo sito.
Telecom, Enel, Saipem e i media l’Italia. Un mercato low cost per lo shopping della Cina
Il capoluogo lombardo diventa così svincolo importante, con la presenza di 56 capi di Stato e di governo, e un’occasione per l’Italia per stringere importanti accordi strategici. In parte lo ha già fatto con la Cina, con la quale sono stati siglati contratti per 8 miliardi di euro (10 miliardi di dollari): da Enel a Agusta Westland, a Intesa Sanpaolo passando per Cassa Depositi e Prestiti e ministero dello Sviluppo economico: sono tantissime le aziende coinvolte dal premier italiano Matteo Renzi e quello cinese Li Keqiang.
Asem, i numeri dell’asse tra Asia ed Europa
“Fuori da Usa e Germania comprano a man bassa, ma solo sui mercati deboli”
La manifattura rappresenta una quota dell’86% dell’export e il 68% dell’import. Cinque Paesi dell’Asem sono tra i primi 10 partner commerciali dell’Europa per l’export: la Cina con 148,3 miliardi, la Russia (119,8 mld), il Giappone (54,1 mld), Corea del Sud (40 mld) e India (35,9 mld). Cina al primo posto anche per l’import con 280,1 miliardi, Russia a 205,9 miliardi. Nella classifica degli scambi, l’Italia si classifica al quarto posto tra le economie Ue, sia per import che per export
1 di 7,Slideshow
L’importanza strategica dei Paesi non europei presenti nell’Asem si
capisce anche guardando lo stretto rapporto commerciale del Vecchio
continente con loro: i Paesi orientali, tra il 2003 e il 2013, hanno
visto incrementare la loro quota dell’export europeo dal 25 al 30%, e
rappresentano il 44% dell’import dell’Europa a 28 membri, rispetto al
40% del 2003. Il deficit dell’Europa con questi Paesi è così salito da
162 miliardi di euro del 2003 fino al picco del 2008 a 308 miliardi,
prima di scendere a 219 miliardi nel 2013.“Fuori da Usa e Germania comprano a man bassa, ma solo sui mercati deboli”
La manifattura rappresenta una quota dell’86% dell’export e il 68% dell’import. Cinque Paesi dell’Asem sono tra i primi 10 partner commerciali dell’Europa per l’export: la Cina con 148,3 miliardi, la Russia (119,8 mld), il Giappone (54,1 mld), Corea del Sud (40 mld) e India (35,9 mld). Cina al primo posto anche per l’import con 280,1 miliardi, Russia a 205,9 miliardi. Nella classifica degli scambi, l’Italia si classifica al quarto posto tra le economie Ue, sia per import che per export
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http://www.repubblica.it/economia/2014/10/15/news/vertice_asia_europa_asem_16_ottobre_2014-98182707/?ref=HRER1-1
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REAZIONE:QUESTO SUMMIT CON TUTTI QUESTI VISTOSI NUMERI E’ UN SUMMIT
COMUNISTA NON DELLA NUOVA ERA CHE CONDANNA LA TENTATIVA DEL GOLPISTA
RENZI DI USURPARE LA SUA VISIONE DEL MONDO TANTO A MILANO ORA COME A
VENEZIA CON IL “DIGITAL VENEZIA” PRIMA,E INVITA I SUOI OPERATORI A
BOICOTTEARLO COSI COME SI STA FACENDO CON SUCCESSO ALL’EXPO 2015.
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1-IL GOLPISTA RENZI NON PROTEGGE MA USURPA LA PROPIETA INTELLETUALE.
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2-LA NUOVA ERA NON E’ NATA NE A MILANO,NE A VENEZIA NE A FIRENZE MA
NEL VENETO.MA QUESTA E’ SOLO UNA COINCIDENZA GEOGRAFICA CHE NON FA
STORIA:GESU E’ NATO IN GALILEA E HA PREDICATO A GERUSALEM MA IL VATICANO
E’ IN ITALIA,ROMEO E GIULETA E” IL ROMANZO ITALIANO PIU FAMOSO AL MONDO
MA FU SCRITTO IN GRAN BRETAGNA DA UN NON ITALIANO,MARX CONCEPI IL
COMUNISMO ALLA BIBLIOTECA DI LONDRA MA SI E’ INSDIATO IN RUSSIA PER
PRIMO,E COSI POTREBBE CONTINUARE AD ESSEMPIFICARE IL RIDICOLO TENTATIVO
DI DARLI QUESTO RIDICOLO MARCO GEO-STRATEGICO TERRITORIALE CHE
L’USURPATORE RENZI PRETENDE INSERIRE AI SUOI AFFARI A IMMAGINE E
SOMMIGLIANZA DELLA VISIONE DEL MONDO DELLA NUOVA ERA.LA NUOVA ERA
SPLENDE LA SUA LUCE DA OCCIDENTE VERSO L’ORIENTE E ASIA MA NON DA UNO
SPECIFICO LUOGO TERRITORIALE.
3-LA NUOVA ERA SI ISPIRA SI ALL’UMANESIMO RINASCIMENTQALE(CHE HA
AVUTO COME EPICENTRO FIRENZE E NON MILANO)PERO IL SUO FONDAMENTO
SCIENTIFICO PRENDE ORIGINE ALLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE E LE IDEE
DELLL’ILLUMINISMO CHE CERTAMENTE NON HA AVUTO PROTAGONISTA PRINCIPALE
L’ITALIA MA LA FRANCIA E L’INGLITERRA OTTOCENTESCHE.IN QUESTO CONTESTO
PRETENDERE DARE UN RUOLO SUBALTERNO ALLA SCIENZA DI PER SE SQUALIFICA
QUESTO SUMMIT.
INNOVAZIONE,CREATIVITA A MILANO?RIPETO QUANTO HO DETTO PER IL
DIGITAL VENEZIA:LA MELA CHE COLPI NEWTON IN TESTA NON SI VENDE NE SI
COMPRA NEL POLITECNICO DI MILANO.
LA NUOVA ERA SI ISPIRA SI ALLA STORICA REPUBBLICA DI VENEZIA MA E’
SOLO UNA ISPIRAZIONE TEORICA,LA VENEZIA DI OGGI NON E’ QUELLA DI
ALLORA,E SOPRATUTTO IL REVIVAL DELLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE DI OGGI CHE
LA NUOVA ERA HA ISTAURATO ANCHE SE NON RICONOSCE LIMITI GEOGRAFICI
SPLENDE LA SUA LUCE CON ALTRE NAZIONI INDUSTRIALIZZATI CHE NON SONO
QUESTE CUI ACCOMUNATI.
NOTAMENTE LA CINA E’ SOLO UN GRANDE MERCATO IN UN PAESE ANCORA
EMERGENTE,LA RUSSIA NON E’ UN PAESE DI DIFUSSIONE DELLA NUOVA ERA E
L’UNIONE EUROPEA NON PUO CONSIDERARSI LA MISURA DI TUTTI GLI EUROPEISMI E
NON RAPRESENTA NELL’INSIEME UN AREA NUOVA ERA,E’ SOLO UNA UNIONE
MONETARIA CON TROPPE SPINTE NEOLIBERALI CHE STANNO MINACCIANDO FARLA
IMPLODERE:L’EUROSCETTICISMO E’ VINCENTE NELL’EUROZONA.
4-NESSUNA DELLE PRINCIPALI
NAZIONI INDUSTRIALIZZATE CHE SONO IL “NUCLEO DURO” DELLA NUOVA ERA SONO
RAPRESENTATI A TITOLO PIENO QUI A MILANO NE ALLA VENEZIA DEL “DIGITALE”
DI MICROSOFT-RENZI,E L’ITALIA VERA,QUELLA DOVE LA NUOVA ERA HA VINTO
ANCHE POLITICAMENTE NEL VOTO DEMOCRATICO ULTIMO E BEN LONTANA DI ESSERE
RAPRESENTATA DA QUESTO SPREGIUDICATO GIOVANOTTO GOLPISTA E LE SUE LARGHE
INTESE.UN COLPO DI STATO VUOLE TRASCURARLA.
IN UN CERTO SENSO RENZI PRETENDE IMITARE CIO CHE E’ STATO LA
DIFUSSIONE DELLA NUOVA ERA ALL’INIZIO QUANDO PRIMA DELLA EXPO DI SHANGAI
HILLARY CLINTON FACEVA IL GIRO DEL MONDO PORTANDO LE MIE IDEE IN
INNUMEREVOLI FORUM PRINCIPALMENTE IN ASSIA.DOPO SI HA SBILANCIATO VERSO
IL NEOLIBERLISMO E HA SMESSO DI ESSERE RAPRESENTATIVA PERO LA DIFUSSIONE
DELLA VISIONE DEL MONDO NUOVA ERA RESTA PRESENTE TUTT”OGGI IN QUELLI
POSTI E ALTRI GIOVANI COME VITTORIA CLINTON E JENNA BUSH IN AMERICA O LA
NUOVA COPPIA REALE IN GRAN BRETAGNA E LA COMMON WEALTH SONO ATTUALMENTE
IN UN CERTO SENSO IL FRUTTO GENUINO DELLA SUA SEMINA.LA PROPIA HILLARY
CLINTON CI HA RIPENSATO E DISCOSTANDOSI DI OBAMA TORNA SU QUEL PERCORSO E
SARA CANDIDATA PRESIDENZIALE NEL 2016.
TORNA ANCHE SARKOZY UN’ALTRO IMPORTANTE RAPRESENTANTE DI QUEL
PERIODO CHE PER NULLA HA RIMASTO NELL’OBLIO,ANZI TRANNE CHE NELL’ITALIA
DELLE LARGHE INTESE RESTA PRESENTE.
DI SEGUITO VI DO UNA SERIE DI LINK PER RINFRESCARVI LA MEMORIA:
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1-venerdì 6 novembre 2009, HILLARY E LA NUOVA ERA “PRENDONO POSESSO”:DA BERLINO ALL’ASIA
2-giovedì 3 dicembre 2009,NUOVA ERA E HILLARY:NUOVO KILOMETRO ZERO ED EGEMONIA
3-lunedì 2 novembre 2009,NUOVA ERA E HILLARY 5:VIAGIANO IN MAROCCO,PAKISTAN,MEDIO ORIENTE,EGITTO E BERLINO
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4-giovedì 2 luglio 2009,HILLARY E “NUOVA ERA” 2 VIAGIANO IN ASIA E INDIA(Anche “for export” e anche personalmente)
-domenica 14 giugno 2009,HILLARY E’ “NUOVA ERA”:IN U.S.A. “COSA DI STATO”(Il non “plus ultra”)
http://cianciminotortoici.blogspot.com/2009/06/hillary-e-nuova-erail-non-plus-ultra-in.html
6-giovedì 6 agosto 2009,”NUOVA ERA” E REPUBBLICA FRANCESE:COME IN U.S.A. “COSA DI STATO”
7-domenica 15 novembre 2009,DA BERLINO HILLARY E LA NUOVA ERA VOLANO IN ASIA:”LA TOUT ASIA” A SINGAPUR
8-giovedì 14 gennaio 2010,SCIENZA E RELIGIONE:LA NUOVA ERA VA IN CHIESA
9-giovedì 21 gennaio 2010,HILLARY E NUOVA ERA:INTERNET E ASIA PER SE STESSA
10-giovedì 20 maggio 2010,LA NUOVA ERA VIAGIA CON HILLARY ALLA EXPO DI SHANGAI
-TUTTI GLI ALTRI LI PUOI VEDERE CUA:http://cianciminotortoici.blogspot.it/
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-APPENDICE
18 OTTOBRE 2014:IL GIORNO DOPO,IL 1/2 BICCHIERE VUOTO E IL 1/2 BICCHIERE PIENO
Angela Mauro Headshot
Angela Mauro Diventa fan angela.mauro@huffingtonpost.itAl vertice Asem di Milano è guerra fredda Merkel-Putin. Ma Renzi è ottimista: “E’ iniziato un percorso…”
Pubblicato: 17/10/2014 21:40 CEST Aggiornato: 17/10/2014 21:42 CEST
Che Angela Merkel non si fidi di Vladimir Putin è noto dall’invasione russa in Ucraina dopo la firma del protocollo di Minsk sul cessate il fuoco. Ma il vertice euroasiatico di Milano, l’Asia Europe Meeting (Asem) terminato oggi e dominato dalla crisi tra Mosca e Kiev, ha di fatto cristallizzato una sorta di guerra fredda tra i due ‘giganti’ di Berlino e Mosca. Lei che parla russo, la leader europea che meglio conosce il dossier ucraino. Lui, magnetico, calmo da non perdere mai la pazienza, eppure irremovibile sul punto che a lei sta più a cuore: elezioni democratiche in Ucraina. Su questo tema a Milano è muro contro muro. Ma nonostante il gelo e la diffidenza, nelle girandole di incontri del vertice Asem è successo qualcosa, è la lettura di Palazzo Chigi: “Scintille di ripresa di confronto”. Renzi è ottimista.
Già in mattinata, si è capito che l’aria a Milano era pesante, alla colazione di lavoro che ha messo intorno allo stesso tavolo Merkel, Putin, il ‘padrone di casa’ Renzi, il ministro Federica Mogherini (quasi lady Pesc), il presidente francese Francois Hollande, il premier britannico David Cameron e, soprattutto, il presidente ucraino Petro Poroshenko. La scena è più o meno questa: tavolo rotondo, da una parte la Cancelliera, già nervosa – dicono i rumors – per non essere riuscita a ottenere un bilaterale con Putin ieri sera, prima che il presidente russo incontrasse il presidente Giorgio Napolitano. Motivo: l’imperdonabile ritardo del leader russo. Di fronte alla Merkel, Putin: rilassato eppure inflessibile, in maniche di camicia bianca come Renzi e Poroshenko, i soli senza giacca, mentre Hollande e Cameron sono rimasti nella tenuta di ordinanza, giacca e camicia azzurrina, malgrado i toni non certo formali della discussione. Merkel insiste sul rispetto del Protocollo di Minsk, lo legge addirittura in russo per parlare direttamente a Putin, insiste sulla necessità di risolvere il tema delle elezioni in Ucraina, con le regole vigenti in Ucraina, anche nelle regioni ribelli. Lui non si smuove.
E’ per questo che a metà giornata Merkel parla di “nessuna apertura” da parte del presidente russo. A Milano insomma si sfiora lo strappo diplomatico. Ma alla stessa colazione di lavoro della mattinata, dove anche Hollande usa toni duri con Putin sul nodo delle elezioni a Kiev e nelle regioni ribelli e dove Renzi e Mogherini assumono il ruolo di stemperare le tensioni, è Merkel a insistere per sfruttare il resto della giornata per continuare gli incontri, per non lasciarsi così. Obiettivo: evitare la catastrofe. E infatti nel pomeriggio va un po’ meglio. Il bilaterale tra Putin e Poroshenko porta ad un ‘mezzo’ accordo sulla questione del gas russo: almeno per l’inverno, Mosca non taglierà i rifornimenti a Kiev. E il tavolo tra allargato tra i leader (Italia, Germania, Gran Bretagna, Francia, Russia, Ucraina) dà la disponibilità anche italiana, che si aggiunge quindi a quella francese e tedesca, a “fornire droni e personale militare necessario all’impiego dei mezzi” per il pattugliamento delle zone di frontiera tra Ucraina e Russia, in attuazione del protocollo di Minsk.
Ma è il cosiddetto ‘quartetto normanno’ – Germania, Francia, Russia e Ucraina – a occuparsi di quella che Merkel definisce “la questione cruciale”. Cioè il tema delle elezioni. E all’interno dello stesso quartetto è un po’ come se la questione fosse lasciata all’iniziativa della Merkel, lei che conosce bene la questione ucraina, che capisce Putin mentre parla il russo, ne nota tono e inflessioni della voce, mentre gli altri devono accontentarsi della fredda traduzione. Il timore è che Putin possa metterci il cappello, piazzare i suoi a Kiev, magari arrivare a un referendum separatista e risolvere la questione ucraina così: con le urne, ‘democraticamente’. E su questo l’aria a Milano non si è alleggerita.
Ma nonostante ciò per Renzi e la presidenza italiana dell’Ue il bilancio sul vertice Asem è positivo per quello che si può prendere di positivo. Sia perché ha portato a Milano leader europei e asiatici al massimo livello, consolidando la rete commerciale ed economica che il premier ha cominciato a costruire nei mesi scorsi con i suoi bilaterali in Vietnam, Kazakhistan e altri paesi emergenti dell’Asia. Sia perché la due giorni internazionale nel capoluogo lombardo ha comunque segnato passi in avanti nel confronto tra occidente e Russia sulla questione Ucraina, ha prodotto incontri a raffica, ha riportato i riflettori sul braccio di ferro Mosca-Kiev che di fatto blocca l’iniziativa internazionale su dossier ancora più scottanti, come quello delle minacce del califfato dell’Isis tra Iraq e Siria.
Innanzitutto, Renzi è soddisfatto per essere riuscito a portare allo stesso tavolo Putin e Poroshenko: non era scontato, il primo parla russo nei consessi internazionali, il secondo parla inglese. Per dire di quanto i due vogliano mostrarsi distanti agli occhi della comunità internazionale. Eppure a Milano hanno anche avuto dei bilaterali. E poi Renzi stesso oggi a margine del vertice Asem ha avuto il suo primo incontro a quattr’occhi con Putin. Anche questo non è un risultato da poco per Palazzo Chigi.
Perché l’obiettivo della presidenza italiana di turno dell’Ue è riportare la Russia “a giocare un ruolo nelle principali questioni internazionali, numerose e preoccupanti”, dice Renzi. E lo ha detto anche a Putin, nel corso di un pranzo di lavoro durato un’ora e mezza in Prefettura a Milano, davanti ad una tavola apparecchiata con fiori bianchi. Per dirla in altre parole, oggi che sulle spalle dell’occidente pende la minaccia dell’Isis – e anche l’incognita ebola – è più che mai necessario chiudere la crisi Ucraina nel migliore dei modi e riportare Mosca alle responsabilità internazionali. E’ anche per questo che al vertice di Milano non si è parlato di sanzioni alla Russia: un modo per stemperare il clima dei mesi scorsi. E se l’obiettivo non è perfettamente riuscito, a sera Renzi raccoglie gli aspetti positivi. “No nonsense” era la linea del premier per questo vertice, costruito senza pretese roboanti e senza fare “catering diplomacy”, dicono i suoi. Modalità sobria, processo avviato, anche è per il momento è solo una “scintilla”.
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http://www.huffingtonpost.it/2014/10/17/asem-milano-renzi_n_6004612.html?1413574864&utm_hp_ref=italy
REAZIONE:RENZI CINA E RUSSIA
-IL MEZZO BICHIERE VUOTO:RENZI E CINA COMUNISTA,LA QUESTIONE ECONOMICA ASIATICA
“Ma nonostante ciò per Renzi e la presidenza italiana dell’Ue il bilancio sul vertice Asem è positivo per quello che si può prendere di positivo. Sia perché ha portato a Milano leader europei e asiatici al massimo livello, consolidando la rete commerciale ed economica che il premier ha cominciato a costruire nei mesi scorsi con i suoi bilaterali in Vietnam, Kazakhistan e altri paesi emergenti dell’Asia.”
SU QUESTO IL MIO PARERE L’HO ESPRESSO SOPRA,E QUELLA RESTA LA MIA OPINIONE:QUESTA RETE COMMERCIALE DI RENZI NON APPARTIENE ALLA NUOVA ERA E NON HA ALCUNA POSIBILITA DI SUCCESO.QUELLA PIAZZA E’ GIA OCCUPATA.E POI RENZI NON DURERA.
-IL MEZZO BICHIERE PIENO:RENZI E RUSSIA,L’UKRANIA,IL NEOLIBERALISMO E LA NUOVA ERA DELLE REGIONI LIBERATI. SUCCESSO ASSOLUTO,”COMMANDA” LA NUOVA ERA:LE REGIONI LIBERATI DELL’EST UKRAINO RESTANO LIBERATI E LA MERCKEL CHE COME HO GIA ESPRESSO NON COMMANDA PIU HA VISTO FRUSTRATE LE SUE INTENZIONI DI ANNESSARSI QUELLE TERRITORI NUOVA ERA.HA FALLITO PRIMA PER LA FORZA E COME HO PRECONIZZATO DALL’INIZIO IN QUESTE PAGINE HA VINTO LA NON BELIGERANZA RUSSIA-KIEV LIBERANDO COSI GLI SFORZI INTERNAZIONALI PER OCCUPARSI DEL PERICOLO DELLO STATO ISLAMICO.IL NEOLIBERALISMO NON C’E’ L’HA FATTA. E HA FALLITO ORA ANCHE CON LA SUA PERFIDA OFFERTA DI ELEZIONI GENERALI DOVENDO ACONTENTARSI DOPO LA NEGATIVA DI PUTIN A ELEZIONI CONGIUTE CON LE ZONE LIBERATI,CON LA FORNITURA DEL GAS RUSSO.KIEV HA FATTO COLPO DI STATO COME L’ITALIA E NON MERITAVA ALTRO,ANZI…LE PAROLE DI PUTIN IN QUESTO SENSO SONO LE MIE PAROLE.E SI HA LIMITATO SOLO A CONCESSIONI UMANITARIE SIA CON KIEV PER VIA DEL GAS CHE CON DONESTK E LUGHANS PER VIA DEL CONVOGLIO DEI CAMION.INSOMMA DONESTK E LUGHANS MALGRADO IL VORACE APETITTO DEI NEOLIBERALI DI KIEV COMMANDATI DALLA MERCKEL RESTANO ZONE LIBERTI SIA DALL’UNIONE EUROPEA CHE DALLA RUSSIA.LA MERCKEL COME RENZI DOVREBBERO COMMINCIARE A PENSARE AL SUO RITIRO.
LA VISITA DI PUTIN A BERLUSCONI?BHE UN GESTO UMANITARIO COME IL GAS A RUSSIA E IL CONVOGLIO A DONESTK,UNA VISITA DI PROTOCOLARE CORTESIA AD UN VECCHIO CONOSCENTE CADUTO IN DISGRAZIA.SOLO UN GESTO UMANITARIO NON SCAVALCABILE TRATTANDOSI DELLA PRESENZA A MILANO PERO SENZA CONSEGUENZE POLITICHE DI ALCUN GENERE BERLUSCONI E’ IL PASSATO ANCHE PER PUTIN.
VVEDI QUESTO SCRITTO NELLA PUBBLICAZIONE ORIGINALE NEL MIO BLOG DEI FATTI INTERNI:
http://dottgiuseppeciancimino.bloog.it/faites-internes-continuation-158.html
giovedì 30 ottobre 2014
NOKIA,MICROSOFT E "MICROSOFT LUMIA","RIVOLUZIONE SECOND HAND"
30 OTTOBRE 2014:NOKIA,MICROSOFT E "MICROSOFT LUMIA","RIVOLUZIONE SECOND HAND"
-SU LA STAMPA:
economia
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REUTERS
-SU LA STAMPA:
economia
Microsoft pensiona i cellulari col marchio Nokia
La rivoluzione dell’ad Satya Nadella lascia l’amaro in bocca ai vecchi clienti
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REUTERS
Un cellulare prodotto da Nokia
23/10/2014
Addio a Nokia e Windows Phone. Microsoft dà il via alla
rivoluzione dei suoi cellulari, sostituendo lo storico marchio
finlandese: gli smartphone si chiameranno infatti Microsoft Lumia e non
più Nokia Lumia com’erano conosciuti fino a poco tempo fa. Il colosso di
Redmond nei mesi scorsi aveva lasciato intravedere cambi all’orizzonte e
ora li rende ufficiali. Il nuovo corso si aprirà dalla Francia, il
primo Paese che inizierà a usare Microsoft Lumia anche per gli account
Facebook e Twitter. Poi seguiranno tutti gli altri Paesi. La rivoluzione
non segnerà però la fine di Nokia, che continuerà a esistere come
società separata senza piu le attività di smartphone e concentrata sulle
mappe e l’infrastruttura delle reti.
L’operazione di Microsoft, con l’addio alla scritta Nokia, si inserisce nel cambio di rotta impresso dall’amministratore delegato, Satya Nadella, che ha annunciato di recente un forte taglio dei posti lavoro, meno 18.000 unità di cui 12.500 proprio in Nokia. Per Microsoft il cambio di nome rappresenta - secondo alcuni osservatori - una scommessa: Nokia è infatti un nome popolare, soprattutto nei mercati emergenti, e vanta un elevato livello di fedeltà fra i suoi clienti.
http://www.lastampa.it/2014/10/23/economia/microsoft-manda-in-pensione-i-cellulari-col-marchio-nokia-zErJSjYT7L3YHRg3Sg15MO/pagina.html;jsessionid=F60D67CD7D4731EA87B8BE9FF79D3B48
(1)VEDI LINKS
http://cianciminotortoici.blogspot.com/2010/01/apoteosi-dellegemoniala-nuova-era.html
http://cianciminotortoici.blogspot.com/2010/04/apogeoegemonia-e-dominio-della-nuova.html
L’operazione di Microsoft, con l’addio alla scritta Nokia, si inserisce nel cambio di rotta impresso dall’amministratore delegato, Satya Nadella, che ha annunciato di recente un forte taglio dei posti lavoro, meno 18.000 unità di cui 12.500 proprio in Nokia. Per Microsoft il cambio di nome rappresenta - secondo alcuni osservatori - una scommessa: Nokia è infatti un nome popolare, soprattutto nei mercati emergenti, e vanta un elevato livello di fedeltà fra i suoi clienti.
http://www.lastampa.it/2014/10/23/economia/microsoft-manda-in-pensione-i-cellulari-col-marchio-nokia-zErJSjYT7L3YHRg3Sg15MO/pagina.html;jsessionid=F60D67CD7D4731EA87B8BE9FF79D3B48
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